Demansionamento e mobbing
Buongiorno, sono un lavoratore che, due anni dopo il riconoscimento di malattia professionale, è stato demansionato.
Per essere più precisi, pur avendo comunicato, ai medici competenti che si sono alternati in azienda, i sintomi che accusavo durante lo svolgimento di attività lavorativa (operaio della logistica); questi ultimi tendevano a minimizzare la cosa, omettendo di denunciare la malattia professionale.
Dati i dolori lancinanti, mi recavo dal patronato, che effettuava la denuncia di due malattie professionali tabellate.
L'inail riconosceva l'origine professionale di una di queste malattie e respingeva l'altra.
Questo avviene nel 2022.
Resto nella mansione, e nella visita annuale del 30 agosto 2023, nonostante io avessi comunicato, su richiesta del medico competente (che provvedeva a registrare, sulla cartella sanitaria, la malattia professionale che egli stesso aveva omesso di denunciare!) mi dà comunque l'idoneità alla mansione, salvo poi tornare sui sui passi comunicando (con evidente violazione della legge sulla privacy) la mia patologia al direttore di stabilimento.
Vengo chiamato a colloquio e "per riparare il danno" commesso dal medico competente e per "infliggermi" una sorta di punizione per aver denunciato una malattia professionale (riconosciuta all'Inail con percentuale di danno del 6%) vengo demansionato.
Più che di demansionamento si tratta di dequalificazione, di svuotamento della mansione, di uno "sfregio" al lavoratore per esporlo all'ignominia dei colleghi di lavoro.
Preciso anche che la seconda malattia professionale denunciata e respinta all'Inail è "una meniscopatia degenerativa delle cartilagini, bilaterale" e che la nuova mansione consiste nel trasporto di merci nell'ambito della azienda con carrello elettrico ma, a piedi.
Nel corso della giornata compio circa 20000 passi che aggravano la situazione sugli arti inferiori (ginocchia) già gravemente rovinati dalla precedente attività di magazziniere e, per la cui patologia il medico competente aziendale mi aveva già dato la seguente prescrizione: "evitare carichi eccessivi sugli arti inferiori".
Detta prescrizione mi è stata revocata dal nuovo medico competente.
Vorrei cortesemente sapere se posso riproporre, dato un peggioramento delle condizioni di salute e sulla scorta di una nuova risonanza magnetica appena effettuata, la segnalazione di malattia professionale già respinta all'Inail.
Vorrei anche un suo giudizio sulla liceità del demansionamento quando è fatto per svilire le capacità del lavoratore (per vent'anni e fino al riconoscimento della malattia professionale, considerato un lavoratore modello dall'azienda).
Il tutto mi crea forti disturbi emozionali, un senso di frustrazione e svilimento e una sensazione di violenza morale sul dipendente.
Il patimento psicologico del lavoratore che deve sopportare una condizione di lavoro non conforme alle proprie qualità professionali per cui si è formato.
La ringrazio per la risposta che Vorrà darmi e la saluto cordialmente
Per essere più precisi, pur avendo comunicato, ai medici competenti che si sono alternati in azienda, i sintomi che accusavo durante lo svolgimento di attività lavorativa (operaio della logistica); questi ultimi tendevano a minimizzare la cosa, omettendo di denunciare la malattia professionale.
Dati i dolori lancinanti, mi recavo dal patronato, che effettuava la denuncia di due malattie professionali tabellate.
L'inail riconosceva l'origine professionale di una di queste malattie e respingeva l'altra.
Questo avviene nel 2022.
Resto nella mansione, e nella visita annuale del 30 agosto 2023, nonostante io avessi comunicato, su richiesta del medico competente (che provvedeva a registrare, sulla cartella sanitaria, la malattia professionale che egli stesso aveva omesso di denunciare!) mi dà comunque l'idoneità alla mansione, salvo poi tornare sui sui passi comunicando (con evidente violazione della legge sulla privacy) la mia patologia al direttore di stabilimento.
Vengo chiamato a colloquio e "per riparare il danno" commesso dal medico competente e per "infliggermi" una sorta di punizione per aver denunciato una malattia professionale (riconosciuta all'Inail con percentuale di danno del 6%) vengo demansionato.
