Adesiolisi dopo colectomia totale

Mio marito anni 64 ha subito una colectomia totale a causa di una poliposi diffusa recidivante con displasia severa nel 2001, ne è conseguito un laparocele con posizionamento di due retine di contenimento, nel corso di questo intervento si forò la colecisti dalla quale fuoriuscì bile nel sacco peritoneale e a questo evento fece seguito una setticemia, venne qunidi nuovamente operato. Nel 2003 ebbe una pancreatire che si risolse ma si formò una pseudocistiperipancreatica che venne aspirata per via laparoscopica. Nel 2006 a causa dei calcoli nella colecisti si verificò un nuovo episodio di pancreatite , guarita questa venne operato per l'asportazione della colecisti. Questo per fare un quadro del pregresso.
Fino al 23 dicembre u.s. mio marito ha goduto di relativamente buona salute, facendo una vita normale ed alimentandosi normalmente , senza eccessi , non fa uso di alcolici. Il 23 sono iniziati fortissimi dolori addominali seguiti da vomito incoercibile. al prontosoccorso hanno fatto una tac ed è stato trasferito immediatamente in sala operatoria con diagnosi di blocco intestinale che, al termine dell'intervento, il chirurgo mi ha detto essere causato dalle aderenze.Dopo alcuni giorni sono stati rimosssi il sondino nasogastr. e i drenaggi ed ha iniziato un'alimentazione leggera seguita nel giro di un paio di gg da nuovo vomito.E' stato riposizionato il sondino nasogastr. per alcuni gg e la sequenza si è ripetuta tal quale. il 4/1/2012 hanno eseguito un rx del transito e scoperto che c'era un nuovo blocco, lo hanno rioperato dicendomi che si erano riformate tutte le aderenze anche peggio di prima.hanno posizionato tre drenaggi e il sondino. improvvisamente improvvisamente in 4giornata da uno dei drenaggi ha cominciato ad uscire anche bile, non hanno tenuto i punti? si è forata un'ansa intestinale?? hanno iniziato alimentazione parenterale, dal sondino esce moltissimo liquido e anche da questo drenaggio. Mi hanno detto che non è più operabile e che si spera che il foro si chiuda da se e che le opzioni sono o che si ricanalizza o che si forma una fistola che permetterà l'uscita di questo materiale.Se la situazione era così tragica perche non è stata fatta una stomia durante il secondo intervento?
Sono molte le domande che pongo e alle quali danno vaghe risposte, io vorrei sapere soprattutto se esiste in Italia un centro di eccellenza riguardo questi problemi, mi hanno cosigliata di rivolgermi ad un prof di Londra del quale eventualmente farò il nome in privata sede, ma non è semplice dato il mio inglese scolastico. E se togliendo il drenaggio pian piano non si formasse il canale fibroso ? e se gli viene una peritonite? e se togliendo il sondino rivomita ? che facciamo se non si può, come dicono riaprire? cosa facciamo mandiamo un'uomo che era la gioia di vivere in persona al creatore? Vi prego che qualcuno di voi mi risponda e riaccenda un minimo di speranza..... Grazie ovviamente posso fornire ulteriori dati
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Storia complessa e sfortunata, sia per i precedenti sia per la situazione attuale. Difficile ovviamente dare indicazioni a distanza e tanto meno esprimere un giudizio sull' operato dei colleghi. Le sindromi aderenziali sono comuni dopo chirurgia ripetuta e spesso le occlusioni intestinali recidivanti e di difficile risoluzione.Sicuramente chi sta gestendo personalmente la situazione sa se è il caso di consultare uno specialista e nel caso lo fara' di sua iniziativa. Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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Utente
Utente
Mi auguro che sia come dice lei, mi rendo conto che la medicina non è un'equazione matematica in cui se applichi le regole al risultato arrivi certamente .
Quello che non riesco ad accettare è che non mi si dica quali provvedimenti si prenderanno a seconda delle varie opzioni che si possono presentare.
Ad esempio: se non si ricanalizza naturalmente facciamo la stomia .Benissimo , magari difficile da digerire psicologicamente ma sarebbe una soluzione, la domanda è : come la facciamo se ritengono non sia operabile?? Chiamiamo mago merlino?
Vorrei sapere chiaramente cosa si intende fare,non mi va bene questo approccio che assomiglia ad approssimazione!
Capisco che è tutto molto difficile, ma io vorrei sapere da lei se conosce qualche centro di eccellenza a questo riguardo, vorrei portarmi avanti in caso ci fosse la necessità di trovare chi pur rendendomene edotta sia in grado di assumersi il dovuto rischio.
I medici che lo hanno in cura mi hanno parlato del Prof Nicols a Londra, ma in Italia possibile non ci sia qualcuno alla stessa altezza???
Grazie e cordiali saluti
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Comprendo il suo stato d' animo, tuttavia una situazione complessa da gestire da parte di personale specializzato non è facilmente 'spiegabile' nei dettagli ai non addetti ali lavori, e non mi riferisco solo alla chirurgia.Come le dicevo non è possibile a distanza senza avere presente la situazione concretamente fornire indicazioni piu' specifiche e per questo le rinnovo il consiglio di affidarsi a chi lo segue, sia per le cure sia per eventuali necessita di consulenze esterne a loro giudizio. Aucora auguri!
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Dr. Vincenzo Cifarelli Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 124 1
Gentile Signora
le fistole intestinali a media ed alta portata ,se drenate all'esterno dai drenaggi addominali e riducendo in parte la portata con la presenza del sondino nasogastrico,con una terapia parenterale ad alto contenuto calorico, per vena centrale,ed ovviamente in assenza di complicanze gravi come una peritonite generalizzata, possono chiudersi.
Il paziente va monitorizzato e seguito ,cosi' come sicuramente stara' avvenendo ,in una terapia Intensiva ,con tutti i presidi necessari per ottenere un risultato proficuo.
E' chiaro che resta un paziente ad alto rischio e potrebbe essere necessario un ulteriore intervento,ma non è detto che non vi possa essere una possibilita' incruenta,con una chiusura della fistola enterica .
Dopo sei giorni dall'ultimo intervento è prematura qualsiasi valutazione soprattutto in una fase di stazionarieta'.
Ritengo che in Chirurgia in tali situazioni complesse ,le consulenze estere con tutto il rispetto per i Colleghi ,siano superflue.
Continui ad affidarsi alle cure dei Colleghi Curanti e non perda la fiducia loro riposta.
Sinceri auguri

