Caviglia gonfia
Gent.mi Dottori, da più di 10 anni ho la caviglia di una gamba sola gonfia,il gonfiore si estende anche leggermente al piede e gamba.Dopo varie visite e ecografie mi è stato detto che il sistema linfatico di quella gamba è scarso i vasi linfatici sono piccoli. durante la notte la caviglia torna quasi normale ma nel giro di poche ore torna gonfia e chiaramente il caldo non aiuta, ma non ho mai dolore. i dottori mi hanno consigliato calza elastica e massaggi linfatici manuali. Mi chiedevo se ci fosse una soluzione magari anche a livello chirurgico perchè i massaggi sono costosi e io dovrei farne in continuazione per non parlare della calza, sono giovane e non sempre, soprattutto d'estate e sopportabile. questo problema mi crea davvero molto disagio e tendo a nascondere i miei piedi.riscontro anche problemi con le scarpe la vaviglia a volte e davvero gonfia e inguardabile. c'è la possibilità di una soluzione?
[#1]
Buongiorno,
se la sua caviglia non ha mai subito alcuna distorsione e se l'appoggio del piede è normale, è probabile - come Le è gia stato detto -
che il problema sia da attribuirsi a qualche anomalia della circolazione linfatica.
Mi sorge subito la domanda su come fossero la caviglia e la gamba prima dei dieci anni a cui si riferisce.
Lo studio del cosiddetto linfedema ( nel nostro caso probabilmente di tipo " primitivo " ) viene effettuato con l'esame linfoscintigrafico degli arti inferiori e con l'esame ecografico ad alta risoluzione. A questi si può aggiungere la Risonanza Magnetica Nucleare ( RMN ).
Il primo è utile per fornire informazioni funzionali e dinamiche sullo stato del sistema linfatico degli arti, indicando anche la presenza di eventuali differenze circolatorie linfatiche tra un arto e l'altro, eventuali anomalie anatomiche e funzionali, rallentamenti e/o arresti del flusso linfatico.
E' opportuno che sia eseguito in un ambito medicina nucleare laddove si abbia una competenza aggiornata sulla circolazione linfatica.
Legga per questo la mia news sull'argomento.
Presto sarà pubblicato , a tal proposito, il documento definitivo delle linee guida ( che è al momento al vaglio delle ultime valutazioni da parte del gruppo nazionale di esperti ) e probabilmente anche l'elenco dei Centri italiani aderenti allo studio stesso.
L'esame ecografico ad alta risoluzione, eseguito da mani esperte e competenti, fornisce informazioni strutturali sui tessuti " gonfi " ( della caviglia e della gamba , nel nostro caso ) cioè edematosi.
Il suo studio permette di poter valutare se l'edema o il linfedema siano reversibile o no, quali e come siano le alterazioni dei tessuti cutanei e dei piani sottocutanei dovute alla presenza dello stravaso dei liquidi, se esistono o meno alterazioni delle pareti dei vasi linfatici o degli accumuli circoscritti e localizzati di liquido linfatico ( " laghi linfatici " ) e di " stadiare " il linfedema .
La RMN - risonanza magnetica nucleare - è un esame eccellente per fornire dettagli e particolari strutturali del segmento ( arto superiore o inferiore ) o dell'organo esaminato, ma non offre la " dinamicità " della sonda ecografica che - ripeto - soltanto nelle mani di un operatore esperto può invece dimostrare altre preziose evidenze strutturali , morfologiche ed - appunto - dinamiche .
Tali esami sono indispensabili non SOLTANTO per porre LA diagnosi corretta , ma anche per fornire elementi prognostici ( cioè se e come potrà regredire in futuro il linfedema ) ed ancora se la riabilitazione , incluso il massaggio linfodrenante , sarà risolutiva o meno.
Essi diventano preziosi se ripetuti anche nel follw - up , ciò per valutare nei successivi controlli clinici periodici anche i risultati positivi , o meno, di tutti i provvedimenti terapeutici e delle terapie effettuate .
Per completezza occorre effettuare anche un esame statico e dinamico dell'appoggio del piede e del passo : il buon funzionamento di un piede sano , di un appoggio e di un passo corretto , l'uso delle scarpe appropriate sono fondamentali per la circolazione venosa e linfatica.
L'ecocolorDoppler è meglio indicato per lo studio della cosiddetta macro-circolazione venosa ed arteriosa.