Più che di demansionamento si tratta di dequalificazione, di svuotamento della mansione, di uno "sfregio" al lavoratore per esporlo all'ignominia dei colleghi di lavoro.
Preciso anche che la seconda malattia professionale denunciata e respinta all'Inail è "una meniscopatia degenerativa delle cartilagini, bilaterale" e che la nuova mansione consiste nel trasporto di merci nell'ambito della azienda con carrello elettrico ma, a piedi.
Nel corso della giornata compio circa 20000 passi che aggravano la situazione sugli arti inferiori (ginocchia) già gravemente rovinati dalla precedente attività di magazziniere e, per la cui patologia il medico competente aziendale mi aveva già dato la seguente prescrizione: "evitare carichi eccessivi sugli arti inferiori".
Detta prescrizione mi è stata revocata dal nuovo medico competente.
Vorrei cortesemente sapere se posso riproporre, dato un peggioramento delle condizioni di salute e sulla scorta di una nuova risonanza magnetica appena effettuata, la segnalazione di malattia professionale già respinta all'Inail.
Vorrei anche un suo giudizio sulla liceità del demansionamento quando è fatto per svilire le capacità del lavoratore (per vent'anni e fino al riconoscimento della malattia professionale, considerato un lavoratore modello dall'azienda).
Il tutto mi crea forti disturbi emozionali, un senso di frustrazione e svilimento e una sensazione di violenza morale sul dipendente.
Il patimento psicologico del lavoratore che deve sopportare una condizione di lavoro non conforme alle proprie qualità professionali per cui si è formato.
La ringrazio per la risposta che Vorrà darmi e la saluto cordialmente
[#1]
Psicologo
Gentile utente, mi dispiace molto per ciò che ha raccontato. Immagino che due eventi così importanti, siano stati molto impattanti per la sua salute fisica e psicologica.
Le consiglio un supporto psicologico per superare questo momento.
Resto a disposizione se avesse dubbi.
Cordiali saluti
Le consiglio un supporto psicologico per superare questo momento.
Resto a disposizione se avesse dubbi.
Cordiali saluti
[#2]
Utente
Gentile dottore, la ringrazio innanzitutto per la comprensione, la professionalità e la celerità della risposta. Seguirò certamente i suoi consigli e spero di tenerla informata di eventuali sviluppi in senso positivo. Nonostante il danno che mi è stato arrecato e il demansionamento non farò un passo indietro per tutelare i miei diritti, costituzionalmente garantiti. Le sarei grato se girasse il quesito anche al medico del lavoro e a quello della medicina legale e delle assicurazioni dato che il circolo vizioso è stato innescato dal medico competente aziendale al quale io mi ero rivolto sin dal 2016 rendendolo dedotto dei problemi di salute sfociato nella malattia professionale. Nel ringraziarla ancora mi è gradito porgere i più cordiali saluti.
[#3]
Gentile utente,
per quanto di competenza della medicina del lavoro le consiglio di rivolgersi allo sportello mobbing del dipartimento di prevenzione della sua asl. Loro potranno certamente supportarla sia nel suo percorso sia psicologico che legale.
A questo link trova il recapito telefonico per la sua regione:
https://sanita.regione.abruzzo.it/come-fare/mobbing#:~:text=Per%20denunciare%20presunti%20episodi%20di,0862.368667).
Relativamente alla mancata conferma con il nuovo medico competente delle limitazioni date dal precedente: ogni medico competente, a valle della visita medica e degli eventuali accertamenti integrativi, sulla base dei rischi presenti nella mansione fa le sue valutazioni ed emette in scienza e coscienza il giudizio che ritiene necessario a tutelare la salute del lavoratore, assumendosene tutte le responsabilità. Questo indipendentemente dal riconoscimento della malattia professionale che ha un valore essenzialmente risarcitivo.
A massima tutela del lavoratore, la legislazione vigente prevede la possibilità da parte del lavoratore (ma anche del datore di lavoro) di presentare ricorso contro il giudizio del medico competente.
Il ricorso va presentato all'organo di vigilanza della asl competente per territorio entro e non oltre 30 giorni dal ricevimento del giudizio del medico competente. L'organo di vigilanza, dopo aver visitato il lavoratore e fatte le sue valutazioni (eventualmente anche chiedendo documentazione all'azienda) emetterà un proprio giudizio che potrà confermare, modificare o revocare quello del medico competente.
