Comportamento figlia

Buongiorno,siamo due genitori ( la mamma) che vi scrive per la figlia di 25 anni.

Parto col dire che mia figlia ha un lavoro a tempo indeterminato che la impiega 10 ore al giorno a contatto con il pubblico,è finito l'orario di lavoro si vede con gli amici/amiche e rientra a casa tardi a notte inoltrata.
Spesso dorme anche poco perché poi l'indomani deve rientrare al lavoro.
FIno a che era piccola la situazione era gestibile ora diventando grande e adulta la cosa ha preso un'altra piega.
Purtroppo ha una lingua che funziona molto bene,con un carattere irascibile se c'è una cosa che deve dirti non guarda in faccia a nessuno prende e te la dice anche a costo di farti rimanere male.
Ha un comportamento autoritario nei nostri confronti ma anche con i nonni che le vogliono molto bene.
L'ultima parola deve essere la sua ,sopratutto in famiglia ( fuori con gli amici non lo so se il comportamento è uguale come in casa)
Ha avuto due storie di fidanzamento naufragate ( non sappiamo se derivate dal suo carattere che ha) ora siamo al terzo .....ma è ancora presto per dire come andrà.
Adesso sta parlando di andare a convivere con questo ultimo ragazzo conosciuto, e sinceramente per noi genitori diventa preoccupazione una convivenza sotto questi aspetti.

Ho provato molte volte da mamma a parlargli amorevolmente ma il risultato è stato che da parte sua dice: mi avete stressato,parla sempre lei,smorza subito il discorso, noi genitori sbagliamo sempre,non voglio in questo momento sentire nessuno parlare.....ecc ecc.
C'è persino " paura" a intraprendere un discorso perché potrebbe degenerare subito.

Quindi come fare? Come poter relazionarsi a lei? In che modo?

A questo punto mi chiedo quale potrebbe essere il problema.

Sbagliamo noi genitori/ nonni?

Vi devo dire che in famiglia da parte di mio marito la sorella che è insegnante alle scuole elementari anche lei più o meno ha il solito carattere di mia figlia.

Accolgo da voi alcuni spunti che mi potranno essere utili.

Resto in ascolto
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

Sua figlia ha 25 anni, un proprio lavoro, progetti personali concreti.. E' una adulta a tutti gli effetti.

Ha intenzione di andare a convivere, ma
"... sinceramente per noi genitori diventa preoccupazione una convivenza sotto questi aspetti."

Occorre riflettere sul fatto che quando i figli diventano grandi, i genitori (nonni compresi) devono saper fare qualche passo indietro, e considerarsi sulla via .. del pensionamento da genitore.
Non per caso si dice che se l'azione educativa del genitore è stata efficace, il genitore .. diventa inutile (anche se, certamente, la dimensione affettiva permane in modo importante).

Voi potreste osservare che qui ce n'è ancora bisogno, del sostegno dei genitori.

Ma occorre che ambedue le parti riconoscano tale necessità. Cosa che non avviene da parte di Sua figlia che, probabilmente, si sente inutilmente pressata e trattata come una bambina e dunque tende a scappare.

Comprendo benissimo il Vostro desiderio di evitarle errori o sofferenze, ma spesso non è possibile; ogni generazione vuole il diritto di decidere - e anche di sbagliare - in autonomia.
La realtà, d'altra parte, rappresenta una "scuola" importante, più delle parole genitoriali; anche per Vostra figlia forse.

Saluti cordiali.









Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ho letto con attenzione e la ringrazio.
Però gradirei un ulteriore approfondimento.

Quindi parlare con mia figlia dicendole perché rispondi così oppure perché ti comporti in questo modo ( perché trova da dire su quasi tutto e parla sempre lei dando poco spazio a noi genitori o altre persone) è controproducente ?

