Valore del certificato.di.guarigione clinica

Salve, che valore ha un certificato di guarigione clinica (remissione totale) di una malattia psichiatrica durante la visita del medico del lavoro!
Esso annulla la possibilità che il dipendente sia considerato mancante di idoneità psico-fisica?

Riguardo a questo potreste indicarmi dei riferimenti normativi?

Devo fare un concorso in cui si accede a una carriera organizzata per gradi e mi chiedevo se chi è guarito da una malattia psichica, la questione può essere controversa perchè le malattie psichiche sono croniche come ho appreso da uno psichiatra.

Vorrei un quadro chiaro della situazione a livello normativo se esiste per evitare di direzionare la questione verso una discutibilità che non arriva ad una visione meno relativa della cosa.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Dipende. Guarigione clinica vuol dire solo che ci sono meno del 20% dei sintomi dei partenza che non influiscono significativamente sulle funzioni generali, né soggettivamente sono indicati come interferenti. "Remissione", "remissione totale" non ha senso ...sarà un modo di fortificare la parola remissione.

Se non specifica quale malattia e il perché pone la domanda in maniera preoccupata non si capisce la questione.

Nessun certificato dirà, per intenderci, che è guarita nel senso che non potrà mai succedere niente o ripetersi la situazione. Questo potrebbe valere per un'appendicite dopo aver tolto l'appendice.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2023 al 2023
Ex utente
Discutevo appunto quindi del perchè in rapporto alla collaborazione dello Stato e delle organizzazioni dello stesso e delle aziende esiste un certificato di guarigione clinica? Esiste anche per escludere una discutibilità sull'abilità al lavoro del paziente guarito, i termini remissione totale li ho appreso da una psichiatra che li ha usati?
Non credo che data la natura della psichiatria esso esista solo per descrivere il corso della malattia, astratto dalle altre cose con cui questa disciplina si integra, questo anche secondo la visione più moderna della psichiatria, mi sto riferendo al fatto che una diagnosi certificata possa tutelare il paziente da un danno derivante dal tipo di lavoro svolto.

Io comunque ho un disturbo bipolare NAS. Non ho chiesto la pensione di invalidità perchè discutendone con un medico ho presupposto che non ci fossero i requisiti per ottenerla, ipotesi accreditata anche da un medico con cui ne ho discusso.

È che sono un po' preoccupata per l'ambiente di lavoro e l'organizzazione in cui andrò. È un'organizzazione importante. Io non avrei problemi a fare svolgere una mansione a chi ha una comportamentalità che ha una certa caratterizzazione, certo è che se penso ad un ruolo di responsabile di un'area di quella mansione mi sovvengono molti dubbi, indipendentemente dal fatto che sia stata una remissione. Però ecco, se c'è un criterio meno relativo, come appunto che i sintomi sono meno evidenti per il 20% si potrebbe arrivare alla conclusione che se il disturbo è lieve in partenza con una remissione totale diventa ancora più trascurabile in termine di ipotesi di scenari legati alla sue espressione.

