Una fibrillazione atriale, risoltasi dopo circa mezz'ora
Sono una donna di 37 anni.
All'età di 28 anni ho avuto il primo episodio di tachicardia parossistica, risoltasi dopo una flebo che mi hanno fatto all'ospedale di cremona (manovre vagali inefficaci). Il secondo episodio risale al 2001 (ero all'ottavo mese di gravidanza), risoltosi spontaneamente dopo circa una mezz'ora dalla comparsa. La frequenza cardiaca, in entrambi i casi, era intorno ai 180 battiti.
IL terzo episodio di tachicardia avviene nel marzo 2005, anche questo si risolve spontaneamente dopo circa una mezz'ora. Il quarto nel dicembre 2005, rientrato dopo flebo. IL quinto nel marzo 2007, anche questo risolto con flebo.
I controlli hanno avuto tutti esito negativo (ecocardiogramma, holter, esami tiroide, ecc.).
Purtroppo, il 35 maggio scorso, in seguito ad un episodio che pensavo di solita tachicardia, sono corsa all'ospedale, dove mi hanno invece diagnosticato una fibrillazione atriale, risoltasi dopo circa mezz'ora in seguito a flebo.
Ho rifatto ecocardiogramma (nella norma), pressione arteriosa sempre piuttosto bassa (100/60), esami tiroide tutto normale.
Apparentemente non c'è causa, se non in quel famoso "circuito elettrico" di cui tutti mi parlano.
Il cardiologo mi ha sconsigliato per il momento terapie farmacologiche.
Questi episodi hanno determinato in me un'ansia inaccettabile, e reso la mia vita un inferno. MI trovo in difficoltà ad affrontare qualsiasi cosa (un viaggio, una serata, ecc.) per paura che mi ritorni.
Sono stata anche dal mio psichiatra (con il quale sono stata in cura 7 anni per una nevrosi ipocondriaca). Lui dice che il mio problema è di origine psicosomatica, e mi ha consigliato il training autogeno.
Ora, io mi chiedo: come è possibile che uno psichiatra (che è anche medico) affermi con certezza che il problema è di origine psicosomatica, mentre un cardiologo invece sostenga che il problema è a livello organico?
Non so più a chi credere, inoltre il mio terrore è che la fibrillazione mi ritorni, con il conseguente rischio che diventi cronica, o che mi costringa in ospedale per giorni prima che mi passi. Ma perchè viene questa patologia a persone giovani con il cuore sano? A me hanno detto addirittura che ho un cuore d'atleta. Ho sempre fatto palestra, fumo 5 sigarette al giorno. Ho il colesterolo molto basso, gli esami del sangue sono tutti aposto. Non potrebbe essere possibile che io abbia qualche patologia precisa, ed una volta riscontrata questa, possa finalmente capire quale è la causa del mio disturbo?
Inoltre, durante l'unico episodio di fibrillazione atriale, mi hanno trovato il potassio basso (3,5), e il cardiologo mi ha ordinato "MG K-VIS", un integratore. Dagli ultimi esami infatti il potassio era salito.
Io vorrei sapere se esistono delle possibilità che questa fibrillazione non si ripresenti più, oppure me la devo aspettare di nuovo?
E' vero che i farmaci anti-aritmici hanno effetti collaterali gravi?
Come posso uscire da questo incubo?
Grazie di cuore per il prezioso servizio che offrite
All'età di 28 anni ho avuto il primo episodio di tachicardia parossistica, risoltasi dopo una flebo che mi hanno fatto all'ospedale di cremona (manovre vagali inefficaci). Il secondo episodio risale al 2001 (ero all'ottavo mese di gravidanza), risoltosi spontaneamente dopo circa una mezz'ora dalla comparsa. La frequenza cardiaca, in entrambi i casi, era intorno ai 180 battiti.
IL terzo episodio di tachicardia avviene nel marzo 2005, anche questo si risolve spontaneamente dopo circa una mezz'ora. Il quarto nel dicembre 2005, rientrato dopo flebo. IL quinto nel marzo 2007, anche questo risolto con flebo.
I controlli hanno avuto tutti esito negativo (ecocardiogramma, holter, esami tiroide, ecc.).