Perché avendo provato già una volta e non avendo ottenuto un esito positivo perché si sovrappone alle nostre parole diventando quasi lei la "vittima" e noi gli untori vi chiedo: è la strada sbagliata questa oppure quella giusta da perseguire?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Gntile utente,

ritengo che abbiate provato svariate volte
"dicendole perché rispondi così oppure perché ti comporti in questo modo ( perché trova da dire su quasi tutto e parla sempre lei dando poco spazio a noi genitori o altre persone)"

Con quale esito?
Ora i genitori sono fuori tempo massimo.



[#4]
dopo
Utente
Utente
Mi scusi ma se come dice lei "siamo fuori tempo massimo" lei mi fa capire che siamo noi ( genitori) quelli che sbagliamo ,e quindi ritirarsi e farle fare quello che desidera avendo sbagliato anche in precedenzaa chiederlo?

Scusi le pongo una domanda io a lei:

..........." I genitori a cosa servono"????.........

Resto in ascolto .
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
".. domanda io a lei:

..........." I genitori a cosa servono"????......... "

Risposta:

I genitori hanno a disposizione molti anni di vita del figlio,
dal concepimento e nascita in poi, per mettere in atto linee educative adeguate, che poi daranno i loro frutti nell'età adulta.

Dall'età dell'adolescenza
l'influenza dei genitori si incontra/scontra con quella dei coetanei, e dunque perde parzialmente di efficacia.

Crescendo ulteriomente,
il figlio va maturando linee sue proprie, interiori e di comportamento.
E' diventato una persona autonoma, che opera dunque scelte autonome.
Il genitore, ora, è tale "on demand".

_____________

E' difficile per noi - qui - riassumere migliaia di studi e di libri, decenni di approfondimenti sull'argomento,
rischiando che siano scambiati come frutto delle proprie personali opinioni...
Potrete approfondire ed aiutarVi leggendo
"Quando i figli crescono" di Felicitas Römer.
Ecco una breve sintesi: "i ragazzi non sono gli unici a dover tagliare gradualmente il cordone ombelicale. Anche noi dobbiamo lasciarli andare, recuperare un’identità autonoma e infine proseguire con la nostra vita.
Questo volume vuole incoraggiare i genitori a partecipare attivamente
al processo di distacco reciproco senza soffrire troppo.
Come impostare il rapporto con i figli adulti, o quasi? Quando evitare di immischiarsi nella loro vita? Quando essere disponibili, e quando negare il proprio aiuto? Come comportarsi con il figlio quando lascia il nido, quali regole darsi per vivere bene nel “nido vuoto”? Come liberarsi dal senso di inutilità che ci accompagna una volta esaurito il compito di crescere i figli? E, infine, come vivere nel modo più giusto il ruolo di nonni?
Con questo libro l’autrice si rivolge ai genitori di figli cresciuti, dalla fine dell’adolescenza in su, che abbandonano il nido.
Li guida in questa nuova fase della vita alla ricerca di nuovi equilibri, aspirazioni e comportamenti, e nella configurazione di nuovi assetti familiari che mantengano saldi i legami tra genitori e figli, sempre e comunque."

Saluti cordiali.








[#6]
dopo
Utente
Utente
Mi dispiace contraddirla cara dottoressa.
Ma la sua frase (a riguardo l'educazione di mia figlia in tenera età ) sibillina suona un po' come dire:

Da genitori le avete insegnato l'educazione ?

La risposta non tarda a venire : Direi proprio di sì e forse anche di più!

Perciò io da genitore non ho nulla da rimproverarmi.

Comunque sia , io da mamma le avevo chiesto nel mio primo post il modo di comportarci con mia figlia ma vedo che lei mi ha detto tutto tranne quello che avrei dovuto sentire da parte sua ,

Quindi resto con i soliti dubbi da quando le ho scritto.

Grazie ugualmente.
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


La frase citata non è riferita a chi scrive, bensì a problematiche ben più generali; in questo caso alla psicologia dell'età evolutiva.

