Risveglio durante intervento in anestesia generale
Buongiorno,
avrei bisogno di un parere tecnico in merito a quanto mi è successo durante un intervento chirurgico.
Qualche giorno fa sono stata sottoposta ad asportazione della colecisti mediante laparoscopia e quindi in anestesia generale.
Premetto che l’idea di un’operazione non mi ha creato nessun tipo di problema a livello emotivo, ero tranquillissima e fiduciosa che tutto sarebbe andato nel migliore dei modi anche perché credo che il mio fosse un caso da manuale (33 anni, in salute e senza alcuna ulteriore patologia).
Sono stata addormentata con protossido di azoto, poi più nulla… fino al momento in cui improvvisamente ho iniziato a sentire tutto, sentivo che tagliavano e asportavano, con ovvi dolori lancinanti, sentivo le voci e sentivo di essere intubata e che (fortunatamente) l’intubazione non interferiva con il respiro.
Cercavo ostinatamente di riprendere il controllo del mio corpo, di aprire gli occhi ma è stato tutto inutile, ero paralizzata. Speravo allora che il mio cuore desse segnali di cedimento perché credo fosse l’unico modo che avevo di avvertire l’anestesista della mia agonia ma è proseguito tutto fino ai punti di sutura.
Il giorno successivo ho raccontato quanto successo ai chirurghi che inizialmente parlavano di autosuggestione poi mi hanno semplicemente risposto: “se sei agitata può succedere!”.
Devo dire che nel 2006 ho avuto un altro intervento chirurgico per asportazione di cisti ovariche sempre con la stessa tecnica ma in un altro ospedale e anche in quel caso l’anestesia è terminata prima della fine dell’operazione ma ricordo “solamente” il dolore durante la sutura. Quella volta inoltre al risveglio l’intubazione mi ha dato un forte senso di soffocamento (ipotizzo che abbiano tardato troppo la rimozione del tubo).
Parlandone in seguito tutti mi dicevano che probabilmente era un sogno o autosuggestione della quale ho finito per convincermi, ecco perché non mi sono fatta minimamente il problema di raccontarlo all’anestesista dell’ultimo intervento ed ecco perché ero così tranquilla.
Volevo chiedere:
- è possibile che, visti i due casi su due, sia il mio fisico a smaltire l’anestesia prima del tempo?
- anche se fosse, è possibile che l’anestesista non si accorgesse del mio grado di coscienza, non notasse cioè dei segnali di scompenso nell’elettrocardiogramma?
- per quanto mi renda conto di avere un fisico forte ed una grandissima capacità di sopportazione, ora sono terrorizzata all’idea di dovermi sottoporre ad un altro intervento chirurgico. Nel caso, come dovrei comportarmi? Dovrei chiedere che mi aumentino la dose (e magari che facciano attenzione ai monitor) durante l’operazione?
- E’ possibile dimostrare il mio caso di risveglio o devo continuare a sentirmi dire che è solo autosuggestione?
Grazie.
avrei bisogno di un parere tecnico in merito a quanto mi è successo durante un intervento chirurgico.
Qualche giorno fa sono stata sottoposta ad asportazione della colecisti mediante laparoscopia e quindi in anestesia generale.
Premetto che l’idea di un’operazione non mi ha creato nessun tipo di problema a livello emotivo, ero tranquillissima e fiduciosa che tutto sarebbe andato nel migliore dei modi anche perché credo che il mio fosse un caso da manuale (33 anni, in salute e senza alcuna ulteriore patologia).
Sono stata addormentata con protossido di azoto, poi più nulla… fino al momento in cui improvvisamente ho iniziato a sentire tutto, sentivo che tagliavano e asportavano, con ovvi dolori lancinanti, sentivo le voci e sentivo di essere intubata e che (fortunatamente) l’intubazione non interferiva con il respiro.
Cercavo ostinatamente di riprendere il controllo del mio corpo, di aprire gli occhi ma è stato tutto inutile, ero paralizzata. Speravo allora che il mio cuore desse segnali di cedimento perché credo fosse l’unico modo che avevo di avvertire l’anestesista della mia agonia ma è proseguito tutto fino ai punti di sutura.
Il giorno successivo ho raccontato quanto successo ai chirurghi che inizialmente parlavano di autosuggestione poi mi hanno semplicemente risposto: “se sei agitata può succedere!”.
