Intervento tiroide problematico

Gentili medici questo è il mio problema:
mia madre che ha 56 anni si è operata alla tiroide 2 settimane fa ma alla fine dell'intevento qualcosa è andato male e per farla respirare il medico ha dovuto intubarla. La cosa è stata scioccante per tutti noi ma il peggio deve ancora venire.
Ci viene riferito che durante l'operazione si è creato un edema sulle corde vocali che ha ostruito il passaggio dell'aria ma hanno ritenuto opportuno tenerla intubata in terapia intensiva visto che secondo le loro previsioni questo edema doveva rientrare entro un periodo massimo di 6 giorni. In questo modo sarebbe tornata a respirare normalmente e stabilire l'entità del danno causato alle corde vocali.
Giorno dopo giorno ci aggiornavano delle condizioni di mia madre che andavano migliorando ma dopo 8 giorni di tormento il medico ci riferisce che l'edema era rientrato solo in parte e che potevano far uscire mia madre dalla terapia intesiva soltanto praticando una tracheotomia che doveva tenere momentaneamente in quanto le condizioni erano migliorate e non potevano rischiare di togliere il tubo e mandarla in corsia. Quindi il motivo principare per cui fu scelto di fare questo intervento (tracheotomia) lo riassumevano in una "messa in sicurezza" per non correre alcun rischio di soffocamento in un eventuale crisi nervosa dovuta al lungo tempo rimasto in sala intensiava. In verità sono molto preoccupato per le sue condizioni sia fisiche che mentali...Ancora nessuno devo farci una stima sul tempo necessario per eliminare questa fastidiosa tracheotomia e soprattutto nessuno si preoccupa delle crisi d'ansia che mia madre ha continuamente. Dopo 2 settimane mia madre si trova ancora oggi ricoverata al policilinico II di napoli.
Grazie anticipatamente dell'aiuto...l'unica cosa che desidero è far tornare mia madre come prima e il prima possibile. Vorrei contattare privatamente uno di voi. Grazie
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Dr. Andrea Del Buono Endocrinologo, Diabetologo 339 4
Gentile Utente,
ciò che mi preme di consigliarle al momento è di risolvere innanzitutto il problema respiratorio di sua madre e farla tornare a respirare autonomamente. Succissivamente se dovesse aver bisogno di un consulto può ricontattarmi come ha fatto in questa occasione. Cordiali saluti ed auguri

Dott. Andrea Del Buono
Endocrinologo - Diabetologo

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Dr. Gerardo Tropiano Endocrinologo, Medico internista 84 1
Gentile Utente,
concordo con il collega Del Buono circa la necessità di risolvere il problema respiratorio di sua madre, che può essere causato da sanguinamento nello spazio cervicale profondo con conseguente compressione delle vie aeree oppure lesione del nervo laringeo e paralisi delle corde vocali.Se avesse necessità di un nuovo consulto
può ricontattarmi.

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Dr.ssa Stefania Pallini Endocrinologo 111 1
Gent.le Utente, mi spiace innnanzi tutto per sua madre che è stata un pò sfortunata. Concordo anch'io con i colleghi che è prioritario risolvere il problema respiratorio e pensare solo successivamente alla tiroide. Dopo l'intervento di tiroidectomia la cosa più importante è assumumere la terapia con l-tiroxina e valutare,dopo la risposta dell'istologico e una volta che sua madre si sarà rimessa,la necessità di fare o meno altre terpie. Mi farebbe piacere solo sapere qual'è stato il motivo per cui è stato consigliato l'intervento chirurgico.
Cordiali saluti e un augurio che sua madre si rimetta presto!
Stefania Pallini

Dott.ssa. Stefania Pallini
Spec. Endocrinologia e Malattie del Ricambio
www.endocrinologiapallinilivorno.com

www.associazionelibra.org

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Dr. Giovanni Ragozzino Endocrinologo, Gastroenterologo, Dietologo 389 4
Gentile Utente,

le indicazioni dei colleghi sono ampiamente condivisibili. L'eventualità di sequele principalmente a carico delle corde vocali e del nervo ricorrente è ampiamente descritta nella pratica clinico-chirurgica, soprattutto in presenza di gozzi multinodulari con interessamento delle strutture vicine come la trachea e l'esofago che rendono particolarmente impegnativa la tiroidectomia. Stante il quadro clinico, il primo obiettivo è la ripresa di respirazione autonoma e fisiologica e solo successivamente la valutazione del danno residuale che, ovviamente, mi auguro sia il più lieve possibile.

Saluti