Forse - rileggendo con attenzione e apertura interiore - potrebbe scoprire in ogni post di risposta innumerevoli orientamenti per Voi genitori, come richiesto.
Compreso il libro consigliato, al quale non è stato dato nessun riscontro.

"... vedo che lei mi ha detto tutto tranne quello che avrei dovuto sentire da parte sua..", o forse avrebbe "VOLUTO" sentirsi dire.
D'altra parte fin dal 2011 dichiaravate "Noi genitori non sappiamo piu' in che modo prenderla."
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/228894-chiarimento-per-mia-figlia.html
ricevendone innumerevoli indicazioni da altrettanti Colleghi; non troppo dissimili a queste ricevute qui.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Beh ma credo che non serva poi molto andare a spulciare i consulti passati.

Proprio perché sono passati non hanno più modo di essere presi in considerazione.

Preferisco guardare il presente .

Comunque rivolgo l'appello anche ad altri pareri di altri psicologici che ci possano aiutare a chiarirsi le idee,in un momento di grande confusione.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Ci sarebbe gentilmente qualche altro psicologo che ci possa fornire un suo prezioso contributo alquanto gradito sulla tematica esposta per capire come bisogna rapportarsi e in che modo?

Grazie.

[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ha un comportamento autoritario nei nostri confronti ma anche con i nonni che le vogliono molto bene
>>>

Quando i figli adulti hanno un comportamento autoritario con i genitori, di solito è perché durante la fase in cui era possibile intervenire, ovvero nell'infanzia e fino all'adolescenza, i genitori non sono stati capaci di stabilire, insegnare e far valere una sana gerarchia familiare. Dove i figli fanno i figli e i genitori i genitori.

E quando questo succede, di solito, è perché i genitori hanno timore di imporsi sui punti importanti - e il rispetto del ruolo genitoriale certamente lo è - tanto da preferire mettersi nella più comoda posizione di chi dà continuamente consigli e pareri, sperando che il figlio "capisca". Speranza che però non si realizza facilmente perché, sempre parlando in generale, i genitori ansiosi producono figli ansiosi a loro volta, oppure aggressivi.

Ma non possiamo sapere se questo sia o meno il vostro caso, dato che non vi conosciamo.

Tutto questo non per colpevolizzarvi. Assolutamente no. Certamente lei e il padre di vostra figlia - che in questa discussione mi pare non sia mai stato nemmeno menzionato - avrete fatto tutto quello che ritenevate possibile per il suo bene. Solo che credere di far bene e far bene sono due cose diverse.

Perciò sì, anche se dispiace dirlo, credo che siate già fuori tempo massimo.

Tutto ciò che potete fare da ora in poi è dare il vostro parere e poi lasciare vostra figlia libera di fare le proprie scelte. Che tanto farà comunque, che a voi piaccia o no. Perché? Perché se non siete stati capaci di diventare punti di riferimento per lei quando era tempo, per quale motivo dovreste diventarlo improvvisamente adesso? Per quale motivo dovreste essere diversi, parlando di autorità, da altre due qualunque persone di mezza età? Perché siete i suoi genitori? Bene, ma cosa vuol dire: "essere genitori"?

Sempre ammesso che vostra figlia non soffra di qualche disturbo di personalità, ma sarebbe un caso meno probabile.

>>> ..........." I genitori a cosa servono"????......... "
>>>

Se parliamo di "servire" nel senso di utilità, i genitori "servono" finché il figlio diventa adulto e più o meno autosufficiente. Da quel momento in poi possono solo avere un ruolo diverso. Certamente non dovrebbero continuare a vivere in funzione dei figli, ma vivere di più per se stessi.

Lei e suo marito potete dire di star facendo questo? Di star riuscendo a dare un senso pieno e compiuto alla vostra vita indipendentemente da vostra figlia?