Devo dire che nel 2006 ho avuto un altro intervento chirurgico per asportazione di cisti ovariche sempre con la stessa tecnica ma in un altro ospedale e anche in quel caso l’anestesia è terminata prima della fine dell’operazione ma ricordo “solamente” il dolore durante la sutura. Quella volta inoltre al risveglio l’intubazione mi ha dato un forte senso di soffocamento (ipotizzo che abbiano tardato troppo la rimozione del tubo).
Parlandone in seguito tutti mi dicevano che probabilmente era un sogno o autosuggestione della quale ho finito per convincermi, ecco perché non mi sono fatta minimamente il problema di raccontarlo all’anestesista dell’ultimo intervento ed ecco perché ero così tranquilla.
Volevo chiedere:
- è possibile che, visti i due casi su due, sia il mio fisico a smaltire l’anestesia prima del tempo?
- anche se fosse, è possibile che l’anestesista non si accorgesse del mio grado di coscienza, non notasse cioè dei segnali di scompenso nell’elettrocardiogramma?
- per quanto mi renda conto di avere un fisico forte ed una grandissima capacità di sopportazione, ora sono terrorizzata all’idea di dovermi sottoporre ad un altro intervento chirurgico. Nel caso, come dovrei comportarmi? Dovrei chiedere che mi aumentino la dose (e magari che facciano attenzione ai monitor) durante l’operazione?
- E’ possibile dimostrare il mio caso di risveglio o devo continuare a sentirmi dire che è solo autosuggestione?
Grazie.
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Buongiorno, la descrizione che lei ha fatto è abbastanza precisa e orienterebbe verso una condizione di "awareness" intraoperatoria. Cioè di probabile risveglio.
Sarebbe stato opportuno parlarne non con i chirurghi ma con il suo anestesista. Certo so che la sensazione non debba essere stata delle migliori ma è pur vero che nel caso avvenga il nostro organismo attua una serie di "segnali" che dovrebbero mettere in allarme chi l'assiste: tachicardia, aumento di pressione arteriosa, sudorazione, ecc. ecc Esiste un apposito monitoraggio che valuta la profondità e quindi l'efficacia della anestesia (B.I.S.) ma è un tipo di monitoraggio non ancora ritenuto obbligatorio (a differenza di altri) e quindi non tutte le sale ne sono provviste.
Preciso che sicuramente l'induzione non può essere stata effettuata col solo protossido d'azoto ma con un anestetico generale in vena. L'uso del solo gas non le avrebbe permesso di addormentarsi.
I dosaggi farmacologici sono generalmente "tarati" in base al peso del paziente però può accadere che il metabolismo possa essere comunque differente tra individuo e individuo e risentire di una serie di fattori quali l'uso di altri farmaci, di sostanze psicoattive, di alcool, fumo ecc.
Non ha ricevuto alcun danno fisico dall'esperienza se pur spiacevole, salvo la "possibilità" di incubi notturni ricorrenti che se si verificheranno saranno comunque transitori.
Il mio consiglio è che se, in futuro, dovesse essere costretta ad un eventuale intervento in AG all'atto della visita anestesiologica deve assolutamente riferire al Collega i due precedenti.
Cordialità
Sarebbe stato opportuno parlarne non con i chirurghi ma con il suo anestesista. Certo so che la sensazione non debba essere stata delle migliori ma è pur vero che nel caso avvenga il nostro organismo attua una serie di "segnali" che dovrebbero mettere in allarme chi l'assiste: tachicardia, aumento di pressione arteriosa, sudorazione, ecc. ecc Esiste un apposito monitoraggio che valuta la profondità e quindi l'efficacia della anestesia (B.I.S.) ma è un tipo di monitoraggio non ancora ritenuto obbligatorio (a differenza di altri) e quindi non tutte le sale ne sono provviste.
Preciso che sicuramente l'induzione non può essere stata effettuata col solo protossido d'azoto ma con un anestetico generale in vena. L'uso del solo gas non le avrebbe permesso di addormentarsi.
I dosaggi farmacologici sono generalmente "tarati" in base al peso del paziente però può accadere che il metabolismo possa essere comunque differente tra individuo e individuo e risentire di una serie di fattori quali l'uso di altri farmaci, di sostanze psicoattive, di alcool, fumo ecc.
Non ha ricevuto alcun danno fisico dall'esperienza se pur spiacevole, salvo la "possibilità" di incubi notturni ricorrenti che se si verificheranno saranno comunque transitori.
Il mio consiglio è che se, in futuro, dovesse essere costretta ad un eventuale intervento in AG all'atto della visita anestesiologica deve assolutamente riferire al Collega i due precedenti.
Cordialità
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Dott. Stelio ALVINO
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 12.8k visite dal 06/07/2013.
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