Le nostre strutture linfatiche appartengono invece alla " micro-circolazione ".
Nel caso di un linfedema di tipo " primitivo ", cioè non secondario a traumi o ad altre patologie diverse che possono averne determinato l'insorgenza, la terapia diffusamente più riconosciuta è quella della compressione elastica ( con calze appropriate e/o con appositi bendaggi " multistrato " , effettuati da personale fisioterapistico appositamente specializzato , ma anche con l'autobendaggio da parte del paziente stesso, ben addestrato dal personale predetto ) e della pressoterapia.
Il massaggio linfodrenante - come giustamente riferisce - è costoso e non sempre efficace in maniera risolutiva.
E' vero che esistono scuole di pensiero europee ( Belgio e Germania ) che ne sostengono l'importanza, ma - ripeto - in molti casi
esso è utile soltanto nei linfedemi ai primi stadi e non " strutturati ".
La sua efficacia , quindi, diventa spesso del tutto secondaria rispetto alla compressione elastica ed alla pressoterapia nei linfedemi degli stadi più avanzati e insorti già da lunga data.
Ecco perché occorre porre una diagnosi strumentale corretta: con la linfoscintigrafia ( eventualmente ripetuta periodicamente dopo le terapie ) e con l'ecografia si stabilisce prima e bene davanti a quale linfedema ( tipo e stadio ) siamo e quindi si prescrive la terapia più approrpriata ed efficace.
Tornando sempre al linfodrenaggio manuale, sono per natura un contrario ad avvalersi di professionisti che operano nel privato......., se si è costretti è bene che si abbia almeno la possibilità di cambiare periodicamente operatore
Ho visto mio malgrado che in molte realtà private il massaggio linfodrenante ( non sempre di buona qualità e da mani esperte ) diventa purtroppo un vero e proprio business ed i trattamenti sono interminabili....................
Le suggerisco vivamente rivolgersi soltanto presso una struttura pubblica di Angiologia Medica .
Nella città di Bologna non mancano e qualcuna è di livello eccellente.
Raccomandazioni , Precisazioni e Consigli in sintesi:
- diagnosi clinica specialistica di un angiologo ( meglio se esperto di linfologia ) sicuramente presente a Bologna, con esami : linfoscintigrafia ed ecografia ad alta risoluzione ( talvolta qualcuno richiede in alternativa la risonanza magnetica nucleare , va benissimo ),
- esame baropodometrico statico e dinamico ed eventuale correzione dell'appoggio plantare e del passo con ortesi plantari e fisioterapia . Scarpe sempre appropriate ,
- nel caso di un linfedema primitivo al III - IV stadio , scarsa efficacia del massaggio linfodrenante proptratto nel tempo, ma SOLTANTO : elastocompressione ( anche d'estate....) congrua ed efficace prescritta dallo specialista , pressoterapia , anche ad alte pressioni - ( esistono apparecchi ad uso domiciliare da prendere a nolo o anche da comperare - cio che può essere un ottimo investimento proiettato a medio ed a lungo termine ) ,
- ed ancora : esercizio, camminare, camminare, camminare, camminare, vanno bene il nuoto, le camminate e l'esercizio abituali ed a ritmo sostenuto in piscina, le lunghe passeggiate abituali al mare con la gamba immersa fin sopra il ginocchio, vanno bene l'idromassaggio e l'idrochinesiterapia , determinante lo stile di vita attivo e dinamico, .' alimentazione corretta, l' acqua oligominerale , l' assunzione periodica di drenanti ( meglio se prescritti dallo specialista e non acquistati deliberatamente o da profani al banco della farmacia o dell'erboristeria ......) , l' assunzione di terapia medica veno-linfotrofica sempre , secondo prescrizione dello specialista angiologo.
Infine :
Le possibili correzioni microchirugiche si effettuano, quando ci sono l'indicazione e l'opportunità , praticando dei by-pass , cioè dei " ponti " vascolari tra vasi linfatici ed uno o più vasi venosi nel tentativo di " scaricare " nella vena/e la linfa proveniente da un territorio dove il suo flusso è rallentato .
Esse non sempre sono risolutive e possono essere prese in considerazione dallo specialista chirurgo vascolare o dall' angiologo medico soltanto dopo una diagnosi clinica e strumentale definitiva ( per valutare il REALE BENEFICIO ed il cosiddetto " guadagno " dinamico e funzionale derivante dall'eventuale intervento ) e soltanto dopo l'insuccesso conclamato nel tempo di tutte terapie riabilitative e compressive già citate.
