Un incidente stradale, ho riportato la frattura scomposta pluriframmentaria

Salve, mi chiamo Marco e ho 27 anni.
Il 16 Settembre 2007, in seguito ad un incidente stradale, ho riportato la frattura scomposta pluriframmentaria di 1/3 distale dell’omero sx.
Quattro giorni dopo è stata eseguita un’operazione a cielo aperto durante la quale un considerevole frammento di osso(ca. 4 cm) è stato incollato al moncone inferiore dell’omero. Inoltre è stato applicato un fissatore esterno compact Hoffmann per immobilizzare la frattura.
Dopo quattro mesi e mezzo di controlli presso lo stesso ospedale in cui sono stato operato non era ancora visibile alcun segno di calcificazione.
Presi dunque la decisione di cambiare istituto e di rivolgermi al Cto dove, dopo i dovuti controlli, hanno riscontrato un evidente ritardo di consolidazione, dovuto probabilmente ad una eccessiva distanza tra i due monconi della frattura, provvedendo immediatamente alla compressione del fissatore e prescrivendomi una cura con magnetoterapia.
Il 10 Aprile scorso mi è stato rimosso il fissatore esterno a causa di un “assorbimento” dell’osso in prossimità delle viti superiori che provocava un considerevole “gioco” delle stesse. In quella occasione sono state effettuate delle lastre dalle quali si evince che la situazione dopo 204 giorni dall’operazione è la seguente:
Il frammento si è perfettamente consolidato al moncone inferiore dell’omero, mentre la frattura presenta del callo filamentoso o perlomeno radioinvisibile, in quanto sono riuscito ad effettuare dei movimenti, con l’arto liberato dal fissatore, senza nessun cedimento evidente.
Da allora mi hanno applicato un gesso per immobilizzare il braccio e ora, dopo una cura di antibiotici per evitare infezioni ai fori del fissatore, sono in attesa di effettuare un nuovo intervento per applicare delle placche. Dovrebbe essere questione di giorni.
Mi hanno detto che c’è una remota possibilità che ci sia un miglioramento di consolidazione anche col gesso, considerando che esiste una discreta base di partenza, ma tengo a precisare che la mia sensazione, soprattutto al mattino, è come se, al minimo sussulto, si “rompesse” il callo formatosi la notte.
Quello che mi preme sapere è se si può ancora parlare di ritardo di consolidazione o già di pseudoartrosi.
Inoltre, l’applicazione delle placche è davvero necessaria?
Se si, sarà il caso di continuare con la magnetoterapia o esistono altre cure più efficaci?
RingraziandoVi anticipatamente dell’attenzione che spero mi dedicherete, Vi faccio i complimenti per il servizio che offrite e Vi porgo i miei più cordiali saluti.

Marco
[#1]
Dr. Paolo Sailis Ortopedico 1.8k 82 2
Salve,

rispondo alle sue domande.
Per convenzione, un ritardo di consolidazione che ha superato i sei mesi deve essere considerato come "pseudoartrosi".
Il trattamento con placca, di solito associata ad un trapianto osseo autologo, e' ancora il trattamento di scelta. Alcuni trattamenti utilizzando fattori di crescita o proteine osteogeniche sembrano dare risultati incoraggianti ma ancora le casistiche sono troppo esigue per un giudizio.
Sicuramente la magnetoterapia potra' essere di buon supporto.
Grazie dei complimenti che giro a tutto il "Virtual Hospital".
la saluto.

Dr. Paolo Sailis
paolo.sailis@gmail.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Egregio Dr. Sailis,
La ringrazio per la Sua disponibilità e per la celerità della Sua risposta.
Vado subito ad informarmi a proposito del trapianto osseo autologo, implementazione alle placche a cui il mio ortopedico non ha fatto riferimento, magari solo perchè non necessario.
Cordiali saluti.

Marco Omiciuolo