Una certa depressione sia, anch'esso, riconducibile al passato il quale ha segnato,

Una psicoterapeuta sostiene che le malattie e i disturbi importanti (non guaribili) scatenati in eta' matura, siano - sicuramente - frutto di un'infanzia poco felice e "per niente" spensierata. Inoltre vivere il presente con tristezza cronica e una certa depressione sia, anch'esso, riconducibile al passato il quale ha segnato, in maniera indelebile, il percorso creando un blocco nell'espressione del proprio carattere. Il carattere, dice, non sarebbe quello di "persona triste e depressa", ma passionale, vitale e curioso a cogliere i frutti della vita.
Come si puo' avere l'assoluta certezza di questa tesi? Viene dai "testi sacri" della psicologia?
Penso che l'unica certezza che abbiamo e' che "non abbiamo certezze".
Grazie
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile utente, infatti non c'è alcuna certezza su queste affermazioni che sono solo espressioni di un sistema teorico che quel terapeuta ha abbracciato.
Altri modelli teorici non prendono in considerazione il passato nè lo ritengono importante per la formazione di un disturbo in età matura.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Utente
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Purtroppo le sedute andranno avanti seguendo questa convinzione (o certezza). Come inizio non mi pare un buon "biglietto da visita". Se sono affermazioni cho sono "solo espressioni di un sistema teorico" e sciorinate con tanta supponenza mette in dubbio la qualita' del terapeuta e del suo futuro percorso. Peraltro sembra che queste "assolute certezze" siano la base di partenza per il trattamento. Non ultimo l'affermazione del carattere che sarebbe diverso da quello che appare.

L'impressione che si voglia "frettolosamente" arrivare ad un'analisi seguendo un po' troppo fedelmente i testi universitari e il "classico" iter , il quale, ormai si legge anche all'interno dei cioccolatini.
Grazie
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 173 4 17
Gentile signore,

noi non conosciamo il suo caso nello specifico, ma accade con una certa frequenza che disturbi e disagi psicologici siano causati o concausati da passate esperienze e in particolare da quelle dei primi anni di vita, che sono fondamentali per la formazione dell'identità individuale, di modalità funzionali di rapporto con gli altri e di una sana autostima e possono condurre a sviluppare (o meno) una certa vulnerablità e fragilità psicologica.

Gli studi longitudinali condotti su bambini e preadolescenti che considerano le variabili individuali e familiari correlabili allo sviluppo di successive patologie sono innumerevoli, e dimostrano spesso le presenza di un legame fra questi elementi, consentendo ad esempio di individuare un elenco di fattori di rischio e di fattori protettivi rispetto allo sviluppo di patologie mentali e di disagio psicosociale.

Non tutti gli approcci teorici comunque, come le ha detto il Collega, si concentrano allo stesso modo sulla ricostruzione delle cause di una data situazione, ma possono essere ugualmente efficaci nel curare i disturbi psicologici anche se li concettualizzano con modalità differenti.

In ogni caso quello che lei ci sottopone è apparentemente un caso di improvviso scatenamento di patologia psichica in età matura, il che è piuttosto difficile in assenza di altri disagi o disturbi in età più giovane, ma non è impossibile se parliamo di depressione.

Se si avesse motivo di sospettare che la causa della depressione senile sia da ricercare nell'infanzia di un certo paziente, a fronte di elementi che la configurano come problematica, sarebbe decisamente probabile che tutta la vita di quella persona fosse stata in qualche misura segnata da disagio psicologico più o meno intenso. Un'infanzia "per niente spensierata" porta con alta probabilità (a meno che non intervengano esperienze correttive di quel corso) ad una vita poco o per nulla serena molto prima, per esempio nell'età dell'adolescenza.

Bisognerebbe comunque intendersi su cosa si indica con l'espressione "infanzia infelice e poco spensierata", perchè una tale definizione può includere situazioni molto diverse e anche più o meno gravi.

Ad ogni modo, al di là di quale sia il nesso fra l'infanzia problematica e la successiva patologia mentale quello che conta è che lei sta iniziando un percorso psicoterapeutico con un professionista che non la convince e del quale non si fida, e non è per nulla consigliabile che prosegua senza che prima vi siate chiariti.