Molto spesso dopo l'intervento di cosiddetta " microchirurgia derivativa veno-linfatica " occorre comunque effettuare per due- tre o più anni la terapia elasto-compressiva ( calze di seconda-terza classe di compressione , e/o bendaggio multistrato ) , la pressoterapia , la terapia medica drenante , la riabilitazione , l'osservanza dell'alimentazione e dello stile di vita corretti.
Cordiali saluti
se la sua caviglia non ha mai subito alcuna distorsione e se l'appoggio del piede è normale, è probabile - come Le è gia stato detto -
che il problema sia da attribuirsi a qualche anomalia della circolazione linfatica.
Mi sorge subito la domanda su come fossero la caviglia e la gamba prima dei dieci anni a cui si riferisce.
Lo studio del cosiddetto linfedema ( nel nostro caso probabilmente di tipo " primitivo " ) viene effettuato con l'esame linfoscintigrafico degli arti inferiori e con l'esame ecografico ad alta risoluzione. A questi si può aggiungere la Risonanza Magnetica Nucleare ( RMN ).
Il primo è utile per fornire informazioni funzionali e dinamiche sullo stato del sistema linfatico degli arti, indicando anche la presenza di eventuali differenze circolatorie linfatiche tra un arto e l'altro, eventuali anomalie anatomiche e funzionali, rallentamenti e/o arresti del flusso linfatico.
E' opportuno che sia eseguito in un ambito medicina nucleare laddove si abbia una competenza aggiornata sulla circolazione linfatica.
Legga per questo la mia news sull'argomento.
Presto sarà pubblicato , a tal proposito, il documento definitivo delle linee guida ( che è al momento al vaglio delle ultime valutazioni da parte del gruppo nazionale di esperti ) e probabilmente anche l'elenco dei Centri italiani aderenti allo studio stesso.
L'esame ecografico ad alta risoluzione, eseguito da mani esperte e competenti, fornisce informazioni strutturali sui tessuti " gonfi " ( della caviglia e della gamba , nel nostro caso ) cioè edematosi.
Il suo studio permette di poter valutare se l'edema o il linfedema siano reversibile o no, quali e come siano le alterazioni dei tessuti cutanei e dei piani sottocutanei dovute alla presenza dello stravaso dei liquidi, se esistono o meno alterazioni delle pareti dei vasi linfatici o degli accumuli circoscritti e localizzati di liquido linfatico ( " laghi linfatici " ) e di " stadiare " il linfedema .
La RMN - risonanza magnetica nucleare - è un esame eccellente per fornire dettagli e particolari strutturali del segmento ( arto superiore o inferiore ) o dell'organo esaminato, ma non offre la " dinamicità " della sonda ecografica che - ripeto - soltanto nelle mani di un operatore esperto può invece dimostrare altre preziose evidenze strutturali , morfologiche ed - appunto - dinamiche .
Tali esami sono indispensabili non SOLTANTO per porre LA diagnosi corretta , ma anche per fornire elementi prognostici ( cioè se e come potrà regredire in futuro il linfedema ) ed ancora se la riabilitazione , incluso il massaggio linfodrenante , sarà risolutiva o meno.
Essi diventano preziosi se ripetuti anche nel follw - up , ciò per valutare nei successivi controlli clinici periodici anche i risultati positivi , o meno, di tutti i provvedimenti terapeutici e delle terapie effettuate .
Per completezza occorre effettuare anche un esame statico e dinamico dell'appoggio del piede e del passo : il buon funzionamento di un piede sano , di un appoggio e di un passo corretto , l'uso delle scarpe appropriate sono fondamentali per la circolazione venosa e linfatica.
L'ecocolorDoppler è meglio indicato per lo studio della cosiddetta macro-circolazione venosa ed arteriosa.
Le nostre strutture linfatiche appartengono invece alla " micro-circolazione ".
Nel caso di un linfedema di tipo " primitivo ", cioè non secondario a traumi o ad altre patologie diverse che possono averne determinato l'insorgenza, la terapia diffusamente più riconosciuta è quella della compressione elastica ( con calze appropriate e/o con appositi bendaggi " multistrato " , effettuati da personale fisioterapistico appositamente specializzato , ma anche con l'autobendaggio da parte del paziente stesso, ben addestrato dal personale predetto ) e della pressoterapia.
