Psicologo che flirta o semplicemente gentile?

Salve, da un anno vado da uno psicologo siccome ho sofferto di depressione e ansia.
Lui è stato molto d'aiuto e mi sono appoggiata tanto a lui, in alcuni momenti ho sentito anche una forte attrazione nei suoi confronti ma non ne ho mai parlato e non gli ho dato importanza per non rimanerne delusa.
Lui è sempre stato gentile e disponibile ma non riesco a decifrare alcuni suoi comportamenti.
Mi ha sempre fatto vari complimenti sulla mia estetica e sulla mia intelligenza, a volte ho avuto l'impressione che quasi cercasse "contatto fisico" ovvero si avvicinava a me con scuse banali come "fammi vedere quanto sei alta" o per farmi vedere come aveva parcheggiato la sua segretaria dalla finestra.
Prima di andare via mi ha fatto un paio di volte una carezza sul viso e una volta che ero scossa mi ha proposto un abbraccio ma qua davanti alla segretaria però (io ho a malincuore rifiutato).
Sembra che fatichi a lasciarmi andare a volte.
Tra noi c'è sempre stato molto feeling, parliamo di tutto e a volte pure di alcune cose riguardanti la sua vita.
Negli ultimi 6 mesi ci sono andata sì e no una volta al mese siccome sto molto meglio.
Attualmente ho una relazione stabile ma quando lo vedo ammetto di avere voglia di baciarlo e tanti suoi atteggiamenti mi confondono.
Non capisco se è semplicemente gentile o flirta...
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Dr.ssa Paola Dordoni Psicologo, Psicoterapeuta 112 7
Gentile utente,

il tema che lei tocca è certamente molto delicato ma importante.
In psicoterapia la variabile forse più importante è la relazione terapeutica; su di essa si basa tutto il lavoro. Se tra di voi si è instaurata una relazione terapeutica (fatta anche di compassione, fiducia, affidamento, e auto-aperture del terapeuta) è tutto "normale". Il contatto fisico (come abbracci, strette di mani) è parte della terapia in alcuni orientamenti psicoterapici, e a parer mio è a discrezione del terapeuta e della situazione (è un contesto clinico, quindi TUTTO è da leggersi e usarsi in questo modo)! Credo che il punto importante sia che la relazione che ora si è instaurata con lui ha un effetto sulla sua vita privata. E' quindi come se questo "uscisse" dalla stanza di terapia. Le consiglio di riflettere su questo, e su quanto la terapia sia una "minaccia" alla sua attuale relazione, piuttosto che chiedersi se lo psicologo stia flirtando.
Sarebbe disposta a terminare le sedute (visto che sta meglio) o a cambiare terapeuta , e salvaguardare la sua storia? Se sì, e non l'ha ancora fatto, ne parli col terapeuta sinceramente per spiegare il motivo per cui ha deciso di andarsene. Se no, allora la domanda è "gli atteggiamenti del terapeuta la infastidiscono?"... sentirsi così le piace? Motivo in più per parlarne col suo terapeuta... ma le suggerisco che in questo caso la cosa più saggia potrebbe comunque essere quella di cambiare terapeuta, dato che la relazione clinica di cui le parlavo non è più "clinica"!.
spero di averla aiutata! mi faccia sapere!

Cordialmente,
Dr.ssa Paola Dordoni

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dopo
Utente
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Innanzitutto la ringrazio per la sua risposta. Il rapporto che si è instaurato tra me e il terapeuta mi confonde. Mi reputo innamorata del mio compagno e ci sto bene ma poi c'e questa forte attrazione nei confronti del mio psicologo e avere a che fare con lui mi fa stare molto bene. Ho pensato più volte a cambiare psicologo ma non ne ho mai trovato il coraggio, nemmeno di parlarne con lui. Tempo indietro ho avuto due psicologhe con cui mi sono trovata male e quindi non vedo così facile neanche questa soluzione. Sto cercando di farmi forza ma sento tutto questo come un sassolino nella scarpa che non riesco a togliermi. Rispetto ad un anno fa sto molto meglio solo che a volte ho ancora delle piccole ricadute dove sento di dovermi appoggiare ancora a lui.
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Dr.ssa Paola Dordoni Psicologo, Psicoterapeuta 112 7
Certamente è importante la professionaità, soprattutto se le dà una mano... ma credo che non dovrfebbe mai esserci sovrapposizione con la propria vita privata. se le cose stanno così le suggerisco di cambiare psicologo, anche se è dura e anche se non ne vede a pieno il senso. Mi pare che la cosa migliore da fare sia trovare una collega donna, che possa accoglierla. ricordi che non è automatico instaurare una relazione terapeutica, ma non è nemmeno questione di simpatie, lo psicologo è un professionista e certamente ha gli strumenti per aiutarla al meglio, anche tramite la relazione.