Frattura iv e v metacarpo
Buonasera,
a seguito di caduta ho riportato frattura del quato e quinto metacarpo mano sinistra. La frattura del quinto non sembra destare preoccupazioni, mentre per quella del quarto, che alcuno descrive come modicamente scomposta, è stata posta indicazione chirurgica da 2 dei 4 medici che mi hanno visto in pronto soccorso ed ai controlli.
Voi cosa consigliate? L'intervento mi può garantire una guarigione funzionalmente migliore e/o più rapida? Dopo quanto tempo posso pensare di riprendere a caricare la parte con l'attività sportiva nei due casi?
Grazie
Immagini RX a 0 e 7gg
a seguito di caduta ho riportato frattura del quato e quinto metacarpo mano sinistra. La frattura del quinto non sembra destare preoccupazioni, mentre per quella del quarto, che alcuno descrive come modicamente scomposta, è stata posta indicazione chirurgica da 2 dei 4 medici che mi hanno visto in pronto soccorso ed ai controlli.
Voi cosa consigliate? L'intervento mi può garantire una guarigione funzionalmente migliore e/o più rapida? Dopo quanto tempo posso pensare di riprendere a caricare la parte con l'attività sportiva nei due casi?
Grazie
Immagini RX a 0 e 7gg
[#1]
Gentile Signore,
premetto che le regole del nostro sito non consentono di inviare o commentare immagini.
In ogni caso, la frattura del 4° metacarpo è "a becco di flauto", cioè obliqua: l'unico problema che potrebbe determinare è una minima rotazione sull'asse longitudinale del dito, che si tradurrebbe in una deviazione assiale in convergenza o in divergenza del 4° dito durante la sua flessione.
Per avere la certezza che questo non si verifichi, l'unica strada è operare inserendo due microviti in titanio per stabilizzare i frammenti ossei: tale stabilizzazione, tra l'altro, le consentirebbe di iniziare da subito parziali movimenti delle dita.
Se invece non si opera, deve accettare un minimo di rischio che il dito si incroci in parte con il 5° o con il 3° e soprattutto deve attendere la formazione del callo osseo prima di iniziare il movimento.
A lei la scelta.
Buona giornata.
premetto che le regole del nostro sito non consentono di inviare o commentare immagini.
In ogni caso, la frattura del 4° metacarpo è "a becco di flauto", cioè obliqua: l'unico problema che potrebbe determinare è una minima rotazione sull'asse longitudinale del dito, che si tradurrebbe in una deviazione assiale in convergenza o in divergenza del 4° dito durante la sua flessione.
Per avere la certezza che questo non si verifichi, l'unica strada è operare inserendo due microviti in titanio per stabilizzare i frammenti ossei: tale stabilizzazione, tra l'altro, le consentirebbe di iniziare da subito parziali movimenti delle dita.
Se invece non si opera, deve accettare un minimo di rischio che il dito si incroci in parte con il 5° o con il 3° e soprattutto deve attendere la formazione del callo osseo prima di iniziare il movimento.
A lei la scelta.
Buona giornata.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
Buongiorno
chiedo scusa ma avevo letto di non pubblicare immagini che consentissero l'identificazione, non di non pubblicare immagini tout court. Prego i moderatori di rimuovere i link.
Per un caso abbastanza fortuito, ho potuto chiedere un parere ad un medico, di passaggio nella mia zona, che mi è stato indicato come specialista della materia, pioniere della chirurgia della mano.
L'impressione è stata decisamente migliore di quella lasciata del precedente ortopedico dell'ospedale. Anzitutto mi ha visitato e non si è limitato a dare uno sguardo sommario alla radiografia, raccomandandomi l'intervento sulla sola base di essa.
Ha provato a farmi muovere delicatamente le dita, aiutandomi a momenti. Da questo avrebbe notato che il quarto dito non tende attualmente a sovrapporsi alle dita adiacenti se non in misura limitata. Anche le radiografie confermerebbero, a detta sua, che la situazione non è peggiorata in 7gg, e deporrebbero a favore del fatto che la frattura, pur modicamente scomposta, non si accompagnerebbe ad una rotazione relativa dei due monconi, fatto che invece causerebbe la sovrapposizione che penso anche lei paventi.
La conclusione sarebbe che, fosse la sua mano sinistra, non si farebbe operare. Mi ha suggerito quindi di continuare con l'immobilizzazione e di rivalutare la situazione fra 15gg. Dopodiche, anche a seconda delle risultanze, si potrebbe decidere di cambiare strumento di immobilizzazione, o iniziare a ridurla progressivamente accompagnando una certa riabilitazione controllata, o al limite intervenire chirurgicamente. Apparentemente, essendo ormai trascorsi 9-10gg dal trauma, fare l'intervento oggi o fra 15gg sarebbe poco diverso, anche vista la natura della frattura.
