Università e malessere

Buonasera,sono una ragazza di 21 anni e scrivo per chiedere un parere onesto riguardo una questione che mi perseguita da tempo:ho attitudine per lo studio o dovrei rinunciare?Sono stata portata per lo studio,da bambina.Mi piaceva ed ero brava,ricevendo complimenti di adulti e insegnanti.Questo fino a 15 anni.Le cose sono cambiate l'anno seguente;sono prima peggiorata in condotta (anche se non ho mai brillato),poi si sono abbassati anche i voti, ma la situazione era ancora nella media.L'ultimo anno di liceo è stato il peggiore,quando ho iniziato a stare male a seguito di certi eventi ed ho intrapreso un percorso con uno psicoterapeuta,che non ho mai portato a termine.È stato un anno scadente e nocivo:pessimo rapporto con compagni e insegnanti,condotta imbarazzante(me ne vergogno,vorrei cancellarne il ricordo)e totale disimpegno nello studio.Avrebbe dovuto importarmi allora ed invece mi importa adesso.Alla fine sono riuscita a diplomarmi,per pietà,con un voto molto basso.Vorrei poter dare la colpa al mio malessere,ma non posso.È da quando ero molto piccola che ho problemi quasi seri a casa,ma questo non mi aveva mai impedito di fare quello che desideravo.Insomma,in quelle condizioni mi iscrivo ad un corso a numero chiuso, consigliato da terzi per le prospettive di lavoro.Il tempo di dare pochi esami e mi fermo."Tornando in me" mi rendo conto di aver trascorso anni senza piena consapevolezza della mie azioni e scelte.Così smetto di dare esami e decido che la colpa è del corso non scelto da me.Mi iscrivo,contro il parere generale,ad un altro corso convinta di ricominciare da zero,lasciarmi alle spalle gli errori e dedicarmi alle mie passioni.Ovviamente non è quello che è successo.Un anno è passato e non mi sono presentata ad un esame.Oltre a problemi psicosomatici e altri vari,ho la fissazione di dover fare tutto alla perfezione,studiando da più fonti e approfondendo per prendere il massimo.Chiaramente so di non essere in grado e quindi non mi presento.Credo di voler dimostrare che non sono quell'incapace che si è comportata male al liceo,che sono in grado di essere brava anche io,perfetta.Ma io non sono niente di tutto questo,ne sono molto lontana e,direi,sono anche un po' stupida.Ora inizio a domandarmi se sia incompatibile con un ambiente accademico.Vengo da una famiglia di operai e artigiani e da una condizione sociale svantaggiosa.I miei genitori non hanno mai studiato,forse non dovrei nemmeno io e sarebbe meglio per me imparare un mestiere e restare dove sono.E non è vero che non c'entra,al contrario:l'ambiente è importante e i geni son quelli che sono.Conta tutto.A settembre proverò ancora un percorso terapeutico sperando di risolvere almeno i problemi psicologici,intanto ero decisa a recuperare gli esami in quest'ultima sessione disponibile,ma vedo che ricado sempre negli stessi vizi e mi domando se ne valga la pena per me perseverare.Perdonate il lungo sfogo,saluti cordiali e buon lavoro.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

mi fa piacere che abbia deciso di riprendere un percorso psicoterapeutico, come le era stato suggerito più volte in precedenti consulti, perchè la situazione che descrive lo richiede.

Per rispondere alla sua domanda è ovvio che senza conoscerla non possiamo sapere per cosa può essere portata e per cosa no, quali siano le sue attitudini, se abbia fatto bene male a cambiare corso di laurea.
In linea di massima se ha scelto di orientarsi in base ai suoi desideri e alle sue aspirazioni ha fatto bene a cambiare, ma se ha delle difficoltà sul piano psicologico ed emotivo (come ha ampiamente riferito) non si potava aspettare che il solo fatto di cambiare corso di studi risolvesse ogni cosa.

Se fino a 15 anni ha studiato con buoni risultati si può pensare che non abbia oggettive difficoltà nell'apprendimento e che il cambiamento avvenuto allora non dipenda certo dal fatto che di colpo è diventata "stupida", nè che i suoi geni (?) si siano improvvisamente risvegliati per ricordarle che nella sua famiglia non ci sono laureati.
Non conosco i dettagli della sua vita, ma probabilmente è entrata in crisi adolescenziale: magari si trovava male in classe e in famiglia la situazione non era delle migliori - tutte cose che non aiutano certo un adolescente ad andare bene a scuola.

In base a tutto quello che ha riferito anche nei precedenti consulti direi che la priorità è occuparsi del suo stato psicologico e che il resto verrà di conseguenza.
Mi auguro che questa volta porterà fino in fondo il lavoro che sta per iniziare, perchè effettuare solo qualche seduta e poi mollare non le servirebbe a nulla.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Gentile Dr. ssa,
la ringrazio per la cortese risposta. La verità è che ho molta paura di iniziare una terapia, come l'ho avuta sempre. Però non ho alternative in questo momento, né molto da perdere e sento di doverlo fare. Spero solo di riuscire ad iniziare il percorso con la giusta dose di fiducia. Mi auguro anche io di portare a termine il lavoro, almeno quello...è difficile per me più che per altri portare a termine qualcosa.
Per l'università, vorrei trovare il coraggio di presentarmi alla data scelta. Non quella dopo, né altre, ma esattamente quella. Se mi accontentassi di quello che so, se avessi un po' di fiducia, potrei correre il rischio di un eventuale fallimento e poi, magari, saperlo vivere. Mi pare però che questa fede sia piuttosto difficile da raggiungere, nei riguardi di molte cose. Da qui a settembre è un periodo di tempo troppo modesto per un compito simile; logicamente non sarò pronta e ho un po' paura (ma questo l'ho già detto). Ad ogni modo, le porgo cordiali saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"è difficile per me più che per altri portare a termine qualcosa"

Questo mi sembra un argomento importante da affrontare subito, quando inizierà la terapia.