Rifiuto psicoterapia.....terapia famigliara?

Salve. Vorrei chiedere consigli su un possibile approccio terapeutico riguardante mia cugina. Lei ha 17 anni, ha un fratellino e una sorellina e in casa vive la nonna malata di mente (attualmente è ricoverata da qualche mese nel reparto di psichiatria dopo aver buttato mobili a terra e l'intervento delle forze dell'ordine). E' successo che l'anno scorso non voleva più andare a scuola e si è assentata molto spesso. Al ritorno verso la fine dell'anno ha dovuto recuperare tutte le materie e ha sentito tradita l'amicizia delle compagne di classe che si opponevano al fatto che all'ultimo potesse recuperare. Fatto sta che si è portata due materie; è andata a una sola lezione del corso estivo ma non è andata a riparare le materie e quindi ha perso l'anno. Ha un ragazzo che, da quanto capito, le da molti ostacoli. Una volta i miei zii (non i genitori, altri zii in comune) l'hanno salutato e lei è andata su tutte le furie. Un anno fa ha fatto un paio di sedute psicoterapeutiche, lei stava bene, ma da quando è andata all'uncia lezione del corso di recupero a scuola, ha rinunciato a tutto. Si è arrivati, dopo la bocciatura, ad un pretesto, ovvero di recuperare due anni in un anno solo ad una scuola privata (secondo i genitori più semplice). Ma ora sembra voler rifiutare anch'essa.Non vuole più sentire nessuno, si chiude in camera. Anche io sono in terapia per somatizzazione dell'ansia e quindi certe cose le capisco e mi sembra che lei veda tutto bianco o nero, e se nero butta via. Secondo me i genitori sbagliano nel concedere tutto per accontentarla, mi semra che lei sia alla continua ricerca dell'approvazione altrui. I suoi genitori mi hanno detto che si controllano anche per non far vedere troppo scenate davanti ai bambini che risentono anche della presenza di una nonna malata mentalmente in casa. Mia cugina rifiuta la psicoterapia e l'unico consiglio che ho potuto dare è di fare terapia famigliare perchè mi sembra che ci sia un circolo vizioso che lega ogni elemento del gruppo e si è dipendenti l'uno dall'altro. Alla fine la terapia dev'essere voluta da mia cugina, però in quella casa non si può più vivere. Cosa si potrebbe fare? Non chiedo consigli pratici perchè sono impossibili, ma a chi e come possono rivolgersi i genitori e magari una Vostra considerazione sommaria su quello che ho scritto. Grazie mille!
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
è molto bello il tuo interesse per la cugina, ma come tu stesso sospetti da qui non possiamo fare molto, soprattutto perchè stiamo parlando di una terza persona.

Una cosa la puoi fare però: se tu ritieni di aver avuto dei benefici, in prima persona, dal lavoro psicoterapeutico, potresti parlarne con i genitori di tua cugina, spiegando loro che sei preoccupato per lei, e che secondo te sarebbe necessario un intervento psicologico.

Esprimere il tuo parere in merito sarebbe la cosa migliore che potresti fare: ma poi fermati, non andare oltre.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie per la risposta.
Certo, io ho consigliato ai miei zii la terapia famigliare, magari senza l'interessata se non lo desidera per il momento. Secondo me possono in questo modo almeno a imparare a scindere le problematiche di ogni elemento della famiglia senza diventare dipendenti l'uno dall'altro (es. quando accontenta mia cugina per non ledere gli altri due figli). La terapia va fatta secondo me sui genitori e sulla figlia. Se la figlia non vuole, i genitori possono fare la loro parte, almeno per non ledere il benessere comune che comunque è assai ridotto. Vorrei più un consiglio pratico sulla strada che possono intraprendere i genitori e magari se un terapeuta può "insegnare" loro come riconquistare per esempio il ruolo genitoriale perché la potestà ormai è della figlia.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
"Vorrei più un consiglio pratico sulla strada che possono intraprendere i genitori e magari se un terapeuta può "insegnare" loro come riconquistare per esempio il ruolo genitoriale perché la potestà ormai è della figlia. "

Gentile Utente,
sembra che tu abbia le idee molto chiare rispetto all'indicazione terapeutica necessaria agli zii: per questo dovresti anche immaginarti che non avrebbe alcun senso (ammesso che sia possibile) mandarti un consiglio "pratico", oltre a quello che ti ho già suggerito di parlarne con i diretti interessati.

Se loro non fossero interessati ad intraprendere un percorso di cura i tuoi consigli pratici non servirebbero a molto, anzi, rischieresti di fare la figura di chi vuole impicciarsi negli affari altrui, mentre in realtà tu stai partendo con i migliori propositi.

Allora, cerca di "dosare" tu in primis la foga di voler aiutare a tutti i costi i tuoi zii se non sai nemmeno quanto loro siano disposti ad accettare il tuo aiuto.

Un'altra cosa che farei è parlarne con il tuo terapeuta, che potrebbe consigliarti magari un professionista da indicare algi zii.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Grazie della risposta. Sono stati loro a chiamare me e mi hanno chiesto di chiedere in giro, perciò ho scritto su questo sito. Quindi Lei conferma la mia ipotesi, ossia che è meglio innanzitutto che facciano prima loro terapia? Veramente mi hanno chiesto se uno psicologo possa andare in casa a convincere la figlia, ma dubito fortemente si possa fare una cosa del genere. Però vi chiedo anche questo dal momento che, nonostante mi interessi la materia, non sono competente e quindi potrei non conoscere delle soluzioni e di conseguenza negare una possibilità. Anche se rimango dell'idea che uno psicologo non può convincere una persona che non vuole collaborare, persino nell'ipnosi è così, a maggior ragione se ci va qualcuno solo a parlarel. Però a Voi esperti l'ultima parola. La ringrazio tantissimo, sono contentissimo per il semplice fatto di provarci e manifestando anche il bene a mia cugina senza dover per forza fare "effusioni d'affetto" come molti credono.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
la miglior cosa in questi casi è l'onestà: i tuoi zii ti hanno chiesto un consiglio, tu giralo per come ti è stato dato. Ovvero se hanno problemi nella gestione della figlia dovrebbero parlarne con uno psicologo.

Cerca di rassicurarli del fatto che non sarà la fine del mondo questo benedetto colloquio psicologico!