La paura di perdere il controllo in amore

La tendenza al controllo, caratterizzata dalla necessità di prevedere gli eventi ed ottenere così il massimo da se stessi, gli altri e il mondo, è un'importante risorsa dell'essere umano, affinata soprattutto nelle persone particolarmente intelligenti.

Tuttavia, da importante risorsa, può trasformarsi in limite quando la persona incrementa gli sforzi, illudendosi di ottenere così il massimo del controllo. Illusione, questa, destinata ad essere delusa, dato che nella vita gran parte degli avvenimenti sono imprevedibili e sfuggono al nostro controllo; sono molte le situazioni in un cui le variabili in gioco sono numerose e di varia natura, in cui è presente una quantità di fattori che non si possono né prevedere né controllare.

Una di queste riguarda le relazioni con gli altri e, in particolare, le relazioni amorose.

Una persona “controller”, avrà fatto di necessità virtù, pertanto, sarà diventata molto brava a tenere sempre tutto sotto controllo, a gestirsi la vita pianificandola in modo da ridurre al minimo i margini di errore, spesso senza rendersene conto, in modo del tutto spontaneo, e valuterà questo comportamento come il più funzionale ed efficace possibile. 

Quando, inevitabilemente, capiterà di sentire di non avere il pieno controllo, reagirà cercando di controllare meglio e di più.

Ma è proprio qui che sta l'inghippo paradossale: il tentativo di controllo che fa perdere il controllo; più cercherà di avere il massimo del controllo meno controllo sentirà di possedere.

In amore questo accade molto frequentemente, non è un caso che molti dei “controller” più abili ed efficienti entrino in crisi proprio quando sorge in loro il bisogno di costruire un legame e si rendono conto di non saperla gestire una relazione; poiché amare significa lasciarsi andare, e lasciarsi andarsi significa possedere la capacità di sperimentare discontrollo, di sospendere la razionalità in favore dell'emotività.

Com'è possibile avere la certezza che l'altro sia sincero e degno della mia fiducia? Come faccio ad essere sicuro che ciò che vedo nell'altro non sia il frutto dei miei desideri?

Sento crescere il sentimento dentro di me, ma come posso sapere se l'altro mi ama allo stesso modo? Più amo e più sento crescere dentro di me l'insicurezza rispetto al sentimento che l'altro può provare per me.

Invasa da mille incertezze, con le quali non è abituata a convivere, la persona entra in crisi ed intensifica gli sforzi per riottenere il massimo controllo, cadendo nuovamente al primo imprevisto.

L'atteggiamento di controllo eccessivo è sostenuto dalla convinzione che senza di esso starebbe male. Questa convinzione induce la persona a controllare ogni sua attività o reazione, innescando una spirale che la intrappola tra la paura di stare male e il controllo ossessivo.

Il “controller” è come quel millepiedi che camminava tranquillo con le sue mille zampe tra le foglie d’erba di un prato, al quale, un giorno, una curiosa formica chiese come facesse a camminare così bene, senza inciampare né cadere mai, con tutti quei piedi che si muovevano assieme.

Il millepiedi, non avendoci mai ragionato, cominciò a pensarci su…e non riuscì più a camminare senza incespicare. Usare gli argomenti della ragione per gestire emozioni o comportamenti che per loro natura sono spontanei è una strategia che fallisce miseramente ogni volta.

 

UN PICCOLO SUGGERIMENTO...

Ciò che dobbiamo fare in questi casi è comprendere e sentire che il massimo del controllo lo si ottiene imparando a lasciarlo andare per poi riprenderlo.

Quindi, ogni giorno boicotta il tuo controllo riuscito. Una volta programmata la giornata, per esempio, lascia qualcosa di non finito o da rimandare a domani per dedicarti ad altro di piacevole, oppure, una volta svolto un compito perfettamente, sporcalo un po’, o ancora, quando senti sorgere in te un dubbio o un'incertezza che vorresti assolutamente sciogliere, lasciali lì e tieniti addosso quel leggero senso di fastidio che rappresenta il piccolo disordine che mantiene l’ordine, quella dose di medicina amara che, se all’inizio non ti piace, giorno dopo giorno, costruisce in te quella piccola dose di flessibilità che ti permette di essere morbido, adattandoti al fluire degli eventi, privo di quella rigidità che rende fragili. Un po’ come l’acqua, che vince su tutto, perché si adatta a tutto.

Bibliografia

  • Nardone, G., Portelli, C., “Ossessioni, compulsioni, manie”, 2013, Ponte alle Grazie
  • Nardone, G., De Santis, G., “Cogito ergo soffro”, 2011, Ponte alle Grazie

 

Data pubblicazione: 11 gennaio 2017

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