La cosa migliore sarebbe forse cercare un aiuto presso un collega di persona, che potrebbe aiutarvi a chiarire meglio questi punti e magari aiutarvi a relazionarvi con vostra figlia. Vedrete però che qualunque psicologo interpellerete, qui o di persona, vi dirà sostanzialmente le stesse cose.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#11]
dopo
Utente
Utente
Grazie per avermi risposto speravo è così è stato che fosse proprio Lei dottore a rispondermi.

Se mi permette un ultima considerazione Che forse prima non ho citato e poi chiudo il post:

Mia figlia due anni fa è stata lasciata dal suo ragazzo,si sono frequentati cinque anni , lei per questa cosa ne ha sofferto molto . Da un anno a questa parte ha cambiato compagnia conoscendo un nuovo ragazzo, E da quando ha conosciuto questo ragazzo ha cominciato a rispondere in maniera un po' autoritaria , cosa che prima non faceva .
Noi genitori conosciamo questo ragazzo così di vista ma in casa lei non l'ha ancora portato.

Quindi Le chiedo come persona esperta,potrebbe essere questa la causa di tutto ciò?

Certamente fare i genitori è una cosa molto difficile specialmente a farlo bene ,però le posso dire molto chiaramente dottore che quando era in età adolescenziale la ragazza ha ricevuto i suoi no e i suoi si come credo tutti.

Vorrebbe andare a convivere fra qualche mese, però ci sorge un dubbio che questo suo cambiamento di carattere da un anno a questa parte possa essere stato influito dalla nuova compagnia o dal nuovo ragazzo.
E siccome capisco che mia figlia è adulta, non so se sia giusto da parte di noi genitori essere duri e risoluti oppure lasciarla prendere le sue decisioni sbagliate o giuste che siano,anche perché le basi della buona educazione le sono state impartite a tempo dovuto.

COME POSSIAMO METTERCI DI MEZZO ORA IN QUESTA SITUAZIONE IO E MIO MARITO PERCHÉ LEI NON CI ASCOLTA PUR ESSENDO SEMPRE PRESENTI?

In attesa di una Sua risposta la ringrazio infinitamente cordiali saluti.











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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sì, quello di genitore è il mestiere più difficile. Ma se si accetta il fatto che c'è un tempo per ogni cosa, non è detto che voi non possiate ancora aiutare vostra figlia, e parecchio. Dovete solo smettere di <pretendere> di volerlo fare.

>>> da quando ha conosciuto questo ragazzo ha cominciato a rispondere in maniera un po' autoritaria , cosa che prima non faceva
>>>

In tal caso il cambiamento d'atteggiamento potrebbe essere un passaggio necessario, una specie di ribellione che prelude alla fase di distacco vera e propria, se davvero lei tiene a questo ragazzo e vuole andare a conviverci. Vedendovi perplessi e temendo che voi possiate interferire, vostra figlia si irrigidisce a sua volta.

Se fosse così, non credo ci sia da preoccuparsi. Dovreste solo lasciarla libera fare le proprie scelte.

>>> COME POSSIAMO METTERCI DI MEZZO ORA IN QUESTA SITUAZIONE IO E MIO MARITO PERCHÉ LEI NON CI ASCOLTA PUR ESSENDO SEMPRE PRESENTI?
>>>

Il punto è proprio questo: da ora in poi voi dovete SMETTERE di mettervi in mezzo. Non avete più potere interventivo, solo consultivo. Potete solo dare pareri, con calma e senza farla sentire una stupida. E poi fare un passo indietro.

Dovete lasciare che vostra figlia faccia le sue scelte ed eventualmente commetta i propri errori. Perché da psicologo e da genitore posso dirle che i figli hanno il diritto di sbagliare. Si impara solo dagli errori, non da ciò che già sappiamo fare bene.

[#13]
dopo
Utente
Utente
Dottore la ringrazio veramente tanto Lei e' una persona speciale!

Le sue parole per noi sono state chiare, semplici e illuminanti .

Ci hanno rischiarato le tenebre che non ci permettevano di vedere oltre.

Un grazie sentito di cuore davvero.

Catia

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Prego, buona giornata