La Pet Therapy

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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo

Presso l’U.O. di Oncologia di Macerata è attivo da tre anni un Servizio di Pet Therapy rivolto ai degenti  in day hospital. Due giorni alla settimana, per due ore, sono presenti in reparto due operatori (veterinario e psicologo o pedagogista) e un pet, ovvero un cane certificato per l’attività.

La Pet Therapy funziona?

Sotto il nome di pet therapy  si comprendono tutte le forme di Terapie Assistite con gli Animali (TAA) e di Attività Assistite con gli Animali (AAA).

Attualmente tali co-terapie sono molto diffuse e conosciute, oramai molti studi ne confermano l’efficacia a livello scientifico:

http://www.corriere.it/salute/11_febbraio_13/pet-therapy-efficacia-iss_77123260-337e-11e0-ae6d-00144f486ba6.shtml

La sola presenza dell’animale non basta ad avere effetti benefici sull’essere umano

Non è sufficiente regalare un cane al figlio iperattivo, oppure accompagnare in gita al maneggio i pazienti di una comunità per migliorarne lo stato di benessere  o addirittura curare un disturbo. Non basta portare il cane in reparto per abbassare il livello di stress.

Le attività assistite dagli animali richiedono una formazione specifica, per i referenti e per i pet: bisogna conoscere il servizio che si offre e quali sono le modalità per differenziarlo a seconda dei bisogni dell’utenza.

Le attività zooantropologiche si basano su contributi referenziali, ovvero, il  loro valore sta nella relazione che si stabilisce tra il pet e il fruitore (bambino, anziano, paziente psichiatrico ecc…).

Con il cane si possono effettuare  diverse tipologie di attività – per esempio ludiche, collaborative, di cura, di esplorazione, di sollecitazione sensoriale - e ciascuna di queste attività danno contributi diversi, indicati per alcune tipologie di pazienti e controindicati per altri.

E’ compito dei referenti di pet therapy individuare quali attività di relazione con il pet favoriscono il raggiungimento degli obiettivi auspicabili. In ogni servizio di pet therapy si lavora in equipe multidisciplinare: veterinari, pedagogisti, psicologi, pet operator… ed i pet!

La prescrizione si basa sul tipo di attività da fare e non semplicemente nel portare un animale in seduta.

L’animale non è una medicina o un ricostituente, bensì un soggetto relazionale. Esso ha un forte potere seduttivo, che esercita un’influenza e facilita i processi di cambiamento: possiamo avvalerci di questa naturale disposizione, ma solo effettuando specifiche attività di relazione, condotte in seduta da un operatore che sappia arbitrare la relazione tra animale e fruitore, si possono ottenere risultati benefici.

 

http://www.associazionenoa.org/

Data pubblicazione: 19 febbraio 2011

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