Quando lavorare diventa uno stress

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Dr.ssa Monica Cappello Psicologo, Sessuologo

Si sente sempre più frequentemente parlare di STRESS DA LAVORO CORRELATO: ci si riferisce alla situazione lavorativa, che richiede la capacità di affrontare un evento particolare, come ad esempio la gestione quotidiana degli impegni lavorativi o il relazionarsi con i colleghi.

Gli effetti dello stress da lavoro riguardano errori di disattenzione, infortuni, assenteismo o problemi disciplinari: tutte problematiche che si ripercuotono negativamente sulla produttività dell’azienda.

Le cause più frequenti sono: l’incapacità di comunicazione da parte del management, ricoprire un ruolo inadatto alle proprie capacità, lavorare in un ambiente dove le attrezzature non sono idonee, il mobbing, l’eccessiva focalizzazione dell’azienda solo sugli obiettivi da raggiungere.

Tra i sintomi dovuti a condizioni di stress da lavoro, troviamo un diffuso malessere psicofisico, stanchezza, dolori muscolari, calo delle difese immunitarie, iperattività, ansia e depressione, irritabilità, disturbi gastrointestinali, incapacità di esprimersi correttamente. 

Se si parla di SINDROME DA BURN-OUT, invece, ci si riferisce ad un processo stressante che colpisce le persone che esercitano professioni di assistenza.

Colpisce soprattutto le professioni rivolte all’aiuto, quelle in contatto costante con le persone e con le loro esigenze. Il Burnout interessa tutte quelle figure caricate da una duplice fonte di stress, cioè quello personale e quello della persona aiutata; in particolare colpisce i medici e le altre figure sanitarie, psicologi, psichiatri, assistenti sociali, insegnanti, educatori, e gli addetti ai servizi di emergenza, tra cui poliziotti e vigili del fuoco.

Le donne sono più predisposte degli uomini, soprattutto nei primi anni di carriera e con difficili dinamiche familiari.

Se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di logoramento psicofisico, dovuto alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato.

Il Burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso cinico e un sentimento di ridotta realizzazione personale. Il soggetto tende a sfuggire l’ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con sempre minor interesse, provando insoddisfazione e frustrazione, oltre a una ridotta empatia nei confronti delle persone di cui dovrebbe occuparsi.

I sintomi che accompagnano il Burnout sono un deterioramento del benessere fisico, insonnia, depressione, ansia, emicrania e disturbi gastrointestinali. I disagi si avvertono prima nel campo professionale, ma poi vengono trasportati sul piano personale. L’abuso di alcol, di sostanze stupefacenti e il rischio di suicidio possono diventare elevati in questi soggetti.

Per evitare che la Sindrome del Burnout deteriori la vita lavorativa e privata della persona, è necessario intervenire nelle situazioni critiche: i gruppi di auto-aiuto rappresentano una risorsa alternativa e aggiuntiva al sostegno psicologico per determinate situazioni.

Nei corsi rivolti agli educatori e agli operatori socio-sanitari che operano in ambito psichiatrico o con soggetti disabili, nei quali mi occupo di prevenzione e gestione del Burnout, si lavora sulle emozioni e sulla condivisione di una problematica da parte di tutti i membri del gruppo. L’obiettivo è il sostegno attraverso la rottura dell’isolamento, cercando di migliorare le capacità psicologiche dei partecipanti. L’orientamento è quello basato sul confronto con gli altri, piuttosto che sull’omologazione di pensieri e vissuti.

Data pubblicazione: 01 luglio 2014

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