Colpa medica in errore diagnostico: metastasi scambiata per ischemia

novembre 2016: Papà avverte un fastidio al piede sinistro.

Fa rx dalla quale si evince una frattura composta del mignolo del piede sinistro; si reca poi a visita ortopedica e il dott C.
consiglia risonanza magnetica alla testa
Mio padre, essendo claustrofobico ha difficoltà a sottoporsi all'esame e quindi decido di consultare un neurologo
dicembre 2016: con papà mi reco presso lo studio del.
dott M.
e lì viene fatto esame neurologico.
Il dott fa diagnosi di ischemia e programma ricovero presso la clinica presso cui lui lavora, in modo da poter praticare gli esami necessari
il 28 dicembre mattina siamo alla Clinica.
Gli programmano fisioterapia, rimodulano terapia farmacologica e praticano diversi esami
Viene eseguita la prima tac, che a dire dei medici, conferma l'ictus ischemico.
Papà segue alla lettera consigli e indicazioni impegnandosi negli esercizi.
E' sotto terapia cortisonica e di mannitolo.
In breve tempo i miglioramenti si cominciano a vedere.
Ormai cammina con supporto
17 gennaio... vado a trovare papà in una serata piovosa.
mi dice che finalmente gli hanno tolto la flebo che odiava tanto... il cortisone è sospeso da qualche giorno.
Accusa un po di mal di testa...
19 gennaio mattina papà durante la notte si reca in bagno e cade.
Si paralizza totalmente a sx
Il dott M non si spiega cosa possa essere accaduto...suppone una recidiva ictale ma rifà tac
Chiedo ai medici se è il caso di portarlo in ospedale... dicono che metteranno holter rifaranno tac che non è il caso di trasferirlo... I risultati della tac non sembrano dirci nulla.
ma.
M. mi dice che l'edema è esteso e che conferma la sua ipotesi di recidiva ictale.

il dott M...lui suppone che lo stato d'ansia di papà abbia portato allo sbalzo di pressione che gli ha causato un altro ictus... gli somministra en e zoloft e l'effetto è quasi immediato.

Chiedo di parlare con il primario...; ricordo che lui girò lo schermo del computer verso di me dove c'era il cervello di mio padre e mi disse..."vede questa zona opaca è tutto edema...derivante dall'ultimo evento, lei ora non può fare nulla perchè qualsiasi trasferimento può essere pericoloso per la vita del sig Antonio
La mattina del 2 febbraio la quarta tac...dice che c'è infarcimento emorragico...cambia immediatamente terapia.

Chiedo a tutti di assumersi delle responsabilità, e di trasferirlo Cardarelli.
M mi spiega che loro trasferiscono al San Paolo e che se voglio andare in altra struttura devo pagarmi l'autombulanza e firmare per responsabilità...
Chiamo un'autombulanza privata, arriviamo al Cardarelli...codice rosso in pronto soccorso...dopo poco il responso..."nessuna emorragia cerebrale.
Dopo poco la tac cerebrale LA PRIMA CON CONTRASTO E la tac total body ci danno la sentenza...è una metastasi cerebrale la vera diagnosi...sempre stata una metastasi cerebrale...ci sono metastasi polmonari e surrenali...ecco la diagnosi.


Paola
[#1]
Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 228 26
Spett.le Utente,

secondo quanto riferisce sembra che si sia verificato un errore diagnostico;
ma, oltre alla descrizione del caso, quale è il Suo quesito in Medicina Legale?

Distinti Saluti.

Nicola Mascotti,M.D.

[Si prega di non richiedere valutazioni o stime del grado di invalidità]

[#2]
dopo
Utente
Utente
la domanda è: come è punibile una tale negligenza?
a Vostro parere..40 giorni di ritardo nella diagnosi di una metastasi cerebrale quanto possono essere stati determinanti nella cura?
è possibile ad es. che la radioterapia stereotassica, sconsigliata per le condizioni cliniche scadenti di mio padre al momento della "vera" diagnosi si sarebbe potuta intraprendere se la metastasi fosse stata diagnosticata 40 giorni prima, quando mio padre zoppicava appena?
il 28 dicembre è entrato in quella clinica con le sue gambe e il 2 febbraio l'ho portato via, in coma
dalla diagnosi giusta sono poi passati 4 mesi, di terapia solo palliative, ma è possibile che le scelte sarebbero potute essere diverse se la diagnosi fosse stata effettuata correttamente 40 giorni prima?
considerando anche che in quei 40 giorni le terapia intraprese sono state dannose per la malattia cancerogena?
[#3]
Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 228 26
Spett.le Utente,

si proceda per gradi.
Il primo aspetto riguarda la diagnosi, ed è quello da cui iniziare l'analisi del fatto: stabilire come si è giunti alla diagnosi di ischemia cerebrale, quali segni clinici e di laboratorio deponevano per tale diagnosi, e quali elementi invece sostenevano l'opportunità di una diagnosi differenziale.
Soltanto se sussistevano condizioni indicative di metastasi cerebrale si potrà configurare una imperizia, se tali condizioni sono state considerate ed escluse, od una negligenza se le condizioni non sono state considerate.
In secondo luogo: ammessa la eventuale colpa dei sanitari, va stabilito se il ritardo nella terapia corretta, ovvero la terapia inadatta, hanno determinato un peggioramento delle condizioni cliniche e della prognosi.
Tutto ciò richede un'approfondita analisi della documentazione pertinente al caso: certificazioni, cartelle cliniche, referti di esami strumentali, visita diretta della persona interessata, se è vivente, autopsia nel caso si sia verificato l'exitus.
La punibilità è un aspetto penale: per procedere in tal senso è opportuno sottoporre il caso ad un Avvocato di Sua fiducia, meglio se esperto nella trattazione di cause per colpa medica, che a sua volta indicherà un consulente Medico-Legale per supportare l'eventuale azione giudiziaria, se dall'esame del caso ne sussistono i presupposti.

Distinti Saluti.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Non è imperizia scegliere di fare solo tac senza contrasto?Vedere peggiorare un paziente e insistere a non trasferirlo in struttura ospedaliera?
Trattando per 40 giorni un paziente con una metastasi cerebrale, come se fosse un paziente ictato.
Vorrei avere il parere di un oncologo esattamente su questo quesito: 40 giorni di ritardo in una diagnosi di metastasi cerebrale possono essere determinanti nell'evoluzione della malattia?
[#5]
Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.7k 228 26
Spett.le Utente,
posso comprendere il Suo risentimento personale soggettivo, ma per stabilire un'imperizia nella gestione di un caso clinico e' indispensabile, come Lei afferma nella chiusura del consulto, il parere quanto meno di uno specialista, e non soltanto su quanto Lei riferisce, ma su tutte le circostanze ed evidenze del caso.
Altrimenti son soltanto chiacchiere, e la Medicina Legale si basa su riscontri oggettivi e, per quanto possibile, incontrovertibili.

Distinti Saluti.
Cure palliative

Cosa sono le cure palliative? Una raccolta di video-pillole sui farmaci palliativi e la cura del dolore nei malati terminali.

Leggi tutto