L’interpretazione dei sogni

jacopo.campidori
Dr. Jacopo Campidori Psicologo, Psicoterapeuta

Come curatore della rivista online “Glipsicologi” (www.glipsicologi.info) ricevo ogni giorno svariate email da parte dei lettori. Una buona fetta di queste lettere ha come tema i sogni. Le domande che vengono poste sono spesso ricorrenti, e si portano dietro erronee convinzioni legate soprattutto ad una disinformazione sulla psicologia abbastanza generale.

Una insolita domanda, che purtroppo viene rivolta con molta frequenza, ruota attorno ad ipotetici poteri magici dei sogni: possono i sogni aiutare ad anticipare la realtà? Può un sogno avere un valore predittivo? Se sogno una persona cara, questa mi sta forse pensando? Se sogno una mia ex fidanzata, è un segno che presto torneremo assieme? Domande di questo tipo mi vengono rivolte con regolarità. Purtroppo, come ripeto ogni volta, questi interrogativi esulano dal territorio della psicologia, facendo parte piuttosto di quello della magia, ambiti decisamente differenti, e da cui la psicologia si discosta (o dovrebbe) con fermezza: i sogni, fino a prova contraria, non hanno alcun potere divinatorio, e nessun psicologo, degno di questo nome, dovrebbe dire una cosa contraria, dal momento che, fino ad oggi, non esiste alcuna ricerca scientifica che testimoni e comfermi un tale potere. Come sostenteva Aristotele: “Il maggior numero di sogni profetici sono... mere coincidenze”.

Ma la richiesta più in auge riguarda comunque l’interpretazione di un sogno o di parte di esso: viene raccontato il sogno a grandi linee, spesso in poche frasi, e se ne richiede il significato. Ci tengo in questo senso a dare una risposta definitiva, che è quella che do ogni volta che mi pongono queste domande: è impossibile interpretare un sogno con così pochi dati, estrapolando il sogno dal suo contesto (il vissuto del sognatore) e senza conoscere direttamente il sognatore. Ed anche avendo accesso a più informazioni, non sempre è possibile.

Purtoppo esiste questa falsa credenza, di un sogno interpretabile in maniera univoca, in cui ad ogni simbolo corrisponde un significato: se sogno una rosa, questa ha un significato ben preciso? In realtà i sogni sono una proprietà del sognatore, e i significati mutano da un individuo all’altro. Se sogno di ricevere una rosa, ad esempio, può significare che sono innamorato, come può significare una qualsiasi altra cosa. Non esistono significati univoci, come purtroppo ci è stato fatto credere da svariate teorie magico-pseudo-psicologiche che fanno dell’interpretazione dei sogni un mestiere tanto redditizio quanto inutile.

Esistono infatti troppe poche prove (se non nessuna) a favore di simboli universali legati alle immagini oniriche. In questo senso quindi, diventano assolutamente inutili e privi di valore tutti quei “dizionari dei sogni” che si propongono di dare una interpretazione a livello simbolico del materiale onirico, dato che si limitano a dare un significato a priori ai singoli segmenti del sogno senza prendere in considerazione chi effettivamente li produce, dando dunque per scontato che ogni simbolo abbia il medesimo significato per tutti.

Con questo non sto dicendo che il sogno non sia un materiale importante: al contrario porta un contributo notevole alla terapia e alla conoscenza della persona (Freud, ad esempio, considerava il sogno come “la via regia per l'inconscio”), solo che è necessario un lavoro diverso da quello che può essere fatto leggendo una semplice email di pochi paragrafi. Se in terapia un paziente mi racconta un sogno, questo può essere inserito all’interno del suo vissuto, la conoscenza della persona mi può permettere di dare un senso ad alcuni passaggi, e alcuni particolari possono rappresentare dei temi importanti tanto da trovare un loro senso all’interno del percorso psicologico. Ma senza questo lavoro ogni altra interpretazione diventa sterile ed inutile. Ripeto, il sogno che per una persona può avere un significato, può averne uno completamente differente in un’altro sognatore. Interpretare un sogno a scatola chiusa è un po’ come fare le carte o giocare al lotto: si rischia di indovinare, ma solamente per puro caso.

Per approfondire:L'interpretazione dei sogni

Mi viene in mente la domanda che si fa Luciano Mecacci nel suo libro, “Il caso Marilyn M. e altri disastri della psicoanalisi”, in cui riporta l’interpretazione fatta da Melanie Klein di una fantasia del figlio Hans: “Una volta gli venne in mente questa fantasia: il professore, mentre stava in piedi di fronte agli allievi, si era appoggiato con la schiena alla cattedra, l’aveva rovesciata, ci era caduto sopra, l’aveva sfasciata e si era fatto male. Anche questo dimostrava che per lui il professore stava a significare il padre, la cattedra la madre, e che aveva una concezione sadica del coito”. Mecacci ironicamente si chiede cosa avrebbe dovuto immaginare il piccolo Hans (“che aveva una generale antipatia per la scuola”) per fantasticare che il professore si facesse male, dato che quello che ha sognato viene stravolto dall’interpretazione, facendogli acquistare un significato totalmente differente.