Purtroppo, il 35 maggio scorso, in seguito ad un episodio che pensavo di solita tachicardia, sono corsa all'ospedale, dove mi hanno invece diagnosticato una fibrillazione atriale, risoltasi dopo circa mezz'ora in seguito a flebo.
Ho rifatto ecocardiogramma (nella norma), pressione arteriosa sempre piuttosto bassa (100/60), esami tiroide tutto normale.
Apparentemente non c'è causa, se non in quel famoso "circuito elettrico" di cui tutti mi parlano.
Il cardiologo mi ha sconsigliato per il momento terapie farmacologiche.
Questi episodi hanno determinato in me un'ansia inaccettabile, e reso la mia vita un inferno. MI trovo in difficoltà ad affrontare qualsiasi cosa (un viaggio, una serata, ecc.) per paura che mi ritorni.
Sono stata anche dal mio psichiatra (con il quale sono stata in cura 7 anni per una nevrosi ipocondriaca). Lui dice che il mio problema è di origine psicosomatica, e mi ha consigliato il training autogeno.
Ora, io mi chiedo: come è possibile che uno psichiatra (che è anche medico) affermi con certezza che il problema è di origine psicosomatica, mentre un cardiologo invece sostenga che il problema è a livello organico?
Non so più a chi credere, inoltre il mio terrore è che la fibrillazione mi ritorni, con il conseguente rischio che diventi cronica, o che mi costringa in ospedale per giorni prima che mi passi. Ma perchè viene questa patologia a persone giovani con il cuore sano? A me hanno detto addirittura che ho un cuore d'atleta. Ho sempre fatto palestra, fumo 5 sigarette al giorno. Ho il colesterolo molto basso, gli esami del sangue sono tutti aposto. Non potrebbe essere possibile che io abbia qualche patologia precisa, ed una volta riscontrata questa, possa finalmente capire quale è la causa del mio disturbo?
Inoltre, durante l'unico episodio di fibrillazione atriale, mi hanno trovato il potassio basso (3,5), e il cardiologo mi ha ordinato "MG K-VIS", un integratore. Dagli ultimi esami infatti il potassio era salito.
Io vorrei sapere se esistono delle possibilità che questa fibrillazione non si ripresenti più, oppure me la devo aspettare di nuovo?
E' vero che i farmaci anti-aritmici hanno effetti collaterali gravi?
Come posso uscire da questo incubo?
Grazie di cuore per il prezioso servizio che offrite
[#1]
Anestesista, Infettivologo
Concordo con il cardiologo, il problema è organico, ma senza dubbio le genera ansia. Lei parla di fibrillazione e di tachicardia parossistica, sono cose diverse. Gli antiaritmici si possono usare con sicurezza, ma non sono indicati nel suo caso. Varie forme aritimiche si possono curare se si individua il circuito aberrante. Si rivolga ad un Centro di Aritmologia per studio elettrofisiologico ed eventuale termoablazione, se non lo avesse già fatto.Le consiglio di assumere il potassio ed il magnesio tutti i giorni specie d'estate, stabilizza molto le cellule miocardiche ed è di aiuto.
Marcello Masala MD
Marcello Masala MD
[#2]
Cardiologo
Gentile Utente,
spero di darti delle informazioni utili per risolvere il tuo problema.
Descrivi molto bene la tua toria clinica,...iniziata con delle crisi di tachicardia parossistica, risolte spontaneamente o con l'aiuto di farmaci antiaritmici ev, fino ad arrivare all'ultimo episodio di tachiaritmia che sembrava fosse il solito episodio di TPSV (tachicardia parossistica sopraventricolare) invece vi e' stato il riscontro di una fibrillazione atriale.
La TPSV ha come presupposto elettrofisiologico una via anomala in piu', accessoria (che puo' essere presente a vari livelli nel cuore), che puo' possedere caratteristiche di conducibilita' e insieme al normale sistema di conduzione cardiaco puo' creare un circuito di rientro, che e' alla base della tachicardia. In alcuni casi soprattutto quando la tachicardia assume elevate frequenze, per l'alto numero di stimoli che riceve la camera atriale, puo' indurre una nuova aritmia desincronizzata come la fibrillazione atriale.
Questa puo' essere una delle ipotesi che potrebbe spiegare l'insorgenza di FA ,...quindi una correlazione stretta tra TPSV (che tu hai avuto spesso) e FA riscontrata di recente.
