Assistenza sanitaria continuativa
Un parente di 98 anni con invalidità al 100% sta x essere dimessa dall'ospedale e destinata a RSA in attesa di accreditamento dell'Asl. non vi è ancora stata valutazione geriatrica. Si entra privatamente e successivamente si faranno le pratiche.
Per assicurarsi la continuazione delle cure sanitarie (medicina e alimentazione artificilae) a mezzo PICC quale documentazione deve rilasciare l'ospedale? Medicine e alimentazione artificiale devono essere formito dall'ospedale anche se diversi dell'Asl di residenza del paziente. Chi prescrive le medicine? Chi le deve fornire?
Per assicurarsi la continuazione delle cure sanitarie (medicina e alimentazione artificilae) a mezzo PICC quale documentazione deve rilasciare l'ospedale? Medicine e alimentazione artificiale devono essere formito dall'ospedale anche se diversi dell'Asl di residenza del paziente. Chi prescrive le medicine? Chi le deve fornire?
Dr. Nicola Mascotti
Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista
4.1k 241
Spett.le Utente,
ogni presidio ospedaliero quando dimette i ricoverati fornisce loro una relazione di dimissione, che riporta tutto quanto è necessario per garantire la continuità terapeutica, sia che l'assistito venga dimesso a domicilio, sia che venga trasferito in altro nosocomio o casa protetta.
In caso di dubbi o problemi, il medico ospedaliero che ha seguito il ricoverato, ovvero la caposala del reparto per gli aspetti infermieristici, collaborano fattivamente con i caregivers affinchè la continuità terapeutica non venga meno, sia mediante la consegna di un quantitativo minimo di farmaci e/o presidi tale da consentire l'attivazione delle procedure di rifornimento a domicilio od in residenza protetta.
Poi il medico curante, se a domicilio, magari supportato da specialisti territoriali di riferimento, od il medico di struttura se in residenza protetta, provvedono alle prescrizioni, mentre l'Azienda sanitaria di residenza, attraverso i servizi di Farmacia territoriale, cura l'acquisizione e la consegna di quanto prescritto, sulla base delle norme locali.
Quanto sopra non è Medicina Legale, perchè non esistono Leggi che disciplinino specificamente e nel dettaglio tutto ciò che deve essere eseguito, stante la moltiplicità delle situazioni che si vengono a creare: è il buon senso da parte dei Sanitari, unito alle rispettive professionalità, che soccorre alla bisogna.
Distinti Saluti.
ogni presidio ospedaliero quando dimette i ricoverati fornisce loro una relazione di dimissione, che riporta tutto quanto è necessario per garantire la continuità terapeutica, sia che l'assistito venga dimesso a domicilio, sia che venga trasferito in altro nosocomio o casa protetta.
In caso di dubbi o problemi, il medico ospedaliero che ha seguito il ricoverato, ovvero la caposala del reparto per gli aspetti infermieristici, collaborano fattivamente con i caregivers affinchè la continuità terapeutica non venga meno, sia mediante la consegna di un quantitativo minimo di farmaci e/o presidi tale da consentire l'attivazione delle procedure di rifornimento a domicilio od in residenza protetta.
Poi il medico curante, se a domicilio, magari supportato da specialisti territoriali di riferimento, od il medico di struttura se in residenza protetta, provvedono alle prescrizioni, mentre l'Azienda sanitaria di residenza, attraverso i servizi di Farmacia territoriale, cura l'acquisizione e la consegna di quanto prescritto, sulla base delle norme locali.
Quanto sopra non è Medicina Legale, perchè non esistono Leggi che disciplinino specificamente e nel dettaglio tutto ciò che deve essere eseguito, stante la moltiplicità delle situazioni che si vengono a creare: è il buon senso da parte dei Sanitari, unito alle rispettive professionalità, che soccorre alla bisogna.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 27/09/2019.
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