Lei come giudica un approccio del genere? Può essere sensato in alcuni casi come il mio?
chiedo scusa ma avevo letto di non pubblicare immagini che consentissero l'identificazione, non di non pubblicare immagini tout court. Prego i moderatori di rimuovere i link.
Per un caso abbastanza fortuito, ho potuto chiedere un parere ad un medico, di passaggio nella mia zona, che mi è stato indicato come specialista della materia, pioniere della chirurgia della mano.
L'impressione è stata decisamente migliore di quella lasciata del precedente ortopedico dell'ospedale. Anzitutto mi ha visitato e non si è limitato a dare uno sguardo sommario alla radiografia, raccomandandomi l'intervento sulla sola base di essa.
Ha provato a farmi muovere delicatamente le dita, aiutandomi a momenti. Da questo avrebbe notato che il quarto dito non tende attualmente a sovrapporsi alle dita adiacenti se non in misura limitata. Anche le radiografie confermerebbero, a detta sua, che la situazione non è peggiorata in 7gg, e deporrebbero a favore del fatto che la frattura, pur modicamente scomposta, non si accompagnerebbe ad una rotazione relativa dei due monconi, fatto che invece causerebbe la sovrapposizione che penso anche lei paventi.
La conclusione sarebbe che, fosse la sua mano sinistra, non si farebbe operare. Mi ha suggerito quindi di continuare con l'immobilizzazione e di rivalutare la situazione fra 15gg. Dopodiche, anche a seconda delle risultanze, si potrebbe decidere di cambiare strumento di immobilizzazione, o iniziare a ridurla progressivamente accompagnando una certa riabilitazione controllata, o al limite intervenire chirurgicamente. Apparentemente, essendo ormai trascorsi 9-10gg dal trauma, fare l'intervento oggi o fra 15gg sarebbe poco diverso, anche vista la natura della frattura.
Lei come giudica un approccio del genere? Può essere sensato in alcuni casi come il mio?
[#4]
Utente
Buonasera,
Sono tornato per una RX di controllo a 26 giorni dalla frattura. Il referto afferma:
Controllo di note fratture rispettivamente composta della base del quinto metacarpo e lievemente scomposta, pluriframmentaria, della base del IV metacarpo ove si osservano iniziali segni di rimaneggiamento a carattere riparativo.
Distacco parcellare dello scafoide carpale.
Il chiururgo della mano che mi segue, che fino ad ora mi aveva fatto una buona impressione, nella visita che ha seguito la RX è stato invece piuttosto sbrigativo. Ha dato uno sguardo all RX decretando che la situazione non era peggiorata. Non mi ha nemmeno tolto il bendaggio per controllare l'aspetto o la mobilità della mano e delle dita.
Mi ha "spedito" invece da una fisioterapista che si occupa di arto superiore suggerendole di confezionare un tutore su misura che includesse anche il polso (che finora invece era stato libero), da portare ancora per almeno 15 giorni, salvo nei momenti in cui io fossi in condizioni di sicurezza a casa per esempio e nei momenti in cui devo fare degli esercizi definiti con la fisioterapista stessa. Ha detto che mi avrebbe rivisto tra un mese dopo ulteriore RX di controllo.
Senza entrare nel merito degli esercizi che mi sono stati assegnati, inizialmente liberi e successivamente contro resistenza, ci sono alcuni aspetti che mi preoccupano e mi fanno temere di aver fatto una scelta sbagliata del medico e dell'approccio, e mi fanno sospettare che forse avrei dovuto seguire il consiglio di chi mi suggeriva invece un'operazione, seppur tardiva.
1) Le nocche del quarto e quinto dito sono sparite ed invisibili.
2) Appoggiando la mano su una superficie piatta io ho invece la sensazione di appoggiarla su una superficie convessa
3) Quando piego le dita, diciamo come per suonare il pianoforte ma con le dita intenzionalmente vicine, il quarto dito diverge verso l'esterno
4) Il quarto dito sembra accorciato nel movimento di prima, la seconda falange del quarto e quinto non sono più a livello con quella del secondo come prima e come nella mano dx
5) Altre deformità nella parte superiore ed esterna della mano sx...
A questo punto immagino che tutte queste anomalie che penso possano causarmi dei problemi nella suddetta attività me le devo tenere. Per sempre. Dico bene?
Più ci ripenso e più mi pento delle scelte fatte e mi arrabbio per il comportamento degli interlocutori con cui ho avuto a che fare: il radiologo del PS che non ha descritto per nulla la frattura nel referto, l'ortopedico del PS che l'ha definita composta quando non lo era, l'amministrazion dell'ospedale che ha impiegato 3 giorni per copiare 2 immagini su un dischetto cosicché un altro radiologo potesse notare che la frattura non era affatto composta, un ulteriore ortopedico che pur notando l'errore (?) del collega non ha fatto molto per darvi concreto rimedio e non ultimo me stesso che mi sono convinto a non far nulla aspettando chissà quale miracolo nonostante mi sentissi che un'operazione era ciò che forse ci voleva.
