Eventuale richiesta danni per trombosi non evitata
Buonasera,
vorrei capire se ho qualche possibilità di ottenere un risarcimento per quanto mi è successo un po' di tempo fa.
A causa di una stimolazione estro-progestinica mi sono ritrovata con gambe gonfie e violacee doloranti.
Mi presento al PS dell'ospedale più vicino a me e l'EcoColor Doppler venoso arti inferiori e addome rileva vena cava inferiore, vene iliache, vene femorali e vene poplitee con calibro incrementato con flusso rallentato ma ancora compressibili per questo vengo ricoverata.
Ho molti altri sintomi per cui vengono fatti una serie di accertamenti che comunque non riescono ad evidenziare particolari diagnosi e comunque durante la degenza mi viene somministrata eparina.
Dopo una settimana circa nonostante continui a dire di avere rossore e dolore alle gambe mi viene fatto EcoColorDoppler di controllo solo agli arti inferiori che risulta negativo e vengo dimessa senza alcuna terapia anticoagualante.
Dopo pochi giorni dalla dimissione il gonfiore alle gambe aumenta nuovamente per cui mi rivolgo ad ematologa di mia conoscenza la quale consiglia terapia eparinica e ricovero presso il reparto di medicina interna dell'ospedale in cui lavora.
Lì vengo sottoposta nuovamente a EcoColrDoppler di arti inferiori e addome e mi trovano ostruzione trombotica di gran parte della cava inferiore, TVP occlusiva di tutto l'asse iliaco dx, TVP occlusiva di tutto l'asse femore-popliteo e sottopopliteo dx, a sinistra TVP subocclusiva dell'iliaca comune sn con attivazione circoli collaterali, materiale calcifico che indica l'inizio non recente della TVP.
Per questo vengo messa in terapia con eparina in vena.
Vengo poi dimessa con prescrizione di eparina da proseguire fino al controllo presso il Centro Trombosi che mi prescrive poi terapia anticoagulante orale.
Purtroppo stante la permanenza di occlusione di alcune vene a distanza di tempo sono costretta a proseguire la terapia anticoagulante a vita con Eliquis dosaggio 2.5 mg x2.
Alla luce di questi fatti chiedo se secondo voi sia possibile procedere con un'azione legale verso l'ospedale che mi ha ricoverato all'inizio, che non ha individuato la trombosi o che comunque non ha effettuato ecocolordoppler anche all'addome in fase di dimissione ma solo agli arti inferiori e che non mi ha prescritto alcuna terapia anticoagulante da proseguire per un certo tempo.
Chiedo inoltre in che ammontare si possono quantificare i danni subiti avendo evidenti sull'addome e sulle gambe tante vene in superficie ed essendo costretta a terapia anticoagulante a vita con tutto quello che comporta sul piano biologico e morale.
Grazie per la risposta.
vorrei capire se ho qualche possibilità di ottenere un risarcimento per quanto mi è successo un po' di tempo fa.
A causa di una stimolazione estro-progestinica mi sono ritrovata con gambe gonfie e violacee doloranti.
Mi presento al PS dell'ospedale più vicino a me e l'EcoColor Doppler venoso arti inferiori e addome rileva vena cava inferiore, vene iliache, vene femorali e vene poplitee con calibro incrementato con flusso rallentato ma ancora compressibili per questo vengo ricoverata.
Ho molti altri sintomi per cui vengono fatti una serie di accertamenti che comunque non riescono ad evidenziare particolari diagnosi e comunque durante la degenza mi viene somministrata eparina.
Dopo una settimana circa nonostante continui a dire di avere rossore e dolore alle gambe mi viene fatto EcoColorDoppler di controllo solo agli arti inferiori che risulta negativo e vengo dimessa senza alcuna terapia anticoagualante.
Dopo pochi giorni dalla dimissione il gonfiore alle gambe aumenta nuovamente per cui mi rivolgo ad ematologa di mia conoscenza la quale consiglia terapia eparinica e ricovero presso il reparto di medicina interna dell'ospedale in cui lavora.
