Nè con te nè senza di te. L'ossessione d'amore

graziella.tornello
Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta

Una canzone di qualche anno fa recitava "Amore vuol dir gelosia" ed è indubbio che in un rapporto d'amore un pizzico di gelosia possa essere naturale e magari lusingare anche il partner. Ma che succede se la gelosia si trasforma in ossessione d'amore?
Come in altri articoli, desidero partire da un caso reale (utilizzando ovviamente nomi di fantasia) in modo da illustrare meglio cosa intendo.

Gloria arriva da me circa un anno fa. Ha appena 30 anni ma sembra priva di energia vitale, completamente inerte, anche lo sguardo è spento. Da qualche tempo è tornata a vivere con Enzo: lo aveva lasciato a causa della sua gelosia ma lui aveva cominciato ad inviarle una miriade di messaggi nei quali dichiarava di essersi reso conto dei suoi errori, diceva di non poter vivere senza di lei, minacciava di farla finita...e così l'aveva convinta a riprovarci. Gloria mi comunica che la ripresa della convivenza coincide con l'inizio di un vero e proprio inferno: Enzo comincia a chiederle insistentemente chi abbia frequentato durante l'interruzione della loro relazione e lei, sotto la pressione di quelle domande, racconta per filo e per segno i dettagli di quel periodo da single, gli amici che ha incontrato e anche di un breve flirt del tutto platonico.
Enzo comincia ad accusarla di essere una poco di buono, la umilia ed instaura una vera e propria relazione "poliziesca": le controlla il cellulare, risponde alle sue chiamate e solo dopo essersi accertato dell'identità dell'interlocutore, le passa il telefono...arriva persino a spiarla con un gps.
Gloria pensa di poterlo tranquillizzare mettendolo al corrente di ogni suo spostamento, consentendogli di controllare la sua vita ma niente sembra bastare...quando Enzo sembra averla "perdonata" per alcune sue mancanze (avergli nascosto una chiamata ricevuta, o il caffè preso con un'amica senza averlo avvisato) riparte alla ricerca di nuove ammissioni di colpa, della confessione di altre terribili verità.
Gloria si dice esausta perchè a nulla valgono le sue "dimostrazioni d'amore", l'aver rinunciato a tutti i suoi hobby, l'aver chiuso la maggiorparte delle sue amicizie. Albergano in lei un grande senso di colpa, perchè si sente responsabile delle esplosioni d'ira del suo compagno, ed anche un grande senso di inadeguatezza...come se non si sentisse degna del suo amore e cercasse ripetute conferme. Vincenzo, dal canto suo, dice di amarla e che sarebbe tutto diverso se solo lei fosse sincera su tutto e se si "comportasse bene". Si è dunque innescato un terribile circolo vizioso in cui Gloria tenta di difendere frammenti della sua privacy che Vincenzo legge come indizi di tradimento.

Cerchiamo di capire meglio cosa succede.
Il comportamento di Vincenzo fa ipotizzare una Sindrome di Otello (o gelosia delirante). Mi tengo sul vago perchè non ho potuto effettuare una diagnosi, ma diversi elementi conducono in questa direzione: tentativi di restringere al massimo l'autonomia del partner, di strapparne la confessione su presunti tradimenti con controlli ossessivi e ricatti...Va altresì sottolineato che l'accettazione di questi comportamenti da parte dell'altro, che subisce passivamente (a volte per anni) le umiliazioni e gli atteggiamenti coercitivi, alimenta un vero e proprio gioco al massacro. Possiamo dire che il problema non è solo del singolo: è il rapporto di coppia ad essere disturbato.
Nel caso di Gloria, possiamo azzardare l'ipotesi di una dipendenza affettiva che la porta a soffocare i suoi bisogni e ad annientare la sua personalità per soddisfare il partner che puntualmente delude le sue aspettative.
La dipendenza affettiva spesso ha origine nel passato ed in particolar modo nel rapporto avuto con i genitori durante l'infanzia. Se un bambino ha ricevuto il messaggio che i propri bisogni emotivi sono poco importanti, probabilmente da grande cercherà un partner "svalutante" per riproporre la stessa relazione intrattenuta con i genitori ma alla strenua ricerca di un lieto fine. La relazione con l'altro diventa vitale e non è possibile rinunciarvi perchè se il legame è doloroso, l'idea della separazione è devastante e non percorribile.
La dipendenza affettiva è paragonabile alla dipendenza da una droga. Infatti, l'individuo:
 - percepisce una sensazione di estremo benessere solo nella relazione con il partner e si sente completamente perso senza di lui;
 - può accettare umiliazioni e vessazioni (psichiche e/o fisiche) sempre maggiori (diventando man mano insensibile al dolore) e i brevi momenti di felicità (anche fittizia) sembrano cancellare qualsiasi torto subito;
 - è incapace di interrompere la relazione, anche se questa è fonte di grande sofferenza.

Il lavoro che si sta facendo con Gloria è quello di renderla cosciente della sua dipendenza e di aiutarla a riedificare i suoi confini, imparando ad accettare che in una coppia si è innanzitto due unità ed è sacrosanto avere degli spazi non condivisi.
Vincenzo continua a dirle che non ha motivo di tenere per sè sms o email se non ha nulla da nascondere ma Gloria inizia ad avere coscienza del fatto che la fiducia sta proprio nell'essere sicuri dell'altro senza controllarlo...

Data pubblicazione: 01 febbraio 2012

1 commenti

#1
Foto profilo Utente 234XXX
Utente 234XXX

Gentile Dott.ssa, trovo interessante l'articolo visto che mi sono scoperta molto gelosa. In realtà lo so da tempo ma proprio per questo ho sempre evitato relazioni di lunga durata e, procrastinando continuamente il momento della resa dei conti con questo pessimo aspetto della mia natura, mai come ora avevo pienamente preso coscienza dell'entità del problema. Lei scrive che una delle probabili cause è imputabile al rapporto con i genitori... Tra l'altro mi pare che questo valga un po' per tutto e mi chiedo come si possa non finire per odiarli e adottarli come capi espiatori per ogni cosa-io con mia madre lo faccio, cerco in ogni modo di farla star male, e sì che sono stata una bambina diligente, sempre muta, quasi "finta"!. Ma il punto sconfortante è scoprire che le cause di svariati comportamenti nostri risalgono all'infanzia e poi poter solo dire "E allora?"; nel senso che trovare le cause mi aiuta a prendere consapevolezza, ma ancora per me restano oscure le connessioni tra cause e comportamenti e,soprattutto,è difficile trovare il modo di uscirne...come un fumatore che è conscio della dannosità oltre che inutilità del vizio e, ammettiamo, anche dei motivi per i quali fuma...ma non per questo trova sensato smettere più di quanto trovi insensato continuare a fumare. Saluti.

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