Le altre cause di FA possono essere transitorie e correggibili (spine riflessogene digestive, distiroidismo, pericardite, ischemia miocardica,...), o cause croniche come l'ipertensione, il diabete etc.)In alcuni casi la FA puo' insorgere in pazienti senza cardiopatia organica (giocano un ruolo importante in questa ipotesi fattori costituzionali/genetici e influenze del sistema neuroautonomico).
Comunque , di fronte a episodi di tachicardia parossistica, sintomatici e sostenuti, ti consiglerei di eseguire uno studio elettrofisiologico per l'identificazione del substrato aritmico della TPSV ed il suo trattamento mediante ablazione con RF.(L'ablazione della TPSV e' oramai una procedura efficace,...90-95% con un basso rischio procedurale).
Successivamente eseguirei un follow-up clinico per valutare se vi sono recidive di fibrilazione atriale.
In ultimo ,..."non esiste alcuna correlazione tra TPSV e genesi psicosomatica..."
Un cordiale saluto
Dr Gabriele De Masi De Luca
spero di darti delle informazioni utili per risolvere il tuo problema.
Descrivi molto bene la tua toria clinica,...iniziata con delle crisi di tachicardia parossistica, risolte spontaneamente o con l'aiuto di farmaci antiaritmici ev, fino ad arrivare all'ultimo episodio di tachiaritmia che sembrava fosse il solito episodio di TPSV (tachicardia parossistica sopraventricolare) invece vi e' stato il riscontro di una fibrillazione atriale.
La TPSV ha come presupposto elettrofisiologico una via anomala in piu', accessoria (che puo' essere presente a vari livelli nel cuore), che puo' possedere caratteristiche di conducibilita' e insieme al normale sistema di conduzione cardiaco puo' creare un circuito di rientro, che e' alla base della tachicardia. In alcuni casi soprattutto quando la tachicardia assume elevate frequenze, per l'alto numero di stimoli che riceve la camera atriale, puo' indurre una nuova aritmia desincronizzata come la fibrillazione atriale.
Questa puo' essere una delle ipotesi che potrebbe spiegare l'insorgenza di FA ,...quindi una correlazione stretta tra TPSV (che tu hai avuto spesso) e FA riscontrata di recente.
Le altre cause di FA possono essere transitorie e correggibili (spine riflessogene digestive, distiroidismo, pericardite, ischemia miocardica,...), o cause croniche come l'ipertensione, il diabete etc.)In alcuni casi la FA puo' insorgere in pazienti senza cardiopatia organica (giocano un ruolo importante in questa ipotesi fattori costituzionali/genetici e influenze del sistema neuroautonomico).
Comunque , di fronte a episodi di tachicardia parossistica, sintomatici e sostenuti, ti consiglerei di eseguire uno studio elettrofisiologico per l'identificazione del substrato aritmico della TPSV ed il suo trattamento mediante ablazione con RF.(L'ablazione della TPSV e' oramai una procedura efficace,...90-95% con un basso rischio procedurale).
Successivamente eseguirei un follow-up clinico per valutare se vi sono recidive di fibrilazione atriale.
In ultimo ,..."non esiste alcuna correlazione tra TPSV e genesi psicosomatica..."
Un cordiale saluto
Dr Gabriele De Masi De Luca
[#3]
Ex utente
Ringrazio i medici che mi hanno risposto, in particolare il Dott.De Masi De Luca. In effetti, anche il mio cardiologo ha presupposto un meccanismo come quello che Lei ha descritto (tachicardia degenerata in fibrillazione). Ho preso un appuntamento con un importante aritmologo di Milano, fra circa una ventina di giorni. Mi auguro fortemente che mi dia qualche elemento per tranquillizzarmi ed avere finalmente qualche possibilità di risolvere il mio problema.
Solo una cosa non mi è chiara: cosa sono le "influenze del sistema neuroautonomico"? E il "follow-up clinico"?
Grazie mille.
Solo una cosa non mi è chiara: cosa sono le "influenze del sistema neuroautonomico"? E il "follow-up clinico"?
Grazie mille.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 27.9k visite dal 19/06/2007.
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Approfondimento su Aritmie
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