La vita sessuale della coppia “post-lite”, pro e contro

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

La sessualità, viene spesso adoperata per tantissimo altro, rispetto al suo significato intrinseco:
come modalità di riappacificazione, come estorsione di informazioni, per ottenere favori, per evitare il litigio prolungato, come sostituzione dell'aspetto verbale, ecc..

Dal punto di vitsta antropologico sono avvenute parecchie modificazioni dei ruoli sessuali.
In passato la donna,  non avendo potere sociale e lavorativo,  lo rimarcava invece sotto le lenzuola, donandosi o negandosi, a seconda degli umori, malumori ed obiettivi da raggiungere.
In realtà il desiderio sessuale e le successive fasi del rapporto sessuale( eccitazione e risposta orgasmica), dipendono molto dagli equilibri della coppia , soprattutto fuori dal letto.
Uomini e donne, solitamente affrontano le difficoltà ed i disagi con modalità differenti, adoperando gli agiti sessuali, con diversi obiettivi.

La famosa o meglio famigerata “cefalea evitante” la sessualità, di antica memoria, veniva strategicamente  adoperata dalle donne, sia per negarsi, che per rinforzare il loro potere e valore sotto le lenzuola.
La donna, a lite conclamata,  più che desiderata, si percepiva adoperata e non si sintonizza con le avance del partner.

Un elemento importante per una buona e vibrante vita sessuale, è comprendere che la sessualità non è un “regalo” che la donna fa al suo partner, ma uno “spazio relazionale reciproco”, che se investito da altro, rispetto al suo reale significato di scambio e di piacere , rischia di diventare moneta di ricatto e di scambio, danneggiando singolo e coppia.

Gli uomini, frequentemente  adoperano la sessualità, come elemento di mediazione  e come terreno per poter armonizzare le precedenti fratture , sostituendo il corporeo al verbale.
La vita sessuale però non può affatto sostituirsi allo scambio verbale, elemento  necessario ed indispensabile, al fine di far chiarezza emozionale.

Un rapporto sessuale, vissuto all’insegna della riappacificazione, può non essere vissuto all’insegna dell’empatia sessuale ed emozionale;  ma inseguendo obiettivi “altri” dal reale significato della sessualità, può sicuramente compromettere  il rapporto e l’intimità.

Il talamo, solitamente funge da amplificatore di emozioni, che siano queste positive o negative.
L’eventuale pace o l’eventuale chiarimento, dovrebbe  essere fatto fuori dal letto, per sgombrare il campo da possibili nubi e complicanze orizzontali.
I conflitti coniugali, rappresentano degli elementi anti-erogeni per eccellenza, lo stress vissuto dai protagonisti del litigio, può dare vita a problematiche erettive, di scarso controllo eiaculatorio,  di anorgasmia in entrambi i partners e  di silenzio della sessualità, con successivo possibile calo del desiderio sessuale.

Il lavoro terapeutico con le coppie, ripristina quell’alchimia iniziale, insegnando loro strategie terapeutiche per una “manutenzione” continua del loro legame, dentro e fuori dal letto.
Ridare la parola al corpo sia sessuale, che emotivo, è uno degli obiettivi principali della terapia di coppia.

Si lavora “con e per”  la coppia e con il suo personale patrimonio di pelle,di sensi e di emozioni sopravvissute alla crisi.
La terapia è un processo di “espansione” della sessualità, volto a liberare dalle inibizioni, incoraggiando la fisicità e trattando sui limiti, è una rieducazione all’arte dell’amore.


Data pubblicazione: 26 marzo 2012

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