Valvola mitrale meccanica e invalidità
Buongiorno Dottore,
Il 2 maggio mi sono sottoposta ad un intervento per la sostituzione della valvola mitrale con una meccanica.
L'intervento è stato lungo e difficoltoso durato 12 ore e la ripresa lunga e faticosa.
Ora ho inziato l'iter per la richiesta di invalidità civile, a che percentuale potrebbe arrivare l'invalidità?
Io avevo gia un'invalidità del 36% sempre per la valvola mitrale che ora è stata sostituita, si va a sommare?
Grazie Saluti
Il 2 maggio mi sono sottoposta ad un intervento per la sostituzione della valvola mitrale con una meccanica.
L'intervento è stato lungo e difficoltoso durato 12 ore e la ripresa lunga e faticosa.
Ora ho inziato l'iter per la richiesta di invalidità civile, a che percentuale potrebbe arrivare l'invalidità?
Io avevo gia un'invalidità del 36% sempre per la valvola mitrale che ora è stata sostituita, si va a sommare?
Grazie Saluti
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Spett.le Utente,
in primo luogo è opportuno che Lei sappia che la valutazione dell'invalidità permanente presuppone l'accurato esame di tutta la documentazione sanitaria ed una visita diretta dell'interessato, presuposti senza i quali non è possibile esprimere alcun parere che abbia valenza medico-legale.
Non Le fornirò pertanto alcun riferimento percentuale specifico per il Suo caso, bensì descriverò la criteriologia che conduce ad un'equa stima della condizione di invalidità.
Le patologie cardiovascolari comportano una limitazione delle attività funzionali residue nei soggetti affetti, che è stata storicamente inquadrata dalla New York Heart Association (N.Y.H.A.) nel 1964 con la prima classificazione, successivamente aggiornata fino alla 9a edizione nel 1994.
Tale classificazione identifica quattro classi funzionali (dalla Ia più lieve alla IVa, più grave), in rapporto alle attività che il soggetto affetto dalla patologia è in grado di effettuare.
Le tabelle medico-legali di riferimento vigenti per la valutazione percentuale della riduzione della capacità lavorativa in invalidità civile (allegate al D.M. 5/2/1992) tengono conto di questa Classificazione, come di seguito riportato:
I CLASSE - la persona è portatrice di una malattia cardiaca che non influisce sulla sua attività
fisica ordinaria.
II CLASSE - la malattia determina una lieve limitazione della attività fisica ordinaria ed il soggetto
può svolgere una attività fisica di lieve entità.
III CLASSE - la malattia determina una marcata limitazione di ogni attività fisica ed il soggetto
può svolgere solo una attività fisica sedentaria.
IV CLASSE - il soggetto può presentare anche a riposo affaticamento, dispnea, palpitazioni,
cianosi e dolore di tipo anginoso.
Il criterio fondamentale è quello di valutare, in maniera progressiva, quella che è la limitazione delle attività che il soggetto è in grado di compiere a causa dell'insorgenza di disturbi per la patologia cardiovascolare.
Le valvulopatie cardiache sottoposte a trattamento con impianto di protesi meccanica rientrano in tale ambito, con la precisazione che in più esiste una voce tabellare apposita, non legata alle Classi NYHA, che riguarda appunto:
6410 - CARDIOPATIA VALVOLARE NON AORTICA CON APPLICAZIONE DI PROTESI: 35%.
Riassumendo, nella voce 6410 viene considerata la condizione del soggetto sottoposto a sostituzione valvolare, che sarà ulteriormente precisata, a seconda del quadro clinico, mediante la Classificazione NYHA, in una valutazione complessiva.
Beninteso, una valutazione congrua terrà conto dei referti degli esami effettuati nel corso della riabilitazione dopo un tempo sufficiente dall'intervento, oltre che delle eventuali co-morbilità.
Distinti Saluti.
in primo luogo è opportuno che Lei sappia che la valutazione dell'invalidità permanente presuppone l'accurato esame di tutta la documentazione sanitaria ed una visita diretta dell'interessato, presuposti senza i quali non è possibile esprimere alcun parere che abbia valenza medico-legale.
Non Le fornirò pertanto alcun riferimento percentuale specifico per il Suo caso, bensì descriverò la criteriologia che conduce ad un'equa stima della condizione di invalidità.
Le patologie cardiovascolari comportano una limitazione delle attività funzionali residue nei soggetti affetti, che è stata storicamente inquadrata dalla New York Heart Association (N.Y.H.A.) nel 1964 con la prima classificazione, successivamente aggiornata fino alla 9a edizione nel 1994.
Tale classificazione identifica quattro classi funzionali (dalla Ia più lieve alla IVa, più grave), in rapporto alle attività che il soggetto affetto dalla patologia è in grado di effettuare.
Le tabelle medico-legali di riferimento vigenti per la valutazione percentuale della riduzione della capacità lavorativa in invalidità civile (allegate al D.M. 5/2/1992) tengono conto di questa Classificazione, come di seguito riportato:
I CLASSE - la persona è portatrice di una malattia cardiaca che non influisce sulla sua attività
fisica ordinaria.
II CLASSE - la malattia determina una lieve limitazione della attività fisica ordinaria ed il soggetto
può svolgere una attività fisica di lieve entità.
III CLASSE - la malattia determina una marcata limitazione di ogni attività fisica ed il soggetto
può svolgere solo una attività fisica sedentaria.
IV CLASSE - il soggetto può presentare anche a riposo affaticamento, dispnea, palpitazioni,
cianosi e dolore di tipo anginoso.
Il criterio fondamentale è quello di valutare, in maniera progressiva, quella che è la limitazione delle attività che il soggetto è in grado di compiere a causa dell'insorgenza di disturbi per la patologia cardiovascolare.
Le valvulopatie cardiache sottoposte a trattamento con impianto di protesi meccanica rientrano in tale ambito, con la precisazione che in più esiste una voce tabellare apposita, non legata alle Classi NYHA, che riguarda appunto:
6410 - CARDIOPATIA VALVOLARE NON AORTICA CON APPLICAZIONE DI PROTESI: 35%.
Riassumendo, nella voce 6410 viene considerata la condizione del soggetto sottoposto a sostituzione valvolare, che sarà ulteriormente precisata, a seconda del quadro clinico, mediante la Classificazione NYHA, in una valutazione complessiva.
Beninteso, una valutazione congrua terrà conto dei referti degli esami effettuati nel corso della riabilitazione dopo un tempo sufficiente dall'intervento, oltre che delle eventuali co-morbilità.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.1k visite dal 20/09/2023.
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