Depressione e mancata voglia di vivere

Salve,
Scrivo in merito ad una fase della mia vita leggermente complicata.
Quest'anno era partito molto bene.
Vengo da una famiglia economicamente distrutta, oltretutto divisa da problemi di vario genere.
Ho trovato un buon lavoro e ben retribuito.
Ho una stanza in affitto (tutt'ora mi ritrovo qui) che mi ha permesso di affrontare meglio lo spostamento casa/lavoro.
Attualmente mi sento depresso, stanco e a volte mi manca proprio la voglia di vivere.
Con l'arrivo del COVID quel poco che guadagnava la mia famiglia è andato perso.
Mi ritrovo da solo a dover spesare due case e due famiglia, più me stesso.
E non penso riescano a risolvere il problema in poco tempo.
Sono scappato dalla mia vecchia casa dove vivevo con mia madre, poichè lei soffre di depressione e non riuscivo a reggere tutta quella pressione e negatività costante.
Ogni notte prima di andare a dormire ho la testa affollata dai mille problemi che mi pesano sulle spalle.
Ogni mattina mi sveglio e penso a come risolvere questi mille problemi.
Lavoro da casa attualmente, e vorrei che la mia azienda mi concedesse anche dopo la fine della pandemia 1/2 giorni di lavoro da remoto, per poter gestire meglio la mia vita.
Per poter dire che anche io ho del poco tempo per vivere.
Ma attualmente le prospettive non sono molto rosee.
Vorrei poter passare più tempo con mio padre, poichè quest'inverno ha scoperto di essere gravemente malato ed avere 4/5 anni di vita se non risponde bene alle terapie.
Se dovessi rientrare in azienda, dalle 6 si mattina alle 8 di sera sarei a lavoro/sui mezzi pubblici ed il fine settimana mio padre non riesco quasi mai a vederlo, per via della distanza e per via del fatto che nonostante la salute, svolge qualche lavoretto qua e la per dare una mano alla famiglia.
In questa società attualmente mi sento visto non più come una persona, ma come una macchina.
A settembre mia madre perde la casa, e dovrò pensare anche a quello.
I tempi sono brevi e non so come fare.
Ogni mattina mi sveglio sempre di più con il pensiero "Se morissi, non dovrei più pensare a tutto questo", ogni notte mi pongo lo stesso pensiero.
Non ho soldi per visite da specialisti poichè tutto è investito nella sopravvivenza mia, e della mia famiglia.
Ogni mese mi ritrovo praticamente senza quasi un centesimo in tasca, e questo di certo non mi aiuta ad approcciarmi positivamente al lavoro.
Sento di avere troppi impegni e non abbastanza tempo per vivere e respirare, per stare con i miei cari, e per prendermi cura di me stesso.
Ho paura della morte, ma a volte la vedo come l'unica soluzione.
Voglio bene alla mia famiglia, e spesso sono una persona abbastanza razionale, ma mi sento ignorato a lavoro, ignorato dal mondo che mi ha fatto carico di troppe cose.
Sento che questa vita infame mi sta spingendo verso qualcosa di brutto.

Sento che se faccio un passo avanti, ne torno indietro di 3.

Vorrei solo un pò di pace e comprensione.
Vorrei solo iniziare a vivere dopo 25 anni di problemi...
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Caro ragazzo dispiace sentire quanta angoscia lei vive, soprattutto pensando alla sua giovane età. Lei collega la sua disperazione alle evenienze esterne, che effettivamente costituiscono un peso indubbio. Accenna a circostanze economiche negative di grande rilievo. In queste sono coinvolti per primi i suoi genitori cui è piombato un "disastro" economico. Si comprende che in una famiglia si condividano le vicende, buone e cattive. Ma neanche vanno annullate le differenze, di età, di responsabilità, di appartenenza, di titolarità. Mi sembra di avvertire che sulle sue spalle sono riversati gravami eccessivi. Non sarà che questa modalità e significato nel gioco delle relazioni intrafamiliari preceda le vicende attuali. Lei sembra inconsciamente rivelarlo allorché afferma "25 anni di problemi..."
Allora, un aiuto psicologico, anche presso un servizio pubblico, può aiutare a dipanare qualche confusione e liberare le sue indubbie risorse di intelligenza e sensibilità, tanto da raccogliere i risultati che merita.

Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937