Dal canto mio ho una tesi, che una persona che abbia delle caratteristiche, chiamamole così, non voglio utilizzare il termine malattia ma nemmeno disturbo, possa essere una risorsa in termini di abilità per un'organizzazione.
Mi scusi io sono entrata in un'organizzazione dopo un concorso con un rapporto candidati posti bassissimo in cui ho dovuto fare test di logica, di ragionamento logico-matematico ei informatica. Come ci si potrebbe stupire che una persona che riesce in queste cose non sia proprio nella media in termini comportamentali? Mi sembra un po' che pretendere che una persona che abbia raggiunto un ottimo punteggio in quesiti del genere sia molto probabilmente una persona che può avere alcune caratteristiche che possono distinguerla rispetto alla media anche in termini comportamentali. Conviene che questo accade anche di frequente o no? Ho avuto contatti con dei professionisti brillanti per esempio che avevano delle caratteristiche comportamentali marcate. Molto probabilmente non hanno istituzionalizzato la cosa in un certificato anamnestico. Io ho dovuto farlo perchè in un periodo ho avuto delle difficoltà economiche e avevo bisogno di un sostentamento, quindi ho richiesto la pensione di invalidità. Sono molto scosso da questo ma per me era quasi normale che una persona potesse avere una caratterizzazione della propria comportamentalità che non definirei in termini necessariamente psicopatologici in senso stretto.
Questa paura che ho può essere placata ad esempio da una risposta affermativa alla domanda se esistano medici, ad esempio, visto che lei conosce il suo ambiente, che sono a tutti gli effetti malati psichici sulla carta. Io ho visto fra i medici ad esempio delle comportamentalità equivoche da un punto di vista di salute mentale, non è difficile intuire dei sintomi in psicologia e psichiatria, ma sono presenti su un certificato anamnestico? Se sì, che effetto fa la cosa nel loro ambiente di lavoro e nella relazione con chi ne è a conoscenza? Io so che ad esempio si viene attenzionati a lavoro per monitorare il rapporto tra il disturbo e il lavoro quando ne si ha uno. Con un certificato di guarigione clinica accade ancora questo o si ha la libertà di poter automonitorarsi lasciando quindi un'autonomia nella regolamentazione degli aspetti di gestione emotiva e psicologica relativi all'attività che si svolge a quello che è stato un paziente e che è guarito agli atti? Quando cerco di assolutizzare la guarigione clinica sto escludendo per facilità la discutibilità che questa scienza e che i casi psichiatrici impongono con una reductio, non ad nihilum, certo.
[#3]
dopo
Attivo dal 2023 al 2023
Ex utente
Mi scusi per le imprecisioni del testo. Spero riesca ad interpretarlo.
[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non mi è completamente chiaro lo scopo del certificato.
Lei chiede che sia certificata una condizione di remissione. Va bene, e questo può influire positivamente su un giudizio di idoneità, o di recuperata idoneità. Non ho capito se Lei ha una pensione d'invalidità e vorrebbe invece annullarla in quanto migliorato, tornando a lavorare normalmente con idoneità specifiche.
Il certificato anamnestico è una lista di ciò che ha, ha avuto e le cure fatte. Lo redige il medico di base (in realtà individua le cure di cui il medico è a conoscenza, o che gli risultano comunque perché passate attraverso il sistema pubblico).
Una descrizione delle capacità di una persona semplicemente partendo dalla diagnosi non è possibile nello specifico, anche perché non si parte dal presupposto che chi ha un disturbo psichico di qualsiasi tipo non possa lavorare. Può anche essere ai massimi livelli dirigenziali, o all'apice di una specializzazione settoriale, o operare in ambiti ad alto rischio. Se la diagnosi per qualche motivo viene alla luce, si innesca un meccanismo che pretenderebbe di verificare l'idoneità, ma non può contare su molti strumenti per farlo, se non il giudizio del medico, in genere vago e relativo.

Dr.Matteo Pacini
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[#5]
dopo
Attivo dal 2023 al 2023
Ex utente
"Può anche essere ai massimi livelli dirigenziali, o all'apice di una specializzazione settoriale, o operare in ambiti ad alto rischio." Mi fa piacere sentire questo innanzitutto. Era lo scopo della mia domanda. Se la diagnosi per qualche motivo viene alla luce, si innesca un meccanismo che pretenderebbe di verificare l'idoneità, ma non può contare su molti strumenti per farlo, se non il giudizio del medico, in genere vago e relativo.
Ha dei riferimenti normativi su questo Ho recentemente sentito un dibattito in cui ai futuri magistrati ad esempio vengono sottoposti dei test psicoattitudinali. Proprio chi ha appoggiato e probabilmente proposto questa legge riteneva che i futuri magistrati non debbano avere avuto o avere dei problemi psicologici che potrebbero compromettere il giudizio in ambito giurisprudenziale.
Io non ricevo pensione di invalidità. Non avrei avuto la percentuale sufficiente per averla, questo dopo aver parlato con un medico.

Mi saprebbe dire se il CIM di un'area si interfaccia con il medico di base dei pazienti ogni quanto? Lo psichiatra del CIM che mi ha seguito è andato in pensione ma non sono stato contattato dal CIM. Significa che egli non si è interfacciato con il nuovo arrivato?
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