Trauma

Salve dottore,

Vorrei andare subito al punto. Quando avevo 12 anni i miei genitori decisero di regalarmi una chitarra elettrica per natale. Loro però mi fecero uno scherzo: tolsero lo strumento musicale dalla scatola e la impacchettarono vuota. A Natale, quando toccò a me aprire il mio regalo mi trovai la scatola vuota, di conseguenza tutti i miei zii, nonni, cugini si misero a ridere. In quel preciso momento feci una strana faccia del tipo quando non si è capaci di ridere, ero imbarazzatissimo, non riuscivo a guardare in faccia nessuno ero "terrorizzato".
Da quel momento tutti i natali mi viene da fare quella strana faccia, quando parlo davanti a tante persone, quando i miei amici mi fanno dei brutti scherzi e anche quando parlo con una ragazza. Io adesso ho 17 anni e sono preoccupato perchè non riesco a fare una vita normale quando mi trovo in quelle situazioni. La prego vorrei un vostro aiuto.
Vi ringrazio di cuore. Spero possiate rispondermi presto.
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Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Gentile ragazzo,
traspare una sorta di vissuto di umiliazione da ciò che racconta relativamente alla vicenda.
Sarebbe opportuno capire di più riguardo i rapporti con i suoi genitori, i suoi parenti, capire qualcosa in più di lei per poter andare a fondo della situazione, ma da qui si può dare solo una risposta sommaria.
Potrebbero essersi slatentizzati, da quel momento, dei vissuti profondi d'inferiorità e inadeguatezza che in qualche modo si ripresentano ogni qualvolta lei si sente sottoposto al giudizio altrui.
Per andare a fondo del problema e aiutarla adeguatamente, è necessario l'aiuto di uno psicologo.

Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli

Psicologa Psicoterapeuta Aneb

psicologia.udine@gmail.com

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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazzo,
in che senso non riesce a fare una vita normale?
Cosa accade quando si trova nelle situazioni che ha riferito?
Di cosa è preoccupato?
Come ha ipotizzato la collega è a disagio ogni qual volta è sottoposto al giudizio altrui ovvero anche in altre occasioni?

Cordialmente

Dr. Massimo DAlessandro
Psicologo-Psicoterapeuta
www.massimo-dalessandro.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Vorrei prima di tutto rigraziare le vostre risposte gentili dottori.
Io prima di rispondere alle domande del Dr. Massimo D'Alessandro vorrei chiarire che io ho dei genitori e dei parenti splendidi, normali e non che non mi hanno mai fatto alcun male fisico nè psicologico.

Gentile Dr. Massimo D'Alessandro,

Io non avendo un linguaggio "medico" forse non sono riuscito a farmi spiegare bene, Le chiedo scusa.
1)Io volevo dire dicendo -non posso fare un vita normale- che PRIMA della situazione, da me raccontata sopra, ero un ragazzo normale che non manifestava nessun disturbo o sensazione d'inferiorità quando i miei amici o parenti mi facevano dei "brutti" scherzi e sopratutto nelle feste dove bisogna ballare o parlare davanti a tanti parenti.
2)E' difficile spiegarlo. Accade che mi agito, mi viene una faccia rossa e mi sento come se tutti mi stessero guardando e comincio ad avere la voglia di nascondermi o fuggire. Mi sento strano non riesco ad essere serio, me stesso. Per esempio, dottore: quando una persona racconta una barzelletta a un'altra persona, questa si mette a ridere, però poi dopo un po' cessa di ridere; ecco, a me capita, dopo ridere, di non riuscire ad essere come prima (serio) e quindi non riesco a controllare i le mie emozioni.
3) Io sono preoccupato perchè è questo è un disturbo strano che nessuno, a parte voi specialisti, riesce a spiegare il motivo. Ho parlato pure con i miei genitori ma nessuno è riuscito a capire cosa sia e mi hanno detto di parlare con uno psicologo.

Spero le mie risposte siano state soddisfacenti.
Vi ringrazio di cuore. In attesa delle vostre risposte.
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Dr. Massimo D'Alessandro Psicologo, Psicoterapeuta 93 4
Gentile ragazzo,
non è importante avere un linguaggio medico, l'importante è riuscire a comprendersi.
Mi sembra di capire che lei ha sviluppato sentimenti di inferiorità che si manifestano in alcune situazioni sino a farle provare un grande disagio, la voglia di fuggire ovvero le impediscono di comportarsi come vorrebbe.

Se questi sono alcuni degli elementi fondamentali del suo disagio piuttosto che orientare la sua attenzione nel ricordo del "trauma subito" o nel cercare di spiegare i motivi che la portano a vivere questo "strano disturbo", in questo momento, sarebbe più proficuo se lei orientasse la sua attenzione nell'osservare quanto questo disagio interferisce con il suo benessere emotivo e non le permette di comportarsi e vivere come desidera.

Se da questa osservazione ritenesse che il suo disagio la fa soffrire enormemente, le impedisce di fare quello che desidera o magari presenta altre sfaccettature come ad esempio, ha iniziato concretamente ad evitare le situazioni che ritiene responsabili del suo malessere, quotidianamente o molto frequentemente si sente triste, si sente incapace in ogni cosa, ha "crisi d'ansia" quando si sente obbligato a rimanere nelle situazioni che giudica ansiogene, ripensa continuamente al giorno del trauma, un sostegno psicologico o quantomeno una valutazione potrebbe esserle molto utile, quindi valuti concretamente l'idea di potersi recare da uno psicologo.

Cordialmente
[#5]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio di cuore dottore per la sua disponibilità ed attenzione.