Il massaggio linfodrenante - come giustamente riferisce - è costoso e non sempre efficace in maniera risolutiva.
E' vero che esistono scuole di pensiero europee ( Belgio e Germania ) che ne sostengono l'importanza, ma - ripeto - in molti casi
esso è utile soltanto nei linfedemi ai primi stadi e non " strutturati ".
La sua efficacia , quindi, diventa spesso del tutto secondaria rispetto alla compressione elastica ed alla pressoterapia nei linfedemi degli stadi più avanzati e insorti già da lunga data.
Ecco perché occorre porre una diagnosi strumentale corretta: con la linfoscintigrafia ( eventualmente ripetuta periodicamente dopo le terapie ) e con l'ecografia si stabilisce prima e bene davanti a quale linfedema ( tipo e stadio ) siamo e quindi si prescrive la terapia più approrpriata ed efficace.
Tornando sempre al linfodrenaggio manuale, sono per natura un contrario ad avvalersi di professionisti che operano nel privato......., se si è costretti è bene che si abbia almeno la possibilità di cambiare periodicamente operatore
Ho visto mio malgrado che in molte realtà private il massaggio linfodrenante ( non sempre di buona qualità e da mani esperte ) diventa purtroppo un vero e proprio business ed i trattamenti sono interminabili....................
Le suggerisco vivamente rivolgersi soltanto presso una struttura pubblica di Angiologia Medica .
Nella città di Bologna non mancano e qualcuna è di livello eccellente.
Raccomandazioni , Precisazioni e Consigli in sintesi:
- diagnosi clinica specialistica di un angiologo ( meglio se esperto di linfologia ) sicuramente presente a Bologna, con esami : linfoscintigrafia ed ecografia ad alta risoluzione ( talvolta qualcuno richiede in alternativa la risonanza magnetica nucleare , va benissimo ),
- esame baropodometrico statico e dinamico ed eventuale correzione dell'appoggio plantare e del passo con ortesi plantari e fisioterapia . Scarpe sempre appropriate ,
- nel caso di un linfedema primitivo al III - IV stadio , scarsa efficacia del massaggio linfodrenante proptratto nel tempo, ma SOLTANTO : elastocompressione ( anche d'estate....) congrua ed efficace prescritta dallo specialista , pressoterapia , anche ad alte pressioni - ( esistono apparecchi ad uso domiciliare da prendere a nolo o anche da comperare - cio che può essere un ottimo investimento proiettato a medio ed a lungo termine ) ,
- ed ancora : esercizio, camminare, camminare, camminare, camminare, vanno bene il nuoto, le camminate e l'esercizio abituali ed a ritmo sostenuto in piscina, le lunghe passeggiate abituali al mare con la gamba immersa fin sopra il ginocchio, vanno bene l'idromassaggio e l'idrochinesiterapia , determinante lo stile di vita attivo e dinamico, .' alimentazione corretta, l' acqua oligominerale , l' assunzione periodica di drenanti ( meglio se prescritti dallo specialista e non acquistati deliberatamente o da profani al banco della farmacia o dell'erboristeria ......) , l' assunzione di terapia medica veno-linfotrofica sempre , secondo prescrizione dello specialista angiologo.
Infine :
Le possibili correzioni microchirugiche si effettuano, quando ci sono l'indicazione e l'opportunità , praticando dei by-pass , cioè dei " ponti " vascolari tra vasi linfatici ed uno o più vasi venosi nel tentativo di " scaricare " nella vena/e la linfa proveniente da un territorio dove il suo flusso è rallentato .
Esse non sempre sono risolutive e possono essere prese in considerazione dallo specialista chirurgo vascolare o dall' angiologo medico soltanto dopo una diagnosi clinica e strumentale definitiva ( per valutare il REALE BENEFICIO ed il cosiddetto " guadagno " dinamico e funzionale derivante dall'eventuale intervento ) e soltanto dopo l'insuccesso conclamato nel tempo di tutte terapie riabilitative e compressive già citate.
Molto spesso dopo l'intervento di cosiddetta " microchirurgia derivativa veno-linfatica " occorre comunque effettuare per due- tre o più anni la terapia elasto-compressiva ( calze di seconda-terza classe di compressione , e/o bendaggio multistrato ) , la pressoterapia , la terapia medica drenante , la riabilitazione , l'osservanza dell'alimentazione e dello stile di vita corretti.
