Una recidiva è necessario un tipo d'intervento diverso che prevede un'invasività maggiore ed una

Buongiorno
Ho già richiesto un consulto più o meno un anno fa, all'epoca il mio fidanzato doveva essere operato di varicocele sx di III grdo.L'intrevento fu eseguito con la tecnica delle legatura alta della vena spermatica.
avemmo da subito problemi,nel senso che pochi giorni dopo l'intervento iniziò ad accusare dolore e soprattutto gonfiore al testicolo sx,il Dott. che l'ha operato (privatamente in una struttura privata)non volle nemmeno controllarlo dicendo al telefono che era il normale decorso post operatorio.Premetto che nel momento della dimissione non gli è nemmeno stato detto se doveva disinfettarsi la ferita oppure se e quando riprendere le sue normali attività quotidiane(rapporti compresi).Il problema è perdurato fino a quando abbiamo deciso arbitrariamente dopo un mese di fare un eco color doppler,risultato???
Varicocele sx di II grado.Mi chiedo a questo punto da ignorante in materia,è possibile che si verifichi una recidiva in così poco tempo??(una settimana dopo l'intervento di correzione).Preciso inoltre che all'inizio insieme al varicosele era presente un'idrocele che il medico ha volutamente trascurato,dicendo che siccome il posto era delicato(epididimo)sarebbe stato meglio lasciar perdere.Nel fratempo l'idrocele è peggiorato e la situazione è diventata abbastanza grave.Ovviamente abbiamo consultato altri dottori ,peralrto tutti concordi nell'effettuazione del nuovo intervento.La mia domanda è :QUAL'E' e soprattutto se C'E' una tecnica più valida rispetto all'altra,siccome uno dei dottori ci ha parlato bene della sclerotizzazione anterograda(spero sia corretto).Ci consigliano questa tecnica poichè è vista come risolutiva e minimamente invasiva.Altri però ci hanno detto che per una recidiva è necessario un tipo d'intervento diverso che prevede un'invasività maggiore ed una tecnica diversa.OGGI SIAMO NEL PANICO CON UN GRANDE PROBLEMA DA RISOLVERE SENZA SAPERE CHE STRADA IMBOCCARE.VI PREGO CERCATE DI ILLUMINARCI ALMENO NELLA SCELTA.
Vi ringrazamo anticipatamente per le rispote che vorrete darci.
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Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Cara signora, purtroppo il comportamento dei medici,così come quello di altri professionisti non è sempre uguale.
Preso atto di questa non felice situazione e della recidiva del problema occorre pensare a risolvere il problema.
Tuttavia mi preme dirle che il controllo post varicocele chirurgico deve essere effettuato a più lunga scadenza e non è certo utile eseguire un ecodoppler solo 1 mese dopo l'intervento...(ha provato ad eseguirlo per esempio a 6-8 mesi?).
Posto dunque che si tratti di una recidiva le terapie sfruttabili sono molteplici e tutte valide fin quando eseguite da mani esperte. Può prendere in considerazione sia un reintervento chirurgico, sia una scleroembolizzazione anterograda. Quanto all'idrocele ce ben poco da discutere: se si tratta di una voluminosa falda e soprattutto se da fastidio va trattato chirurgicamente con un intervento che prevede l'eversione della tonaca vaginale.
Tanti cari saluti ed auguri,
dott. Daniele Masala.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dott.Marsala
Innanzitutto vorrei ringraziare per la risposta,in secondo luogo vorrei chiederLe se i problemi di cui Ho parlato potrebbero essere alla base di difficoltà nei rapporti nel senso che l'erezione è minima.Insomma una volta risolti quelli,ritorneremo alla normalità o dovremmo affrontare situazioni diverse??
PS:tra i vari esami richiesti dal nuovo Dott.(peraltro credo suo collega in ospedale)compare l'esame della urine raccolto durnte le 24 h,sarebbe così gentile da spiegarci la necessità di tale esame??
Grazie
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
il normle e ben riconsociuto follow-up di un paziente sottoposto a correzione di varicocele prevede un ecocolrDoppler dei vasi spermatici a 3 e 6 mesi di distanza dall'intervento. Alla stessa maniera è imperativo il controllo del liquido seminale alle stesse scadenze. Lei non fa il minimo accenno al liquido seminale del Suo comapgno, come mai?
Non eseguo la legatura alta della vena spermatica ormai da quasi 15 anni. Troppo alte le percentuali di recidiva e/o persistenza del varicocele, e troppo alte le percentuali di idrocele. Quindi non condivido la scelta tecnica iniziale.
A mio modo di vedere la tecnica migliore di correzione di un varicocele recidivo come quello del Suo compagno è quella chirurgica. L'intervento indicato è la legatuta bassa secondo Marmar. Volutamente cito un dato molto tecnico, e lo faccio proprio per darLe un punto di riferimento ben chiaro, qualora Lei avesse in futuro la necessità di confrontarsi con altri pareri di altri Chirurghi.
Il deficit eretivo che il Suo compagno accusa niente ha a che vedere con tutta la problematica di cui stiamo discutendo. Non ho capito nemmeno che tipo di esame delle urine il Collega ha proposto: sarebbe forse la clearance della ceatinina? In ogni caso, dovremmo avere un quadro più ampio dello stato di salute del Suo compagno. Se il Collega ha pensato a tale dosaggio, qualche sopsetto diagnostico dovrà pure averlo avuto. Di certo, e questo glieLo anticipo, niente ha a che vedere con la recidiva del varicocele.
Infine solo un rapido commento sul comportamento, che dire censurabile è dire poco, del Collega Chirurgo. Io credo che come il Medico ha i pazienti che si merita, così anche i pazienti talvolta hanno il Medico che si meritano. Oggi come oggi un paziente che ritiene di non essere stato assistito (attenzione non ho scritto guarito, ma assistito) con diligenza, perizia e prudenza ha molti modi per far valere i suoi diritti.
Credo che quando sbaglia, e tutti possono sbagliare, un Medico che si rispetti dovrebbe avere almeno l'umiltà di riconoscerlo. Spesso il paziente non chiede altro di più.
Affettuosi auguri al Suo compagno e cordialissimi saluti ad entrambi.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it