Trombosi venosa e cesareo

Buongiorno, ho 38 anni e sono alla 37 settimana della mia seconda gravidanza. In presenza di varici asintomatiche sino a 20gg fa, in quella data si è verificata una trombosi della safena interna nel suo tratto sopragenuale che si estende crenialmente fino al limite tra terzo suepriore e terzo medio di coscia. Sono in terapia con collanr 2cl K e seleparina 0.6 x 2 volte al giorno.
Mi hanno programmato un taglio cesareo (il primo parto fu TC) il 4/11 (termine della 37 sett)in anestesia generale per rischio emorragico. Mi hanno preventivato un rischio (non quantificabile) di isterectomia e uno piuttosto alto di micro-embolia per cui è giaà previsto un mio ricovero post intervento in sub intensiva. E' il quadro clinico normale o il quadro peggiore?
Mi spaventa molto la terapia post partum. Non potendo continuare l'eparina perchè eroderebbe il calcio osseo mi dicono che dovrei sottopormi a day hospital quotidiani per il dosaggio del Coumadin, passando poi a controlli settimanali e quindicinali e con forti limitazioni nella mia vita quotidiana (attività motoria, tipo di lavoro, spostamenti per non pensare all'accudimento dei figli) probabilmente perenni. Ma è davvero così? Un intervento di safenectomia non è risolutivo? Ed è possibile che un solo episodio condizioni il resto della mia vita mettendomi in una condizione di semiinvalidità?
Attendo gli esiti degli esami genetici, non ci sono cause valide alla mia trombosi (fumo, familiarità) a parte il fatto che (per motivi curativi di ovaio policistico ed emicranie) ho preso la pillola per circa 12 anni. E' questa la causa di tutto?
Grazie mille
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
Gentile Signora,
il problema che ci sottopone è di particolare complessità e certamente supera le possibilità di valutazione di un consulto a distanza.
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA, mi sembra che la situazione sia affrontata in maniera adeguata, anche se non mi è del tutto chiaro se il processo trombotico sia limitato al solo circolo superficiale e lontano dalla giunzione safenofemorale (come sembra descrivere) o sia già esteso al profondo.
Le precauzioni messe in atto e la gestione prospettata per il futuro sembrerebbero infatti adattarsi a questa seconda eventualità, a meno che non sia già stata messa in evidenza una situazione ematologica di trombofilia.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
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