Per il dott pietropaolo bianchi

mi sono rivolta al dott bianchi in quanto ho letto alcuni suoi consulti in merito al quesito che vorrei porre,ma naturalmente sono gradite tutte le opinioni di qualsiasi medico del forum.Donatrice di sangue da diversi anni dono plasma per la prima volta nell'ottobre del 2005 e fino a qua tutto bene.A marzo 2006 dono di nuovo sangue e dopo 2 mesi piastrine,in occasione di queste 2 donazioni mi dice il medico trasfusionista che in prima istanza il test hiv risultava dubbio e poi ripetuto negativo(hiv rna sempre negativo),aggiunge anche che tra i donatori ciò si verifica in una discreta percentuale di casi e non dà assolutamente peso alla cosa ritenendomi assolutamente idonea alla donazione.Io,da sempre scrupolosissima nell'evitamento di qualsiasi fonte di trasmissione di malattie,entro in uno stato di ansia pazzesca nonostante non ci fossero assolutamente i presupposti(ho da dieci anni un compagno che dona sangue da venti ed è l'unica persona con la quale abbia rapporti).Cerco di tranquillizzarmi ed attendo 9 mesi prima di tornare a donare,e siamo a febbraio 2007.Dal centro trasfusionale(si tratta del pediatrico mayer)mi richiamano per fare un nuovo prelievo da inviare presso un altro laboratorio(laboratorio di seriologia di careggi)perchè il test anticorpale hiv anche ripetuto continua a venire dubbio(hiv rna sempre negativo)e mi ripetono che questo capita spesso per hiv e hcv. Nonostante le rassicurazioni trascorro giorni d'inferno fino a che dal laboratorio di careggi arrivano i seguenti risultati:hiv ag/ab(elisa)NEGATIVO hiv(conferma-western bloot) NEGATIVO hiv antigene p 24(elisa) NEGATIVO.Il medico mi dice che è un problema di metodiche di laboratorio e mi invita ,se voglio, a ritentare la donazione al mayer oppure a donare direttamente al centro sangue di careggi dove utilizzano un'alta metodica(al mayer era un test combo).A questo punto mi tranquillizzo e dopo 6 mesi,lo scorso settembre mi reco a donare al centro sangue di careggi spiegando al medico la mia storia.Anche lui mi conferma che questi episodi si verificano abbastanza di frequente nei centri sangue(data l'elevatissima sensibilità delle metodiche utilizzate)e li definisce (come il dott bianchi)fenomeni di cross-reattività in individui che hanno una reattività particolare.Mi vengono effettuati gli esami completi che risultano perfetti tranne la solita maledetta debole reattività sierologica al test hiv di screening,il test di conferma è negativo così come l'antigenemia p 24.Un campione viene fatto analizzare al laboratorio di sierologia(come 9 mesi prima)ed il risultato è: hiv ag/ab NEGATIVO hiv ag p 24 N4EGATIVO. Il medico mi fornisce la stessa spiegazione che il dott bianchi ha fornito in un consulto recente e quando gli chiedo perchè nel laboratorio di sierologia la debole reattività non è mai presente,mi risponde che quello è un laboratorio di conferma che quindi utilizza metodiche diverse(perchè non si utilizzano sempre quelle se sono le più attendibili?si eviterebbe di spaventare tante persone come me).Mi viene detto che godo di ottima salute e mi si consiglia di ritentare la prossima primavera la donazione,perchè a volte questi fenomeni di cross-reattività sono transitori. Io sono molto triste e demoralizzata perchè da anni donavo sangue con gioia e con grande senso di responsabilità(facevo trascorrere almeno 6 mesi anche da una banale seduta di igene dal dentista prima di recarmi a donare)e soprattutto non riesco a capire fino in fondo cosa sia accaduto in me. Il periodo di tempo in cui è avvenuta la presunta sensibilizzazione verso un qualche antigene somigliante l'hiv è facilmente circoscrivibile,va da ottobre 2005 a marzo 2006 e in quei 5 mesi io mi sono sentita in piena forma,nemmeno un raffreddore ho avuto,nè una linea di febbre,niente di niente.Possibile che io sia venuta a contatto co un virus o un batterio e che mi sia sensibilizzata senza avvertire alcun sintomo0 Ho un dubbio che mi tormenta e che non ho manifestato ai medici del centro sangue perchè a me per prima sembra senza alcun fondamento scientifico e che mi sento di esternare in questa sede:dato che il mio problema è sorto solo dopo le donazioni in aferesi,non potrei in qualche modo anomalo essermi sensibilizzata alla reinfusione del mio stesso sangue?mi rendo conto che le mie ipotesi sono assurde ma vi prego di scusarmi e di aiutarmi a capire perchè non riesco più a sentirmi normale e sana nonostante non abbia mai avuto alcuna malattia. Mi scuso per l'incapacità di sintesi e auguro a tutti buone feste


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Utente
Utente
ho appena letto una risposta del gentile dott. masala a un quesito analogo a quello da me posto. Devo dedurre che è inutile io riprovi a donare? è irreversibile la cross-reattività? esiste qualche esame per tentare di capire di quale antigene si tratti? io ,dato che avevo sentito che talvolta fenomeni autoimmuni sono causa di tests dubbi,ho anche fatto ana,ena,anca e anti dna,ma sono risultati tutti negativi.cosa posso fare per capire cosa è successo in quei 5 mesi che intercorrono tra un test negativo e uno dubbio? grazie per la risposta nella quale spero