dr. Vincenzo Cifarelli

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Utente
Utente
La ringrazio della cortese risposta, fortunatamente ad oggi non c'è peritonite visto che non ha febbre ne movimenti nei parametri ematici.
E' nutrito per via parenterale con un porter in giugulare e il drenaggio produce circa 500ml al giorno così come il sondino, gli altri due drenaggi sono praticamente asciutti da giorni.
Probabilmente sono io che ho delle pretese assurde , ha ragione, bisogna dare il tempo al tempo, certamente che l'equipe che l'ha operato non ha il dono della comunicativa!
Mi permetterò di disturbarla per chedere spiegazioni quando non capirò l'andazzo delle cose. Grazie ancora e cordiali saluti
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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
Gentile utente,premesso che la situazione clinica è complessa ,desidero chiarire alcuni punti.La fistola è ad alta portata e per fortuna schermata(infatti non c'è interessamento peritoneale)ma il presupposto della ipotetica chiusura e che ci sia canalizzazione a valle.Il paziente ha emissione di gas o feci liquide colorate(dello stesso colore del liquido del drenaggio )dall'ano?.Questo tipo di informazione si potrebbe ottenere somministrando nel sondino nasogastrico del contrasto(gastrografin) e seguendone il percorso.Se il contrasto fuoriesce tutto dal drenaggio,il paziente ha già una stomia derivativa e la mancata progressione per ostacolo aderenziale in basso,renderebbe improbabile la chisura.Comunque la NPT ipercalorica è importante per sostenerlo e a prepararlo ad una successiva revisione chirurgica.Assenza di blocco e fistola a derivazione parziale sono condizioni che potrebbero favorire la chiusura.
Saluti ed auguri

Dr. Lucio Pennetti
Specialista chirurgia generale
Specialista chirurgia vascolare
Chirurgia videolaparoscopica

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, attualmente non c'è alcuna emissione di feci dall'ano, solo una blanda emissione di gas. Da questa notte non c'è quasi più emissione di liquidi attraverso il sondino NG siamo passati dai 300- 400 cc di ieri ai pochi cc di oggi, anche il drenaggio dal quale fuoriesce materiale enterico ha gettato molto meno rispetto ieri. Non so se questi sono buoni segni o meno.
Mi auguro di si ovviamente. Cordiali saluti
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Dr. Lucio Pennetti Chirurgo generale, Chirurgo vascolare 1.2k 27
Spero anche io vivamente che siano segnali positivi.
Saluti
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