"oggetti del desiderio"

Gentilissimi,
ho 30 anni, da due anni vivo insieme al mio compagno e da quasi un anno siamo genitori di un bellissimo bimbo.
La convivenza ci regala attimi stupendi e la nascita di nostro figlio ci ha inondati di gioia. In alcuni momenti tutto diventa molto conflittuale e difficile per incomprensioni e problemi di comunicazione fra noi due adulti (le cose stavano così anche prima della nascita del bimbo); alcune volte sto proprio male e mi sento molto scoraggiata e profondamente delusa per ciò che accade. Ma poi tutto passa, il nostro amore si trasforma ma resiste, ed io davvero non vorrei nessun altro accanto se non lui.
Abbiamo avuto momenti difficili e stressanti anche dopo la nascita del piccolo perchè non stava molto bene, richiedeva presenza e assistenza intensi, e abbiamo dovuto attendere dei mesi per vedere qualche miglioramento e tranquillizzarci un po'. Poi ho avuto dei problemi di salute, che non ho ancora risolto e iniziano a mettermi un po'di ansia.
Il fatto che volevo presentarvi è un curioso comportamento che ho messo in atto nel corso di questi mesi e che ancora non mi abbandona. Premetto che per il momento non lavoro e sono ancora felicemente a casa col piccolo quindi non guadagno nulla. Ho la fortuna di avere un compagno che non naviga nell'oro ma per ora mi mantiene, un papà che ogni tanto mi regala ancora qualche biglietto da 50 e un modestissimo conto in banca con i pochi e preziosi euro risparmiati negli anni passati.
Il fatto è che ogni tanto devo comprare oggetti, spcialmente tecnologici. Ciò non è abituale per me, fino a poco tempo fa (fino a circa metà della gravidanza) anche se lavoricchiavo e avevo il mio piccolo stipendio ero attenta a non sprecare i soldi, o meglio, non sentivo proprio nessun bisogno di spenderli in tutto ciò che è superfluo: quasi niente tv, il pc portatile (regalato) solo per lavoro, cellulare vecchissimo (e orgogliosa di usarlo ancora mentre tutti lo cambiavano), niente tecno-gadget o cose simili, che consideravo assolutamente inutili.
E adesso.. prima la macchina fotografica digitale, con la scusa che dovevo far le foto al piccolo, e in parte direi che è vero ed è stato un acquisto utile e felice. Poi il lettore mp3, per ascoltare musica e audiolibri nelle lunghe ore insonni ad accudire il piccino. E fin qui niente di così strano. Ma poi ecco in offerta una mini consolle con tantissimi videogiochi inclusi, una mia vecchia passione di bimba... e le corse al supermercato dove la vendevano per accaparrarmela, mascherate da altri impegni perchè mi vergognavo a dirlo al mio compagno. Per poi tornare a casa soddisfatta, fin troppo per la scarsa importanza dell'oggetto. Poi il cellulare nuovo, senza che ce ne fosse nessuna reale necessità. In quell'occasione avevo molto litigato col mio compagno e mi sentivo male, con l'acquisto volevo deliberatamente consolarmi, e devo dire che in parte ha funzionato. Gli ho tenuto nascosto l'acquisto per una settimana (ancora mi vergognavo di quell'atto ancora così insolito per me), poi gliel'ho detto, nell'occasione abbiamo parlato delle nostre incomprensioni e abbiamo chiarito tante cose, ed è stato perfino molto utile. Questi gli acquisti più "eclatanti" (per me, ovviamente, mi rendo conto che per altri possono essere la normalità), poi ce ne sono stati altri più piccoli qua e là. La cosa curiosa, quella che mi fa riflettere, non è tanto l'acquisto in sé ma la modalità con cui il "processo" avviene...vedo l'oggetto su un volantino o altrove, mi colpisce per qualche motivo e mi rendo subito conto che proprio quello sarà la mia prossima "vittima"...inizio a desiderarlo, immagino il piacere di averlo fra le mani e di utilizzarlo, ogni tanto durante la giornata mi viene in mente con insistenza variabile a seconda dei momenti...e, quando si mette così, l'epilogo è certo: presto o tardi in un modo o nell'altro troverò una scusa, un pretesto, l'accettabile giustificazione con me stessa (e gli altri) e l'oggetto sarà finalmente mio. Con il cellulare ad esempio è andata così, l'insoddisfazione per il brutto momento in famiglia mi ha fornito una gustosa scusa per potermi consolare con quell'acquisto (che a livello più o meno conscio già da tempo attendevo di poter fare). Il bello è che poi l'oggetto in sé ha su di me un effetto buono, realmente consolatorio (anche se temporaneo), mi fa sentire bene e mi ci diverto pure. Allora faccio bene? Magari sì, fino ad un certo punto sì; in fondo perchè negarsi qualche piccolo e innocente diversivo? Mi rendo conto che non c'è nulla di male se la cosa si ferma lì. Però avverto che tutto ciò rischia di diventare un meccanismo che alcune volte riesce a neutralizzare momentaneamente il buon senso e questo non mi piace. Anche perchè il conto in banca non è illimitato, così come le finanze del papà, e non ho intenzione di rischiare di dilapidare dei sudati risparmi in questo modo, soldi che potrebbero servire anche per la salute nostra e del piccino!
Inizio ad impensierirmi perchè noto che gli "oggetti del desiderio" tendono a diventare sempre più costosi e sempre più "frivoli"... Da qualche giorno sto "puntando" una nota consolle portatile per videogiochi e altri passatempi, dal prezzo abbastanza importante per le mie tasche. Continua a venirmi in mente...sabato sono stata lì lì per prenderla ma, non so come, mi sono trattenuta...forse perchè ho sentito lì vicino un padre che diceva a suo figlio "Ma sei pazzo hai visto quanto costa?" e dentro di me ho avvertito che quella frase avrebbe potuto essere benissimo rivolta a me... Mi ha colpita poi il ripensare a come fino ad un attimo prima ero pronta a pagare senza fare una piega per poter uscire con la consolle in borsetta...Non mi riconosco più! Il fatto è che sono proprio incallita, ieri notte a quest'ora mentre la mia amata famigliola dormiva io ero su internet a cercare gli sconti!!!
Ho ben altri problemi che questo, ma la cosa inizia a darmi preoccupazione. Fino a che punto potrò arrivare? Sto esagerando e non dovrei dare importanza alla cosa? Ma quasi non mi riconosco più! Cosa mi sta succedendo?
Chiedo scusa per la confusione, grazie per la pazienza e per ogni spunto di riflessione che gentilmente vorrete donarmi.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, da quello che dice sembra che la cosa stia assumendo connotazioni patologiche tanto da sfociare in veri e propri atti compulsivi senza dei quali la tensione cresce fino a ridurla ad acquisto avvenuto.
Tuttavia quando lei scrive
(..)l'insoddisfazione per il brutto momento in famiglia mi ha fornito una gustosa scusa per potermi consolare con quell'acquisto (..)
sembra inquadrare il problema, ossia una distrazione momentanea, una ricerca di gratificazione che, probabilmente, le viene negata all'interno del suo nucleo famigliare. Tale compulsione "potrebbe" essere il sintomo di una possibile insoddisfazione relazionale e quindi cercata come tampone momentaneo dal momento che , in alcune occasioni, le ha dato comunque qualche soddisfazione.
Sarebbe il caso di consultare un terapeuta prima che questa ricerca diventi ancora più rigida.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente

