Vincere l'ossessione del cibo per dimagrire

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Dr. Susanna Scartoni Psicologo, Psicoterapeuta

"Il miglior modo per resistere alle tentazioni è cedervi" O. Wilde

Le vacanze sono prossime e ahimè per tutti la tanto temuta prova costume si fa sempre più vicina. All’ultimo minuto, disperatamente alla ricerca di un programma di allenamento miracoloso che sia in grado di costruire muscoli tonici e torniti oltre che della dieta più efficiente a togliere i chili in eccesso nel più breve tempo possibile, si finisce per cadere nell’assurda quanto pericolosa trappola del dimagrimento ad ogni costo, senza considerare i possibili effetti psicologici di regimi alimentari o programmi fisici troppo duri. I rischi di drastiche restrizioni alimentari basate sul sacrificio e, d’altro canto, di  forme di allenamento fisico estenuanti sono rilevanti.  Sostanzialmente la tentata soluzione della dieta ipercontrollata è spesso all’origine di disordini del comportamento alimentare che vengono a costituirsi proprio in virtù di un ‘ eccessiva limitazione, matrice inevitabile della totale perdita di controllo.

In parole povere le infinite diete che continuamente ci vengono propinate hanno sì, come risultato immediato quello di far perdere peso ma nessuna è efficace realmente data la totale impossibilità, per un comune mortale dotato anche della più ferrea volontà, di mantenerla nel tempo. Non solo, a livello mentale le privazioni agiscono in maniera subdola e travolgente  aumentando a dismisura il desiderio di ciò che viene eliminato dalla tavola. E se già O. Wilde suggeriva di cedere alle tentazioni per resistervi sulla base dell’evidente bramosia di un divieto da trasgredire viene spontaneo trovarsi in accordo con quanto G. Nardone scrive: “L’effetto trasgressione è direttamente proporzionale alla rigidità” imposta. (Nardone, 2007)

Difficilmente i regimi dietetici prendono in considerazione un aspetto chiave ed essenziale che è il piacere del mangiare. Nella società moderna nutrirsi non è più una necessità unicamente legata alla sopravvivenza ma soprattutto diviene elemento accessorio connesso anche alla gratificazione della gola, uno dei sette vizi capitali esclusivo e nei secoli sempre strettamente legato al benessere e  all’agiatezza: non esistono e non sono mai esistiti  disturbi alimentari tra le civiltà più povere.

Costantemente incentrate sul calcolo approssimativo delle calorie totali tutte le diete perdono di vista un concetto imprescindibile ben espresso dalle parole di sant’Agostino "nessuno può vivere senza il piacere". Motivo per cui dopo essere riusciti ad ottenere a fatica i risultati sperati, attraverso il controllo, è inevitabile venire travolti dalla totale ed irrefrenabile perdita di controllo che fa recuperare tutti i chili perduti se non di più.

Una ricerca dell’American Psyichological  Association ha dimostrato come le persone a dieta nel tempo tendano ad ingrassare, rispetto alle persone che sempre si concedono quello che vogliono, a causa delle abbuffate prodotte ed esasperate dalla rigida imposizione alimentare. Si crea così un circolo vizioso disfunzionale per cui più restringo più mi abbuffo, più mi abbuffo più restringo.

Esposte le ragioni del fallimento di questo, come dire, enorme specchio per le allodole che produce fatturati annui da record, contempliamo adesso soluzioni efficaci per liberarsi definitivamente dall’ossessione del cibo e della magrezza.

Oggi infatti nella mente di tutti si è come radicata l’idea del magro come bello, forse invigorita e alimentata dalle continue informazioni diffuse da radio, tv, giornali, riviste su prodotti light, pastiglie dimagranti, creme snellenti e via discorrendo. Eppure nel tempo gli artisti che si sono dedicati allo studio della figura umana delle forme e della bellezza non hanno mai raffigurato donne emaciate in pelle ed ossa. Proporzione, simmetria, armonia sono state sempre e comunque riprodotte e contemplate ed è proprio tutto questo a cui si può aspirare.

La dieta paradossale, frutto di oltre venti anni di lavoro clinico con i disordini alimentari e della ricerca intervento svolta al CTS di Arezzo da Giorgio Nardone e da noi collaboratori, in italia e nel mondo, prevede di programmare i tre pasti principali della giornata in base al piacere e non alla limitazione di modo che ogni giorno ogni appuntamento col cibo sia preceduto da questa domanda: "Cosa mi piacerebbe mangiare di più oggi a colazione,...... a pranzo, ....... a cena?". Solo in questo modo il nostro organismo può giungere all’autoregolazione ovvero all’equilibrio necessario da permettere non solo l’ascolto dei segnali provenienti dal corpo, quali fame e senso di sazietà, offuscati dal desiderio irresistibile frutto dei divieti forzati delle diete ma anche e soprattutto la percezione di ciò di cui si ha bisogno come ciò che ci piace e ci va di più.

Una dieta paradossale che si rispetti debba essere accompagnata dalla quotidiana attività fisica scelta anch’essa sulla base della piacevolezza e non della coercizione. Solo ciò che è gradevole può realmente essere mantenuto nel tempo, attività troppo faticose e poco stimolanti rischiano di farci gettare subito la spugna. Non dimentichiamo che in fondo  “Il benessere mentale e corporeo è l’unico garante di un piacevole equilibrio” .

 

BIBLIOGRAFIA

Nardone, G., La dieta paradossale, Ponte alle Grazie, Milano, 2007

Nardone, G., Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo, Rizzoli, Milano, 2003

Nardone, G., Verbitz, T., Milanese, R., Le prigioni del cibo. Vomiting, Bulimia, Anoressia: la terapia in tempi brevi, Ponte alle Grazie, Milano, 199

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Data pubblicazione: 02 maggio 2015

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