La mia depressione è nata ed è stata alimentata sempre

Gentili Dottori,
è la prima volta che scrivo in questo forum, vorrei avere un consiglio riguardo la mia situazione.
Sono circa 5 anni che assumo psicofarmaci e ansiolitici (precisamente paroxetina e xanax). Da sempre ho preso alla leggera il problema infatti anche prima di questi anni di pillole non mi sono mai curato dicendomi che ce l'avrei fatta da solo e che non era un grave problema. Adesso io ho 29 anni e le crisi ansiose sono cominciate a 16. Circa 5 anni fà mi sono consultato con la mia dottoressa che mi ha prescritto la fluoxetina e tutto sarebbe passato. Allora per un anno sono andato avanti con la terapia ma non c'erano tanti progressi. A tal punto il dottore di famiglia mi manda da uno psichiatra che continua con fluoxetina, xanax e levopraid. I risultati sempre scarsi. Da fluoxetina siamo passati a paroxetina etc...
I miei problemi sono partiti da forti ansie che mi sono portato dall'adolescenza ma adesso che ho 29 anni si sono risolti alcuni problemi e cerco di fare una vita quanto più spensierata e salutare. Ma il problema sembra essere CRONICO... La mia depressione è nata ed è stata alimentata sempre da ansie continue, adesso io SENZA MOTIVO anche se non grave come prima ho sempre gli stessi sintomi. Parlo di pressione alle tempie, mal di testa, senso di nausea, senso di vomito, rallentamento del respiro, a volte tachicardia, tristezza, continui sospiri, occhi mezzi chiusi, svogliatezza, diminuzione di energia, senso di pesantezza, difficoltà di concentrazione e attenzione, difficoltà a prendere decisioni, sregolatezza nel cibo (aumento del peso e continuo tenere sotto controllo), ritiro sociale (non ho voglia di stare con gli altri), incapacità a riposare e irritabilità.
La cosa che mi ha convinto che non avevo bisogno di aiuto è che questi sintomi non sono continui!!! A volte sono stato bene anche 1 giorno intero. Certo magari fosse sempre così...Invece la maggior parte delle volte sono in condizioni pessime. Anche se non tutti i sintomi che ho elencato prima si presentano e non sempre della stessa intensità. Quindi questa incostanza del disturbo mi ha fatto credere che non fossi malato ma dovevo solo capire come annientare i sintomi.
Ogni volta che torno dal mio psichiatra aggiusta magari la medicina o un pò il dosaggio.. e mi dice che a volta nella vita bisogna saper convivere con i propri mali.. Ma io così non voglio vivere. Non mi fido più di questo dottore! Ciò che vorrei chiedervi se è vero che devo conviverci cioè possibile che questa depressione si può attenuare ma non si può distruggere??? Io vorrei annientarla!! Anche se ci combatto da tanto tempo ancora non mi scoraggio.
Adesso è più di un anno che non vado dallo psichiatra e continuo regolarmente tutti i giorni a prendere le medicine.
Vi ringrazio anticipatamente..
Buona Giornata
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Nessuno è obbligato a convivere con niente, ora se avesse provato decine di cure senza esito capirei la "filosofia" del convivere coi mali, ma le cure possono anche non funzionare per motivi banali e non prevedibili a priori, non è un punto di arresto, si cambia strategia.

Nessun malato contrasta i propri sintomi, sarebbe una contraddizione in termini. Quelli depressivi e ansiosi ugualmente a tutti gli altri. Le ansie non sono la causa, sono sintomi di un disturbo che spesso precedono la depressione vera e propria, come la febbre precede la tosse per modo di dire.

La diagnosi qual'è stata ? Perché se non si definisce bene il punto di partenza poi si rischia di andare alla cieca. Sicuramente se dopo 2-3 mesi una terapia non produce effetti significativi non è molto utile insistere senza modifiche nel caso di una depressione classica.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 829 30 24
Gentile utente,

vi sono delle condizioni depressive che possono cronicizzarsi per la presenza di elementi quali l'ansia o il persistere di elementi della personalità che determinano delle ricadute o una fragilità.

Nel suo caso potrebbe trattarsi di tratti temperamentali sfociati in un disturbo depressivo lieve ma cronico, per questo forse il suo terapeuta le dice che deve conviverci.

Se questo è il suo caso, potrebbe associare terapie psicologiche a quelle farmacologiche.

Tuttavia per poter affermare con sicurezza di cosa si tratta e quale approccio seguire è necessario che si rivolga a un altro psichiatra.

Cordiali saluti

Massimo Lai, MD

[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Nessuno è obbligato a convivere con niente, ora se avesse provato decine di cure senza esito capirei la "filosofia" del convivere coi mali, ma le cure possono anche non funzionare per motivi banali e non prevedibili a priori, non è un punto di arresto, si cambia strategia.

Nessun malato contrasta i propri sintomi, sarebbe una contraddizione in termini. Quelli depressivi e ansiosi ugualmente a tutti gli altri. Le ansie non sono la causa, sono sintomi di un disturbo che spesso precedono la depressione vera e propria, come la febbre precede la tosse per modo di dire.

La diagnosi qual'è stata ? Perché se non si definisce bene il punto di partenza poi si rischia di andare alla cieca. Sicuramente se dopo 2-3 mesi una terapia non produce effetti significativi non è molto utile insistere senza modifiche nel caso di una depressione classica.