Cordiali saluti,

Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359

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Utente
Utente
Grazie, Dr. Pozzi, per l'esauriente risposta. Il mio dubbio e ' per l'espressione "certezza" usata dalla psicoterapeuta. Ho diversi anni sulle spalle e una certa esperienza di vita che mi ha insegnato che tutto e' relativo e nulla e' certezza. Credo nel "relativismo" il quale nega l'esistenza di verita' assolute. Percio' andrei molto cauto a dare per certe e assolute situazioni molto complesse. L'infanzia "infelice e per nulla spensierata" non e' nulla di tragico e traumatico. Solo; eravamo nei primi anni 50 e si era ancora nel clima "dopoguerra" la poverta' regnava assoluta. Si faceva fatica a mettere insiema il pranzo con la cena; e per un bambino certe situazioni di disagio possono aver creato tristezze e malinconie, anche in maniera inconsapevole. Da qui a dichiarare con assoluta certezza che le malattie (rare) e incurabili in eta' adulta sono assolutamente il frutto di "quei momenti" poco felici.....

Ritengo troppo difficile e improbabile "azzeccare" l'origine dei malanni di cui soffriamo da adulti. Non tutto viene dalla psiche. Ho letto tante teorie, opinioni e commenti, al riguardo. Alcuni definiscono il ns cervello una macchina talmente complessa da cui e' pressoche' impossibile decifrarne il suo interno.

Ho vissuto sulla mia pelle gli enormi limiti della scienza medica, dove, purtroppo le aspettative - invece - sono molto alte da parte dei "fruitori"; meno attenti e (per loro fortuna) inconsapevoli.
Grazie ancora
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile utente, da quello che dice non sembra ci siano i presupposti per continuare una terapia con questo modello terapeutico.
forse dovrebbe appoggiarsi a terapie di stampo più comportamentale.
saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Alcuni definiscono il ns cervello una macchina talmente complessa da cui e' pressoche' impossibile decifrarne il suo interno.
>>>

Allo stato attuale delle conoscenze, è vero. Ma questo non significa che, anche senza sapere tutto, non si possano riuscire a ottenere effetti psicoterapeutici concreti e duratuti.

Questa per inciso è una differenza importante fra le terapie che hanno bisogno di sapere cos'è successo nel passato, e quelle a cui è sufficiente una chiara descrizione del funzionamento del problema nell'oggi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
" i disturbi importanti (non guaribili) scatenati in eta' matura, siano - sicuramente - frutto di un'infanzia poco felice e "per niente" spensierata"

Gentile Signore,
potrebbe essere sia vero che falso, infatti a volte un esordio di problematiche psichiche a tarda età , può essere sintomo di malattie neurologiche, di patologie ai lobi frontali,ecc...
Non vorrei amplificare la sua ansia, ma fermarsi ad un'affermazione, che se pur vera, mi sembra semplicistica e non risolutiva, toglie scientificità agli approcci terapeutici.
Inoltre, sapere cosa non ha funionato nel passato, non preclude la possibilità di restituirle salute e serenità nel presente.
Se non si trova con il suo psicoterapeuta, valuti l'ipotesi di cambiare approccio.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente

Ho accettato di sottopormi alla Tecnica psicologica EMDR
(Eye Movement Desensitization and Reprocessing) Anche se indicata, in particolare, per il disturbo post traumatico da stress, e/o di traumi psicologici minori, in caso di disturbi alimentari e attacchi di panico.
Il tentativo e' di lavorare, oltre che su ansia e depressione, su un disturbo e dolore neuropatico di causa e natura ignota.( Ivi compreso un disturbo neurologico inguaribile) La "convivenza" con il dolore non e' di facile gestione; quindi si tentera' di rimuovere le cause che, presumibilmente e ipoteticamente, a livello psicologico ne hanno causato lo scatenarsi.
Posso immaginare che la "collaborazione" del paziente possa risultare abbastanza fondamentale. Ossia dovrei "crederci" fortemente per assecondare il tragitto di questa tecnica.
Grazie