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Utente
Utente
ho visto che il moderatore ha respinto la mia richiesta di consulto forse perchè hanno avuto risposta in questo periodo richieste analoghe,quindi provo a circoscrivere i dubbi ai quali non ho trovato risposta.
primo: la debole reattività è condizione irreversibile?
secondo:i cicli di reinfusione nel corso di donazione di plasma e piastrine possono essere causa di sensibilizzazione verso antigeni diversi? grazie di cuor a chiunquq voglia cortesemente rispondere e buon anno a tutti
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Utente
Utente
qualcuno mi può rispondere? grazie davvero
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 335 6
Gentile Signora ,

le rispondo anche se lei ha già avuto risposta da precedenti interventi di colleghi e mi scuso anche con il collega Bianchi se rispondo io ma il tutto in funzione del suo sollecito di una risposta.
La cross reattività può comparire a causa di antigeni sconosciuti e può permanere nel tempo come le è stato spiegato dai colleghi trasfusionisti. I test per HIV di seconda istanza sono tutti negativi e quindi questo la deve tranquillizzare.
Riguardo ai cicli di reinfusione non mi risulta che possano sussistere problematiche di sensibilizzazione

Un saluto

A. Baraldi

Un saluto

A. Baraldi

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Utente
Utente
dott. Baraldi è stato gentilissimo a rispondere ,i medici trasfusionisti mi hanno consigliato di ritentare la donazione tra 6/8 mesi,ma a questo punto credo di dovermi rassegnare a una sospensione permanente. Approfitto della sua disponibilità per chiederle la differenza tra un laboratorio di conferma e gli altri laboratori(centri sangue compresi)dato che presso il laboratorio di sierologia anche il primo elisa è negativo.Grazie ancora per la sua attenzione
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 335 6
Gentile Signora,

un laboratorio di conferma è dotato di apparecchiature che servono a confermare o no un dato dubbio ( per esempio false positività ) in analisi fatte da un laboratorio precedente.
E' prassi comune che questo avvenga come nel suo caso presso un centro trasfusionale.

Un saluto

A. Baraldi
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Utente
Utente
grazie mille dott baraldi e buon lavoro
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Utente
Utente
vi disturbo ancora per un chiarimento: essere portatori di cross reattività significa avere un antigene(magari sconosciuto)che può quindi forse non esserci più tra un anno;oppure significa avere anticorpi(tipo gamma globuline)che probabilmente rimmarranno per il resto della mia vita? scusatemi se sono ripetitiva,ma questa cosa,che mai e poi mai pensavo mi sarebbe capitata,mi ha veramente sconvolta e non riesco a darmi pace.
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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo 11.2k 335 6
Gentile Signora,

quando si parla di cross reattività si parla di un antigene sconosciuto che interagisce e può dare in prima istanza risultati dubbi al test; il laboartorio di conferma serve appunto per una valutazione finale e più approfondita. I test di conferma che lei ha eseguito sono tutti negativi e quindi può stare tranquilla; riguardo al fatto che possa scomparire nel tempo questa cross reattività, è possibile ma non possiamo ipotizzare nè se nè quando; però , Signora, se posso permettermi, mi sembra che lei viva molto male tutto ciò e sbaglia perchè quello successo a lei succede con una certa frequenza, soprattutto nei centri trasfusionali dove i donatori sono sottoposti a controlli costanti, frequenti e ripetuti nel tempo. Se lei in questo periodo si dispiace di non potere donare la capisco ma se lei pensa di essersi infettata è proprio fuori strada e pensa una cosa che non esiste
Cerchi di stare tranquilla.

Un saluto

A. Baraldi
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Utente
Utente
grazie tante dottore,lei ha perfettamente intuito il mio stato d'animo e quanto io viva male questa cosa nonostante non sia facile per me esprimerlo. Vede,i miei genitori hanno sempre donato sangue(fino ai limiti d'età consentiti)e io sono cresciuta vivendo la donazione come un dovere naturale.Fin dall'adolescenza mi è stato raccomandato di fare attenzione a non venire a contatto con il sangue(allora non si parlava di hiv ma di epatite virale)e io sono stata sempre veramente accorta sia in tal senso che nella scelta dei partners,tanto che ho avuto solo due uomini(relazioni decennali)della cui salute sono assolutamente sicura. Al pediatrico majer ero una dei donatori abituali che aderiscono a una sorta di adozione trasfusionale,nel senso che il mio sangue veniva trasfuso sempre a una stessa bambina talassemica ed ero veramente fiera di me dal punto di vista dell'igiene di vita(mentre per altri aspetti so di aver mancato molti obiettivi. Può capire quindi quanto mi sia sentita tradita in questo contesto da una banale cross reattività e non immagina quanto io rimugini alla ricerca di una spiegazione . Mi perdoni lo sfogo che ovviamente da un punto di vista medico è di scarsa rilevanza,ma volevo spiegare a lei,che è stato così gentile, le ragioni della mia insistenza nel chiedere opinioni. Grazie ancora per la sua disponibilità che rivela la sua volontà di comprendere uno stato d'animo al di là di un problema medico che di fatto non sussiste.
tante grazie davvero
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