Meningococco a 16 anni

Ultimo aggiornamento: 22.09.2009

Volevo raccontare la mia storia avvenuta nell’aprile 2005.

Ero una ragazzina di 16 anni e frequentavo il liceo. Erano gli ultimi giorni di aprile e la domenica sera ero andata per la prima volta nell’unica e piccola discoteca che ospitava il mio paese per vedere una mia compagna che sfilava allo school day. Ricordo che c’era molta confusione, ma mi ero divertita. Ero stata attenta a non fare nessuna delle cose che mia madre mi aveva raccomandato di non fare “non baciare ragazzi che non consoci, non bere dai bicchieri di altre persone” etc etc..

Il mercoledì, 3 giorni dopo, mi svegliai con le guance di un color rosso-violaceo. Era un colore completamente inusuale poiché sono una tipica ragazza mora che se non si abbronza ha un colore del viso estremamente pallido. Invece il colore delle mie guance quella mattina era così intenso da sembrare quasi una tumefazione. Non sapendoci spiegare come fosse possibile una cosa del genere e cosa fosse andai a scuola poichè avevo un compito di matematica.

Tornai a casa accusando un forte dolore alla testa e mal di pancia. Mamma mi misurò la febbre e difatti risultava 38°. Subito tachipirina, ma la sera la febbre si innalzò fino a 40°. Continuava il mal di testa, la stanchezza e l’inappetenza.

Il giorno dopo si aggiunse anche il vomito, qualora immettevo qualcosa nella bocca, che fosse acqua o solido, ributtavo fuori tutto. Chiamammo il dottore per spiegargli i sintomi e ci disse che era una gastroenterite e che non dovevamo preoccuparci.

Io intanto continuavo a vomitare e non riuscivo nemmeno a bere. Mia madre era preoccupatissima e verso le 2 del pomeriggio richiamò il dottore per chiedergli di venire a visitarmi.

Non potevo andare avanti in quel modo altrimenti avrei finito col disidratarmi.

Il dottore disse che sarebbe venuto nel primo pomeriggio prima di attaccare con il turno, cioè verso le 16.

Io non so cosa successe, non so cosa mosse la mano di mai madre, ma ad un certo punto presa da un istinto, come se un angelo le stesse comandando la mano, afferrò le coperte del mio letto, le tolse e tirando su il pigiama mi scoprì le gambe.

Erano piene di macchiette rosso scuro.

Presa dal panico chiamò il dottore che venne quasi immediatamente.

Mi spogliarono e avevo il corpo completamente ricoperto di macchie.

Lì cominciò a girarmi la testa, ricordo le ultime parole del dottore “si sta disidratando, dobbiamo ricoverarla”.

Lì persi i sensi ed entrai in coma.

 

Da qui tutti quello che racconto è perché me lo hanno dettagliatamente descritto i miei genitori.

Dal momento in cui persi coscienza arrivò l’ambulanza che mi portò all’ospedale del mio comune dove non potevano farmi niente poiché non erano autorizzati per casi del genere. In pratica per burocrazia perdemmo un’ora di tempo quando finalmente mi hanno portato al reparto di malattie infettive dell’ospedale della provincia. Durante il tragitto vomitavo verde, continuavo a vomitare in uno stato di incoscienza.

Quando arrivammo all’ospedale i medici dissero che probabilmente si trattava di meningite.

Ero in setticemia per questo ero coperta di petecchie (le macchie rosso scuro su tutto il corpo).

Per provare l’effettiva presenza di un ceppo di meningococco era necessario fare l’esame del liquor, ma essendo in setticemia avrei rischiato l’emorragia, così cominciarono subito e ugualmente una fortissima terapia antibiotica.

5 ore più tardi quando mi sono risvegliata avevo tubi dappertutto.

La prima cosa che mamma mi chiese fu qual’era il pin del mio telefono (per vedere se avevo subito danni a livello cerebrale) e io stordita dalle tante medicine gli risposi esattamente e mi riaddormentai.

Mi svegliai successivamente e da lì cominciai a prendere coscienza del tutto. Mamma mi raccontò tutto (nella maniera più dolce possibile)  ricordo che rimasi in ospedale per 3 settimane, accerchiata da un personale medico e infermieristico impeccabile.

Gentilezza, simpatia e disponibilità mi hanno accompagnata per tutti quei giorni, oltre all’amore ovviamente di famiglia e amici.

Non dimenticherò mai quello che hanno fatto per me,mi hanno salvata (una ragazza della mia stessa età in quei giorni morì della stessa malattia) , mi hanno curato ottimamente e mi sono stati sempre vicino.

Non è vero che la sanità in Italia è uno schifo. È uno stupido luogo comune.

Per fortuna c’è chi sa operare il proprio mestiere con operosità e professionalità. Ed io ho avuto la fortuna di conoscere queste magnifiche persone.

 

Ancora a distanza di 4 anni non si è capito quale sia stata la causa, né tantomeno la via di trasmissione del meningococco.

 

È stata una malattia abbastanza devastante, per me che ero una bambina ancora, ho perso 10 chili in 3 settimane e la riabilitazione non è stata facile, ma ce l’ho fatta benissimo nel giro di un mese grazie a tutti.

Sono una persona credente, e penso che sicuramente il buon Dio mi abbia aiutato, ma sono convinta anche del fatto che i medici che mi hanno curato hanno saputo gestire subito la mia situazione e mi hanno fatta guarire nel miglior modo possibile.

Non smetterò mai di essere loro grata per quello che hanno fatto.
Grazie.

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