Rapimenti alieni, reincarnazione, abusi! Li scopriamo davvero con la “regressione” ipnotica?

a.devincentiis
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Uno dei miti davvero difficili da sfatare è rappresentato dall’utilizzo della cosiddetta regressione ipnotica come metodo di indagine diagnostica. Un mito che trae le sue origini da una certa cinematografia hollywoodiana che, spesso, rappresenta come questa metodica sia in grado di scoprire memorie passate ma rimosse dalla coscienza e dimenticate nel tempo. Nonostante vi siano numerose evidenze sperimentali in grado di dimostrare che più che un recupero l’ipnosi regressiva è, in realtà, una costruttrice di memorie, oggi viene ampiamente utilizzata per scoprire e, spesso, confermare senza alcuna prova oggettiva, storie di abusi e di traumi. Ma il più delle volte, come ho già avuto modo di spiegare in questo articolo,

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1396-molestie-e-abusi-ipotesi-o-ricordi-quando-il-trauma-non-e-mai-avvenuto.html

è proprio l’esperienza di ricerca che è in grado di impiantare un’idea fallace di trauma costruendolo dal nulla e facendolo non rivivere, bensì vivere ex novo come se fosse reale. In letteratura, infatti, sono descritti più di 7000 processi penali per storie di abusi, poi verificatesi non oggettive, costruite attraverso l’esperienza della ricostruzione di memorie passate.

La ricercatrice Elizabeth Loftus, a più riprese, ebbe modo di dimostrare quanto sia davvero facile impiantare nelle persone ricordi di eventi mai accaduti. In un esperimento chiese a dei genitori di far rievocare ai loro figli, ormai adulti, alcune esperienze fatte insieme in passato, facendo ricordare eventi reali accanto a quelli completamente inventati. Sorprendentemente i figli ricordavano, a distanza di tempo, quelle situazioni mai verificatesi nella realtà aggiungendo, addirittura, numerosi altri particolari. Da questo si evince come non ci si possa davvero fidare della propria memoria. Nonostante questo la moda della regressione ipnotica continua ad aleggiare anche tra molti specialisti alla quale, più che per un’argomentazione “scientifica”, aderiscono quasi per una sorta di credo mitologico.

Una dimostrazione degli effetti davvero fantasmatici della regressione ipnotica la si può osservare dal vivo invitandovi a seguire questi due talk show in cui mi confronto con delle persone che, dopo l’esperienza dell’ipnosi regressiva, sono davvero convinte di aver vissuto vite passate o, peggio, di essere addirittura state rapite dagli alieni ed aver subito terribili esperimenti.

Va ribadito, tuttavia, che le esperienze costruite con la regressione sembreranno reali solo se conformi con il sistema di credenze del soggetto che vi si pone.

Sia chiaro che se si cerca la conferma di esperienze fantasmagoriche e/o allucinogene senza l’uso di droghe, l’ipnosi regressiva può essere una alternativa naturale, ma con la consapevolezza che può avere come effetto collaterale quello di farvi credere di essere stati, in una vita passata, un poeta o una principessa (nei casi migliori) mentre, in quelli peggiori, di essere stati abusati da un vostro genitore o di essere stati trasportati su una navicella spaziale per sperimentazioni aliene. Buon “divertimento”.

 

Per saperne di più:

http://www.queryonline.it/2012/02/06/lontano-dallansia-e-dalla-psicoanalisi-perizia-sulla-validita-dei-processi-psicoanalitici/ 

http://www.queryonline.it/2013/04/23/i-segreti-della-mente-non-ansiosa-secondo-armando-de-vincentiis/

 

 

Data pubblicazione: 10 maggio 2013 Ultimo aggiornamento: 22 maggio 2013

10 commenti

#1
Foto profilo Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Una psicologia di *vecchio stampo* aveva la pretesa che l'analisi della psiche fosse uno strumento che aveva valenza nel qui e ora della relazione stessa tra psicoterapeuta e paziente e che ogni agito (azione nel mondo reale) a seguito della seduta era da bandire. Era la psicologia dinamica, il cui unico scopo era quello di esplorare il dinamismo mentale: la mente allo stato puro. Quella psicologia dinamica, di cui l'ipnosi è generatrice, lavorava sui contenuti simbolici ed era ben consapevole dei meccanismi di difesa della mente stessa, e, forse, più che meccanismi della mente, erano i meccanismi della memoria. Tant'è che si parlava di sogni.

