Psicofarmaci e libido

All'età di circa 18 ho scoperto di essere affetto da una forma non eccessivamente grave di epilessia, che all'epoca venne classificata come "piccolo male", ma poi le crisi sono diventate piu gravi e ho iniziato a seguire varie terapie di cui non ricordo il nome, fino all'età di 25 anni.
A quell'epoca assumevo il luminale e lo ricordo bene poichè dopo un certo periodo ho cominciato ad avere un calo della libido veramente preoccupante, che si è naturalmente associato ad ansia di prestazione e una depressione che mi ha cambiato il carattere.
Finchè ho incontrato un neurologo tra i piu rinomati che mi diede da seguire una cura con un nuovo (parliamo del 1995) medicinale, il lamictal, che mi ha fatto rinascere, anche oltre le mie piu rosee aspettative dal punto di vista sessuale e in piu teneva le mie crisi a livello accettabile.
Qualche anno fa ho malauguratamente conosciuto una persona che aveva sofferto del mio stesso tipo di male e che grazie all'aiuto di un luminare di sua conoscenza, era totalmente guarito e non doveva assumere piu farmaci e addirittura guidava.
Mi convinse a fare una visita da questo luminare che mi fece cambiare cura ed usare il keppra.
Dopo poco tempo sono ripiombato nell'incubo ed oggi pur essendo tornato sui miei passi sia per quanto riguarda il medico che per quanto riguarda la terapia, ormai le mie notti le passo sveglio, ma non per fare l'amore ma a pensare a quanto sono stato stupido.
Esistono dei mezzi per ovviare a questo tipo di problema? Vi ringrazio
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Gentile utente,

forse per errore ha postato questa richiesta in psicologia, comunque.

I pazienti sono sempre diversi tra di loro e, purtroppo ma anche per fortuna, non e' sempre possibile avere successi oppure non tutti portano ad insuccessi.
Come in tutte le patologie, anche lei aveva trovato un equilibrio con un ottimo farmaco che le aveva ridato una vita fondamentalmente normale.

Il keppra e' altrettanto un ottimo farmaco ma forse non era indicato per il suo caso.

Quindi, io mi chiederei come mai ha avuto il bisogno di sentirsi dare una risposta diversa da quella che invece la compensava totalmente?
La sua aspettativa era quella di non avere piu' terapia ma forse questo potrebbe non essere possibile.

Ora in questo momento, la preoccupazione per quanto accaduto ma forse anche la preoccupazione per una patologia che le appartiene, la tengono sveglio a pensare di non aver fatto la cosa giusta.

Le posso anche garantire che, se esplicitato, il problema sessuale viene preso in considerazione dai colleghi della mia specialita', a differenza di quanto affermato da un urologo in un altro consulto.
Il problema e' riporre fiducia nel neurologo che la visita.
In questo momento sarebbe anche utile un supporto di tipo psichiatrico per un eventuale introduzione di trattamento per questo periodo.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
visto che lei ha reintrodotto la stessa terapia che le dava discreto benessere, non ci dovrebbero essere motivi rilevanti per non riacquistare gli stessi livelli di benessere. Forse in questo periodo la sua condizione di disagio deriva, oltre che dal cambio di terapia e dal tempo necessario per raggiungere il nuovo equilibrio, anche dalla delusione di non aver raggiunto la "guarigione" che lei si aspettava, e dal rimpianto di aver commesso un errore, di aver fatto una scelta sbagliata. Le consiglierei, oltre ovviamente a seguire i consigli del suo neurologo, di rivolgersi, eventualmente ad uno specialista in psichiatria/psicoterapia che possa fornirle il supporto adeguato, psicologico, farmacologico o integrato, per superare questo difficile momento.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Non credo ci sia nulla di stupido nel cercare di migliorare la propria condizione di vita, purtroppo a volte le nostre attese si scontrano con la realtà dei fatti.
Nel Suo caso con la realtà dell'esistenza di una differenza neurologica tra l'epilessia del Suo conoscente e quella da cui Lei attendibilmente è affetto.
Temo non esistano né farmaci né medici miracolosi, solo persone che sono diverse, i cui organismi sono diversi e i cui disturbi sono diversi, per cui reagiscono diversamente ai farmaci.
Probabilmente nel caso del Suo conoscente i fenomeni epilettogeni erano comunque destinati a scomparire (cosa per esempio non infrequente nel corso dello sviluppo infantile) e la tal cosa è stata favorita o accellerata (che dir si voglia) dalla giusta combinazione farmaco/risposta dell'organismo.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.