Mi colpisce la sua descrizione esatta di come immaggina l'oggetto e di come la figura dell'oggetto prende forma dentro di lei,fino al punto di diventare una ossessione se non lo compra.
Certamente le difficoltà verso la sua casa e la sua famiglia possono sfocciare in comportamenti compulsivi il cosidetto (shoping compulsivo).
Ora sembra che lei è consapevole dei suoi comportamenti,il suo istinto sembra vi guidi verso la ricerca dell'oggetto desiderato,fino a quanto non l'avrà avuto non si sentirò tranquilla.

Pernso che un terapeuta Vi possa aiutare,se vuole può già parlare anche a suo marito,almeno avrà dalla sua parte un alleato.


Saluti
[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Gentilissimi Vi ringrazio per le tempestive e utili risposte. Sì riconosco quella difficoltà e insoddisfazione relazionale familiare di cui parlate, in diversi momenti ne sono preda, passa e poi ritorna, poi passa e ritorna di nuovo. Unitamente talvolta alla stanchezza fisica, un mix non proprio salutare. Mi rendo conto che il mio vero obiettivo sono quelle sensazioni di benessere, sollievo e relax che attribuisco di volta in volta ad un "gadget" diverso. Se questa "cosa" dovesse continuare sarei sollevata di poterne parlare col marito e avere l'appoggio di un terapeuta. Dovrei cercare qualche cosa di specifico? So che esistono diversi approcci alla persona in ambito psicologico e psicoterapeutico. Come posso orientarmi?
Approfitto della Vostra disponibilità per chiedervi se nel frattempo posso tenere come riferimento qualche buona norma da seguire, qualche piccola indicazione per "tamponare" la situazione prima che arrivi ad oltrepassare il confine del buon senso. Immagino che debba provare a giocare d'anticipo, a non assecondare la compulsione, ma come posso fare se di compulsione si tratta? La volontà in quei momenti viene rinchiusa in cantina mentre la voluttà fa festa in casa.
Di nuovo grazie e cordiali saluti a Voi.
[#4]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123

(..) Dovrei cercare qualche cosa di specifico? So che esistono diversi approcci alla persona in ambito psicologico e psicoterapeutico. Come posso orientarmi?(..)

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https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html