Lì vengo sottoposta nuovamente a EcoColrDoppler di arti inferiori e addome e mi trovano ostruzione trombotica di gran parte della cava inferiore, TVP occlusiva di tutto l'asse iliaco dx, TVP occlusiva di tutto l'asse femore-popliteo e sottopopliteo dx, a sinistra TVP subocclusiva dell'iliaca comune sn con attivazione circoli collaterali, materiale calcifico che indica l'inizio non recente della TVP.
Per questo vengo messa in terapia con eparina in vena.
Vengo poi dimessa con prescrizione di eparina da proseguire fino al controllo presso il Centro Trombosi che mi prescrive poi terapia anticoagulante orale.
Purtroppo stante la permanenza di occlusione di alcune vene a distanza di tempo sono costretta a proseguire la terapia anticoagulante a vita con Eliquis dosaggio 2.5 mg x2.
Alla luce di questi fatti chiedo se secondo voi sia possibile procedere con un'azione legale verso l'ospedale che mi ha ricoverato all'inizio, che non ha individuato la trombosi o che comunque non ha effettuato ecocolordoppler anche all'addome in fase di dimissione ma solo agli arti inferiori e che non mi ha prescritto alcuna terapia anticoagulante da proseguire per un certo tempo.
Chiedo inoltre in che ammontare si possono quantificare i danni subiti avendo evidenti sull'addome e sulle gambe tante vene in superficie ed essendo costretta a terapia anticoagulante a vita con tutto quello che comporta sul piano biologico e morale.
Grazie per la risposta.
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Spett.le Utente,
prima di procedere a qualsiasi azione legale, Le suggerisco di recuperare tutta la documentazione sanitaria pertinente, anche antecedente all'evento descritto, e sottoporla all'esame di uno specialista Ematologo di Sua fiducia (meglio se operante nel Centro Trombosi che l'ha curata), per una valutazione preliminare scritta.
Quindi, se lo specialista rileva che la condotta dei sanitari non è stata conforme alle linee guida cliniche, può rivolgersi ad un avvocato, con cui stabilire l'eventuale azione da intraprendere, e solo a quel punto consultare un Medico Legale di fiducia dell'avvocato, per le valutazioni definitive sul caso, sulle quali basare l'azione legale.
La valutazione clinica preliminare è indispensabile, dati i presupposti.
L'ammontare degli eventuali danni non può essere stimato in questa sede, ma lo sarà da parte dell'avvocato all'eventuale inizio dell'azione legale.
Distinti Saluti.
prima di procedere a qualsiasi azione legale, Le suggerisco di recuperare tutta la documentazione sanitaria pertinente, anche antecedente all'evento descritto, e sottoporla all'esame di uno specialista Ematologo di Sua fiducia (meglio se operante nel Centro Trombosi che l'ha curata), per una valutazione preliminare scritta.
Quindi, se lo specialista rileva che la condotta dei sanitari non è stata conforme alle linee guida cliniche, può rivolgersi ad un avvocato, con cui stabilire l'eventuale azione da intraprendere, e solo a quel punto consultare un Medico Legale di fiducia dell'avvocato, per le valutazioni definitive sul caso, sulle quali basare l'azione legale.
La valutazione clinica preliminare è indispensabile, dati i presupposti.
L'ammontare degli eventuali danni non può essere stimato in questa sede, ma lo sarà da parte dell'avvocato all'eventuale inizio dell'azione legale.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
[#2]
Utente
ok, la ringrazio. Immaginavo la necessità di una perizia di un medico legale che penso abbia un costo elevato. Proverò a sentire il medico che mi ha consigliato terapia eparinica e ricovero presso altra struttura. Ho un legale di mia conoscenza che mi ha detto che potremmo intanto mandare una pec all'azienda sanitaria per interrompere eventuali tempi di prescrizione che si stanno avvicinando in modo da segnalare l'accaduto e in base alla eventuale risposta dell'azienda sanitaria decidere che cosa fare.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 462 visite dal 26/07/2024.
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