Difficile dire se effettivamente siano ricordi reali dell'infanzia, o reali fantasie infantili vissute come reali, e così archiviate nella mente. Difficile dire se il materiale prodotto dal soggetto sia veramente un ricordo o una fantasia o una immaginazione. Però è vero che un prodotto mentale che si manifesta nel qui e ora della seduta, e rappresenta, comunque un contenuto mentale con forte valore simbolico.
L'ipnotista esperto questo lo sa: si parla di allora, ma si parla anche del qui e ora, in un parallelo che si confonde.
L'ipnotista esperto sa che un rapimento alieno potrebbe essere la metafora di un abuso sessuale subito, per cui meglio pensare che un alieno (estraneo, persona che non riconosco) abbia fatto su di me esperimenti strani inconcepibili. E sa bene che un rapimento alieno potrebbe semplicemente essere la storia immaginata da un bambino, che non sapendo distinguere bene tra realtà e fantasia, si fissa sull'emozione: la storia del terrore sarà pure inventata, ma l'emozione di terrore che si prova è reale! E si sa che l'emozione aiuta la memoria.

L'ipnosi è solo uno strumento. Non è lo strumento di per sè ad essere bene o male, ma l'uso che si fa dello strumento. Quindi non demonizziamo lo strumento; e poi l'ipnosi non fa cose tanto diverse dalle altre psicoterapie. In fin dei conti guarire vuol dire sostituire un'idea disfunzionale con un idea funzionale. E da questo punto di vista, qualsiasi psicoterapia segna il successo quando sostituisce l'idea che il cliente aveva quando ha varcato la soglia dello studio chiedendo aiuto.
Come disse qualcuno, il paziente è gaurito quando la pensa come il terapeuta.

#2
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Dr. Armando De Vincentiis

Concordo con il fatto che l'ipnosi non abbia nulla di più nè di meno delle altre psicoterapie come strumento terapeutico di persuasione, rielaborazione, abreazione, suggestione. Il problema nasce nella fede che certi ipnotisti hanno in essa come strumento di indagine diagnostica in barba ai problemi su elencati.

#3
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Dr. Fernando Bellizzi

Gli ipnotisti esperti non hanno fede, ma conoscenze e competenza.

#6
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Ex utente

Ho letto alcuni dei suoi articoli Dr. De Vincentiis, molto interessanti.
Non è la prima volta che sento parlare di falsi ricordi. Tuttavia, essendo una persona piuttosto ansiosa, adesso ho paura. Ma è così facile auto-suggestionarsi su questi fatti? Saranno le mie ossessioni e le mie ansie a parlare, ma in questo momento non voglio andare a ricordare la mia infanzia per non "alterare" i ricordi che ho. Ad esempio mi dico: "ti ricordi quando avevi 10 anni, quella volta in campeggio e se adesso pensassi di essere stato abusato!?". E' vero che lei scrive: "Va ribadito, tuttavia, che le esperienze costruite con la regressione sembreranno reali solo se conformi con il sistema di credenze del soggetto che vi si pone." Ma il problema è proprio questo, mi dico: "e se ti dovessi convincere di questa cosa non accaduta".

#7
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Ex utente

Cioè cerco di spiegarmi meglio, la paura di avere dei falsi ricordi può portare ad avere falsi ricordi? E' possibile che ci si convica? Come ci si "difende" da queste idee?

#9
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Ex utente

Avevo già letto quel suo articolo e anche altri sulle ossessioni. Il punto è che non riesco ad uscirne, più un'idea mi fa paura più ci rimugino, mi rendo conto dell'assurdità delle mie paure, ma non riesco a distrarmi o a pensare ad altro. Devo rivolgermi ad uno psicologo?

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