Presunta infezione pacemaker

Buonasera Dottori,

Sono cortesemente a richiedere un consulto in quanto mia madre ha subito nel mese di Aprile 2017 un intervento necessario per sostituire la batteria del pacemaker che gli era stato installato inizialmente nel 2011.
L'intervento è stato eseguito presso la cardiologia dell'ospedale di Arezzo dove mia madre è in cura dal 2011.

Ad un mese esatto dall'intervento la tasca si è gonfiata e arrossita inoltre è comparsa anche la febbre, ci siamo quindi recati presso il reparto di cardiologia dove è stato prescritto Antibiotico ( lefofloxacina 500 mg al dì), dopo che la cardiologia di Arezzo aveva richiesto un consulto telefonico ai colleghi di Pisa.

Adesso a distanza di una settimana di antibiotico tutto sembra regredire ma la febbre rimane ( anche se più bassa) secondo il dottore se gli antibiotici faranno il proprio dovere non sarà necessario l'espianto.

Vorrei sapere se il reparto di cardiologia sta procedendo seguendo tutte le procedure da adottare in questi casi, considerando che non è ancora stato fatto ne un analisi del sangue ne un ecocuore, ma solo una visita a vista.

Resto in attesa e vi ringrazio, un saluto.

[#1]
Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 112.7k 3.7k
Occorre fare le emocolture per batteri aerobi e anerobi per cercare di isolare il germe responsabile e quindi una terapia antibiotica mirata.
Un ecografia cardiaca e' senz'altro utile per escludere endocarditi.
Talora si e' costretti a rimuovere l'impianto compri i cateteri lungo il cui decorso possono annidarsi le colonie dei germi responsabili.
Ovviamente può anche darsi che la terapia antibiotica riesca a dominare il quadro.

Arrivederci

cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille Dott. Cecchini.

Ho comunque il dubbio che la questione sia stata sottovalutata dai colleghi della cardiologia di Arezzo.

Quanto tempo occorre in caso di comparsa dei sintomi dell'infezione ( decupito tasca, febbre) affinché l'infezione non arrivi al cuore con conseguente endocardite? sono passate due settimane dalla manifestazione di presunta infezione, il rossore si è attenuato di molto ma la tasca è sempre abbastanza gonfia, possiamo stare "relativamente tranquilli" su quel fronte?
Quello che mi preoccupa e che nessuno si è posto il problema di analizzare se è in corso una vera infezione oppure se si tratta solo di un ematoma della tasca.

Grazie mille, eventualmente chiederemo un consulto presso l'ospedale di Pisa nel caso in cui ad Arezzo non riusciamo a risolvere.

Un saluto
[#3]
Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 112.7k 3.7k
Non c'e una regola, ma se la conta dei bianchi e dei neutrofili, la VES , la PCR il fibrinogeno sono normalizzati non vedo perche' pensare ad una infezione attiva

Arrivederci

cecchini