Il medico curante non solo non ha prescritto indagini, ma ha visitato mio padre una sola volta,

Salve, chiedo questo consulto perché sono molto preoccupata per mio padre che ha 77 anni e da più di 20 giorni ha una febbre persistente, che oscilla tra 37 e 39 gradi, picco che ha raggiunto nella sola giornata di martedì. Attualmente sta facendo una terapia antibiotica, con una iniezione di Glazidim al mattino e una di Nebicina alla sera, ma la febbre si è stabilita sui 38 gradi, non scende e non sale. Il medico curante non gli ha prescritto né analisi né indagini strumentali. Gli unici sintomi che mio padre accusa sono una sensazione di "restringimento" alla gola, che gli rende un po' difficile deglutire, leggero dolore all'orecchio destro e una sensazione di fastidio nelle narici. Quando gli sale la febbre, poi, accusa un dolore nella zona cervicale, sul lato destro. Mi rendo conto che è difficile azzardare una diagnosi, e infatti non la chiedo, ma vorrei sapere che tipo di indagini dovremmo fare per capire qual'è il problema; per quanto assurdo possa sembrare, in tutto questo tempo il medico curante non solo non ha prescritto indagini, ma ha visitato mio padre una sola volta, prescrivendogli 4 tipi di antibiotici diversi. Non credo sia corretto questo modo di fare, per questo chiedo aiuto a questo sito e ringrazio anticipatamente chiunque possa darmi una risposta.
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Medico di medicina generale, Medico di base, Pneumologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2011
Medico di medicina generale, Medico di base, Pneumologo, Psicoterapeuta
Gent.ma Utente,

Non sono nella testa del Collega ma credo che nessun medico vada "a caso". Personalmente, in una febbre di tale durata in un 77enne che non riesce a trovare spiegazioni di alcun tipo, considererei l'opzione del ricovero ospedaliero. Ma ne discuta prima con il Suo Medico di Medicina Generale e domandi quali sono le sue ipotesi diagnostiche e non si accontenti di risposte vaghe: Lei ha il diritto di sapere.
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dopo
Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Gentilissimo dr. Benci,
la ringrazio per la pronta risposta. Purtroppo non sono io a seguire direttamente mio padre in quanto abitiamo abbastanza lontano e io ho famiglia. Mia madre, anche lei anziana, ha parlato finora con il suo collega, che proprio stamattina ha consigliato il ricovero ospedaliero, non prima, però, di aver terminato la terapia antibiotica e di aver fatto una serie di esami del sangue e delle urine, oltre ad una tc cranica, un'eco del capo e del collo, e una rx del torace. Di certo so che tutto questo doveva essere consigliato prima, e Le posso dire che ancora il suo collega non ha detto a mia madre quali sono le sue ipotesi diagnostiche. Tuttavia, la ringrazio perché mi ha ricordato che la salute è un diritto e come tale va preteso; ma vorrei che certi medici di base ricordassero che davanti a loro hanno delle persone e non solo degli utenti. Certo, pretendere che mio padre viva altri 100 anni non posso, ma non posso pensare che possa morire, senza sapere neanche perché, magari perché un medico pensa che una persona di 77 anni abbia fatto ormai il suo tempo. Come avrà capito sono molto amareggiata, mi scusi per lo sfogo e la ringrazio di nuovo per la sua sollecitudine.
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Medico di medicina generale, Medico di base, Pneumologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2011
Medico di medicina generale, Medico di base, Pneumologo, Psicoterapeuta
Come ho già scritto, io, che sono un medico, da qui non sono in grado di capire e giudicare se la tempistica sia appropriata o meno e, probabilmente, non sarei in grado di giudicare se non conoscessi tutti i ragionamenti del Collega.

Preciso che ho scritto che Lei ha il diritto di capire e di esigere una spiegazione comprensibile, omeglio, il Paziente ne ha diritto. "la salute è un diritto" a volte si sente dire quando le scelte del medico effettuate per il bene del paziente non combaciano con ciò che il paziente chiede, che spesso non sono la stessa cosa.

Riguardo all'età di Suo padre non posso fare altro che essere d'accordo con Lei. Mai perdere l'umanità ma mai giudicare severamente prima di aver avuto tutti gli elementi ed essersi accertati di essere in grado di giudicare.