Sulla stessa linea, degna di nota, è l’interpretazione di un sogno de “L’uomo dei lupi”, famoso caso descritto da Sigmund Freud: in questo lavoro viene ricostrito l’episodio traumatico (avvenuto ad un anno e mezzo) tramite l’analisi di un sogno che il paziente aveva fatto all’età di quattro anni, in cui si era visto davanti ad una finestra spalancata di fronte a cui erano comparsi sei o sette lupi bianchi, “[...] i lupi erano tutti bianchi e sembravano piuttosto volpi o cani da pastore, perchè avevano una lunga coda come le volpi, e le orecchie ritte come quelle dei cani quando stanno attenti a qualcosa. In preda al terrore – evidentemente di essere divorato dai lupi – mi misi ad urlare e mi svegliai”. L’analisi di questo sogno porta Freud a concludere che i lupi bianchi simboleggino la biancheria intima dei genitori che il bambino avrebbe sorpreso intenti in “un coitus a tergo ripetuto tre volte” in cui “riuscì a vedere sia l’organo genitale di sua madre sia il membro del padre e comprese il processo nonchè il suo significato”.

Su questa interpretazione sono stati avanzati vari interrogativi e notevoli perplessità.

Tutto questo per dire che interpretare un sogno è sempre possibile, ma non necessariamente questa interpretazione rappresenta il senso reale del sogno. E’ facile infatti farsi trasportare dalle proprie teorie creando un racconto su un altro racconto, che purtroppo diventa altro rispetto al materiale originario. E’ possibile ad esempio che l’interpretazione del sogno dell’uomo dei lupi rispecchiasse la mentalità di Freud, non quella di Sergius Pankejeff (l’uomo dei lupi), e che Freud avesse estrapolato i suoi significati basandosi sulla propria teoria, non tanto sull’effettivo significato del sogno in questione.

Come sostiene infatti James Horne, “talvolta può essere difficile dire chi ha più fantasia, se il sognatore o l’interprete del sogno”.

 

Data pubblicazione: 27 aprile 2012

3 commenti

#1
Dr. Alessandro Raggi
Dr. Alessandro Raggi

Gentile collega, il tuo spunto è interessante, e condivido alcune delle tue affermazioni, come quella sulla falsa credenza che il sogno possa essere interpretato in maniera univoca (ad un simbolo ne corrisponde un'altro), o che addirittura i sogni possano avere una qualche funzione divinatoria.
Sono un po più possibilista di te invece, circa la possibilità, che i sogni possano contenere (non sempre) dei simboli universali e cioè possano essere (in alcuni casi) delle immagini appartenenti ad un passato filogeneticamente ereditato che si manifesta con determinate CONFIGURAZIONI simboliche oniriche. Certo questo è ben diverso che ipotizzare dei simboli onirici universali ben precisi, ma non mi risulta però, come tu affermi, che esistano teorie psicologiche che sostengano questa equivalenza e se ci sono, non sono probabilmente teorie psicologiche.
Per quanto riguarda le conclusioni di Mecacci sulle interpretazioni della Klein, con tutto il rispetto per Mecacci, mi pare che lui non abbia colto il fatto che in nessuna teoria, se non in quella freudiana (degli inizi!) si contempli la possibilità di un solo livello interpretativo. Cosa che da una parte tu stesso affermi, inizialmente <<esiste questa falsa credenza, di un sogno interpretabile in maniera univoca, in cui ad ogni simbolo corrisponde un significato>>, salvo poi affermare qualcosa che sembra l'esatto opposto: <<interpretare un sogno è sempre possibile, ma non necessariamente questa interpretazione rappresenta il senso reale del sogno>> ... <<non tanto sull’effettivo significato del sogno in questione>>. Come se esistesse un significato "reale" del sogno o un suo "effettivo significato". Dunque se diciamo che il sogno <<non ha un significato univoco>> e su questo siamo d'accordo, come possiamo poi affermare che un'interpretazione non è valida perché <<non è il suo significato reale?>>. Quale sarebbe il significato "reale" di un sogno?
Giustamente affermi che il sogno possa avere un senso all'interno di un percorso di psicoterapia e che trovi significato nel vissuto individuale del sognatore. Esatto. Mi pare che nei casi che citi (Freud e Klein) sia esattamente ciò che è avvenuto. Il significato è reale e deve essere sentito reale solo in base al vissuto del sognatore, che Mecacci (caso Klein) non mi pare abbia conosciuto. Le interpretazioni riportate, prive del contesto narrativo in cui sono inserite, fanno indubbiamente pensare ad una facile equivalenza tra contenuti simbolici, a "aliquid stat pro aliquo", ma queste interpretazioni non sono saltate fuori da un consulto basato sulla descrizione di un sogno, ma sono il frutto di un lavoro clinico lungo e della conoscenza profonda, del mondo psichico dei sognatori.
Dunque attenzione a non cadere nello stesso errore che evidenzi, ossia il proporre interpretazioni senza considerare il contesto più ampio.
inoltre, se siamo d'accordo che un sogno non possa avere una sola interpretazione univoca, possiamo anche ammettere (come chi lavora anche su materiale onirico in terapia sa bene) che i livelli interpretativi non sempre si escludono a vicenda. Questo per dire anche che sicuramente l'interpretazione di Mecacci del sogno può essere corretta, ed è oggettivamente la più plausibile e la più evidente (<<che aveva una generale antipatia per la scuola>>) ma oltre al significato manifesto, i sogni hanno spesso dei significati più profondi molto meno evidenti, realissimi per il paziente, una volta che il terapeuta esperto lo ha aiutato a portarli in superficie.