Cordiali Saluti
Sono tornato per una RX di controllo a 26 giorni dalla frattura. Il referto afferma:
Controllo di note fratture rispettivamente composta della base del quinto metacarpo e lievemente scomposta, pluriframmentaria, della base del IV metacarpo ove si osservano iniziali segni di rimaneggiamento a carattere riparativo.
Distacco parcellare dello scafoide carpale.
Il chiururgo della mano che mi segue, che fino ad ora mi aveva fatto una buona impressione, nella visita che ha seguito la RX è stato invece piuttosto sbrigativo. Ha dato uno sguardo all RX decretando che la situazione non era peggiorata. Non mi ha nemmeno tolto il bendaggio per controllare l'aspetto o la mobilità della mano e delle dita.
Mi ha "spedito" invece da una fisioterapista che si occupa di arto superiore suggerendole di confezionare un tutore su misura che includesse anche il polso (che finora invece era stato libero), da portare ancora per almeno 15 giorni, salvo nei momenti in cui io fossi in condizioni di sicurezza a casa per esempio e nei momenti in cui devo fare degli esercizi definiti con la fisioterapista stessa. Ha detto che mi avrebbe rivisto tra un mese dopo ulteriore RX di controllo.
Senza entrare nel merito degli esercizi che mi sono stati assegnati, inizialmente liberi e successivamente contro resistenza, ci sono alcuni aspetti che mi preoccupano e mi fanno temere di aver fatto una scelta sbagliata del medico e dell'approccio, e mi fanno sospettare che forse avrei dovuto seguire il consiglio di chi mi suggeriva invece un'operazione, seppur tardiva.
1) Le nocche del quarto e quinto dito sono sparite ed invisibili.
2) Appoggiando la mano su una superficie piatta io ho invece la sensazione di appoggiarla su una superficie convessa
3) Quando piego le dita, diciamo come per suonare il pianoforte ma con le dita intenzionalmente vicine, il quarto dito diverge verso l'esterno
4) Il quarto dito sembra accorciato nel movimento di prima, la seconda falange del quarto e quinto non sono più a livello con quella del secondo come prima e come nella mano dx
5) Altre deformità nella parte superiore ed esterna della mano sx...
A questo punto immagino che tutte queste anomalie che penso possano causarmi dei problemi nella suddetta attività me le devo tenere. Per sempre. Dico bene?
Più ci ripenso e più mi pento delle scelte fatte e mi arrabbio per il comportamento degli interlocutori con cui ho avuto a che fare: il radiologo del PS che non ha descritto per nulla la frattura nel referto, l'ortopedico del PS che l'ha definita composta quando non lo era, l'amministrazion dell'ospedale che ha impiegato 3 giorni per copiare 2 immagini su un dischetto cosicché un altro radiologo potesse notare che la frattura non era affatto composta, un ulteriore ortopedico che pur notando l'errore (?) del collega non ha fatto molto per darvi concreto rimedio e non ultimo me stesso che mi sono convinto a non far nulla aspettando chissà quale miracolo nonostante mi sentissi che un'operazione era ciò che forse ci voleva.
Cordiali Saluti
[#5]
Gentile Signore,
comprendo la sua delusione: purtroppo sembra si sia verificato quello che avevo ipotizzato.
In questi casi, non è possibile dire al paziente con certezza se si verificherà o meno quel determinato inconveniente, si può solo dire che esiste questa eventualità.
In alcuni casi la guarigione avviene senza particolari inconvenienti, in altri, purtroppo, essi si presentano.
Pertanto, a mio avviso, dopo aver dato un'informazione quanto più completa al paziente, è lo stesso paziente che deve decidere se seguire la strada chirurgica oppure no.
Il compito del medico, soprattutto in casi come questo, è aiutare il paziente a prendere una decisione, sapendo che entrambe le strade (chirurgica e non) comportano vantaggi e svantaggi, quindi rischi.
Non esiste una strada prima di rischi: solo il paziente può quindi scegliere quali rischi accettare nelle due situazioni.
comprendo la sua delusione: purtroppo sembra si sia verificato quello che avevo ipotizzato.
In questi casi, non è possibile dire al paziente con certezza se si verificherà o meno quel determinato inconveniente, si può solo dire che esiste questa eventualità.
In alcuni casi la guarigione avviene senza particolari inconvenienti, in altri, purtroppo, essi si presentano.
Pertanto, a mio avviso, dopo aver dato un'informazione quanto più completa al paziente, è lo stesso paziente che deve decidere se seguire la strada chirurgica oppure no.
Il compito del medico, soprattutto in casi come questo, è aiutare il paziente a prendere una decisione, sapendo che entrambe le strade (chirurgica e non) comportano vantaggi e svantaggi, quindi rischi.
Non esiste una strada prima di rischi: solo il paziente può quindi scegliere quali rischi accettare nelle due situazioni.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 8.9k visite dal 05/09/2012.
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