Cordiali saluti
Dr. GIANCARLO RANDO
MEDICO DELLO SPORT, ANGIOLOGO, FISIATRA
[#2]
Gentile utente,.
Reputo i consigli ,già dati dal collega, servano certo, a chiarire le diagnosi.
Ma ,con i limiti di quello che si può esprimere a distanza le consiglierei di eseguire un Eco-colordoppler venoso a carico degli arti inferiori.
Qualora, come reputo, risulterà tutto negativo credo che debba esegure una terapia medica, che le darà il collega vascolare, ed eseguire una serie di linfodrenaggi, pressoterapia.
Molto utile risulta il nuoto e circa la terapia elasto-compressiva, certo le giova a condizione vengano applicate al mattino, prima di mattere le gambe fuori dal letto.
Impari a fare la doccia la sere, poggi le calze sul comodino e le vesta prima di mettere le gambe fuori dal letto.
Guadagnerà cosi il poterle infilare a caviglia ..sgonfia.
Circa la giusta compressione della calza sarà il collega vasolare, dopo averla visitata, a prescriverla.
Cordiali saluti.
Reputo i consigli ,già dati dal collega, servano certo, a chiarire le diagnosi.
Ma ,con i limiti di quello che si può esprimere a distanza le consiglierei di eseguire un Eco-colordoppler venoso a carico degli arti inferiori.
Qualora, come reputo, risulterà tutto negativo credo che debba esegure una terapia medica, che le darà il collega vascolare, ed eseguire una serie di linfodrenaggi, pressoterapia.
Molto utile risulta il nuoto e circa la terapia elasto-compressiva, certo le giova a condizione vengano applicate al mattino, prima di mattere le gambe fuori dal letto.
Impari a fare la doccia la sere, poggi le calze sul comodino e le vesta prima di mettere le gambe fuori dal letto.
Guadagnerà cosi il poterle infilare a caviglia ..sgonfia.
Circa la giusta compressione della calza sarà il collega vasolare, dopo averla visitata, a prescriverla.
Cordiali saluti.
Dr. Marco Blandamura
Specialista in Chirurgia Vascolare
www.vene-varici.it info@vene-varici.it
[#3]
Utente
Gent. mi,Dott.ri, grazie davvero della celere e precisa risposta .
Tornerò in visita per vedere se ci sono i margine per procedere con una terapia e la possibilità di fare tutti gli altri esami citati ,dato che i precedenti angiologhi oltre all'eco doppler, non mi hanno mai prescritto.che non mi è stata mai prescritta.
Nel frattempo continuerò con le calze elastiche e a seguire i vs consigli.
grazie ancora.
Tornerò in visita per vedere se ci sono i margine per procedere con una terapia e la possibilità di fare tutti gli altri esami citati ,dato che i precedenti angiologhi oltre all'eco doppler, non mi hanno mai prescritto.che non mi è stata mai prescritta.
Nel frattempo continuerò con le calze elastiche e a seguire i vs consigli.
grazie ancora.
[#4]
Gentile signora buonasera,
come le avevo già accennato, l'esame ecocolorDoppler è indicato per lo studio della " macro " circolazione venosa ed arteriosa.
Esso può quindi essere certamente complementare, ma non dirimente per lo studio della patologia linfatica .
Poichè aveva già riferito di aver effettuato esami ecografici non ritengo debba seguire ancora tale strada, ma soltanto quella di affidarsi ad un buon specialista angiologo competente nella patologia della circolazione linfatica , seguire i miei suggerimenti e le sue indicazioni .
Mi tenga al corrente degli eventuali aggiornamenti .
Cordiali saluti
come le avevo già accennato, l'esame ecocolorDoppler è indicato per lo studio della " macro " circolazione venosa ed arteriosa.
Esso può quindi essere certamente complementare, ma non dirimente per lo studio della patologia linfatica .
Poichè aveva già riferito di aver effettuato esami ecografici non ritengo debba seguire ancora tale strada, ma soltanto quella di affidarsi ad un buon specialista angiologo competente nella patologia della circolazione linfatica , seguire i miei suggerimenti e le sue indicazioni .
Mi tenga al corrente degli eventuali aggiornamenti .
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 30.7k visite dal 30/04/2013.
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