#2
Dr. Jacopo Campidori
Dr. Jacopo Campidori

La ringrazio per il commento, molto interessante. Ci tengo comunque ad alcune precisazioni.

Per cominciare non ho mai affermato "che esistano teorie psicologiche che sostengono questa equivalenza" sogno-simbolo, ma piuttosto parlo di teorie pseudo-psicologiche, teorie che si spacciano per psicologiche, e che vengono prese, dai non addetti ai lavori, come verità: per farsene un'idea è sufficiente una ricerca su google, per vedere apparire decine di link a siti che interpretano i sogni dandosi un taglio decisamente scientifico-psicologico.

Con l'affermzaione "interpretare un sogno è sempre possibile" intendevo dire che chiunque, basandosi sull'intuizione e sul senso comune, può dare una sorta di interpretazione al sogno ("è sempre possibile"), ma non necessariamente questa interpretazione ha un senso all'interno del vissuto del sognatore. Mentre con la frase "sogno interpretabile in maniera univoca" intendevo semplicemente dire che non è possibile una interpretazione a scatola chiusa sogno-simbolo, ma che in ogni caso un sogno ha sempre un senso preciso per il sognatore, anche se inconcio.

Dunque, ricapitolando, è possibile interpretare in mille modi un sogno ma sicuramente alcune interpretazioni saranno campate in aria (ad esempio quelle fatte semplicemte sulla base del sogno, senza conoscere il sognatore), altre invece daranno un senso nuovo al sogno (senso che può legarsi al vissuto del soggetto in questione, divenendo quantomeno utile ), ma solo una può essere quella "vera": sono convinto infatti che esista un senso "reale" del sogno, solo che non sempre ci è dato di sapere quale, non potendo "entrare" nella mente del sognatore, ma potendo al massimo comprenderlo per approssimazione.

Esiste dunque un significato legato al sogno ("significato reale") che è quello proprio del sognatore (anche se ne è all'oscuro), che rappresenta il motore che ha dato vita al sogno, ma non esiste un simbolismo valido a priori per ogni sognatore ("interpretazione univoca") come si trova, ad esempio, nei dizionari di interpretazione dei sogni citati nell'articolo.

#3
Dr. Armando De Vincentiis
Dr. Armando De Vincentiis

dal mio punto di vista, prettamente costruttivista, i sogni acquistano un significato nel momento in cui li interpretiamo, ma tale lavoro non è certo una decodifica ma una vera e propria costruzione, dal nulla, del suo significato.

Che lo si veda in temrmini freudiani o junghiano, analista e paziente costruiscono il percorso sulla base delle loro esperienze ed emozioni. Che poi questo possa avere un valore altamente suggestivo (e quindi terapeutico) non lo metto in discussione.

Tuttavia il pericolo sta nell'utilizzare il sogno a scopi diagnositici o di indagine poichè, presi da qualche ipotesi, si potrebbe costruire anche qualcosa che non c'è o che non c'è mai stato.

io vedo plausibile l'ipotesi neurofisiologica delle reti neurali, ossia durante la notte il cervello fa pulizia di ricordi e pensieri che ritiene superflui: ciò che vediamo nel sogno sarebbe, probabilmente, lo scarto del nostro cervello.
Il fatto che appaiano bizzari e senza senso sarebbe da paragonare alla spazzatura: noi in essa ci mettiamo di tutto senza alcun rapporto tra i vari oggetti, se la riapriamo vediamo dei puzzle abbastanza bizzarri. al risveglio, quindi, la nostra fantasia ricostruisce questo puzzle coerentemente ma in modo arbitrario perchè i vari tasselli sono li messi caso.

con questo non voglio dire che tale materiale non possa essere utilizzato a scopi terapeutici per suggestionare il paziente.

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