Cordiali saluti
per quanto di competenza della medicina del lavoro le consiglio di rivolgersi allo sportello mobbing del dipartimento di prevenzione della sua asl. Loro potranno certamente supportarla sia nel suo percorso sia psicologico che legale.
A questo link trova il recapito telefonico per la sua regione:
https://sanita.regione.abruzzo.it/come-fare/mobbing#:~:text=Per%20denunciare%20presunti%20episodi%20di,0862.368667).
Relativamente alla mancata conferma con il nuovo medico competente delle limitazioni date dal precedente: ogni medico competente, a valle della visita medica e degli eventuali accertamenti integrativi, sulla base dei rischi presenti nella mansione fa le sue valutazioni ed emette in scienza e coscienza il giudizio che ritiene necessario a tutelare la salute del lavoratore, assumendosene tutte le responsabilità. Questo indipendentemente dal riconoscimento della malattia professionale che ha un valore essenzialmente risarcitivo.
A massima tutela del lavoratore, la legislazione vigente prevede la possibilità da parte del lavoratore (ma anche del datore di lavoro) di presentare ricorso contro il giudizio del medico competente.
Il ricorso va presentato all'organo di vigilanza della asl competente per territorio entro e non oltre 30 giorni dal ricevimento del giudizio del medico competente. L'organo di vigilanza, dopo aver visitato il lavoratore e fatte le sue valutazioni (eventualmente anche chiedendo documentazione all'azienda) emetterà un proprio giudizio che potrà confermare, modificare o revocare quello del medico competente.
Cordiali saluti
Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro
[#4]
Utente
Gentile dottore, come al solito Lei è sempre chiaro e conciso, oltre ad essere molto esaustivo. Le Volevo dire però, che io ho un'altra patologia in atto (grave degenerazione condromeniscale bilaterale, che mi risulta sia anche una malattia tabellata) e che, la nuova mansione, assegnatami, aggrava di fatto il mio stato di salute. Ora, il problema è questo:
1) non posso chiedere visita medica straordinaria perché mi ritroverei davanti allo stesso medico che ha omesso di denunciare l'altra malattia professionale;
2) non posso attendere la visita periodica annuale, perché mancano ancora parecchi mesi e l'attesa aggraverebbe ancora di più la situazione. Io penso che questa situazione di grave danno alla salute del lavoratore, che ha contratto una malattia professionale e che, ad ogni probabilità, ne ha un'altra in itinere, non fosse lo spirito del legislatore quando scrisse il D.lgs. 81 del 2008. Sto pensando seriamente di consultare un avvocato e di vedere se ci sono gli estremi per denunciare il tutto alla Procura della Repubblica visto che, secondo me, siamo di fronte al reato di lesioni.
La ringrazio per avermi ascoltato le auguro un buon e proficuo lavoro.
Cordialmente.
1) non posso chiedere visita medica straordinaria perché mi ritroverei davanti allo stesso medico che ha omesso di denunciare l'altra malattia professionale;
2) non posso attendere la visita periodica annuale, perché mancano ancora parecchi mesi e l'attesa aggraverebbe ancora di più la situazione. Io penso che questa situazione di grave danno alla salute del lavoratore, che ha contratto una malattia professionale e che, ad ogni probabilità, ne ha un'altra in itinere, non fosse lo spirito del legislatore quando scrisse il D.lgs. 81 del 2008. Sto pensando seriamente di consultare un avvocato e di vedere se ci sono gli estremi per denunciare il tutto alla Procura della Repubblica visto che, secondo me, siamo di fronte al reato di lesioni.
La ringrazio per avermi ascoltato le auguro un buon e proficuo lavoro.
Cordialmente.
[#5]
Gentile utente,
Indipendentemente dalla sua decisione di adire le vie legali, io comunque richiederei visita straordinaria e, se non dovesse essere d’accordo con il giudizio, proporrei ricorso. Le due azioni non sono in contrasto e seguono iter separati.
Cordiali saluti
Indipendentemente dalla sua decisione di adire le vie legali, io comunque richiederei visita straordinaria e, se non dovesse essere d’accordo con il giudizio, proporrei ricorso. Le due azioni non sono in contrasto e seguono iter separati.
Cordiali saluti
Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 910 visite dal 04/02/2024.
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