Penso di non valere più come donna

Gentili dottori,
sono una ragazza di quasi 20 anni e vi scrivo per chiedervi un aiuto.
Da quasi 1 anno convivo con un senso di colpa perenne per una cosa che è capitata mesi fa.

Sono sempre stata una persona molto autocritica.
Ho sempre preteso tanto da me stessa e, soprattutto nelle relazioni interpersonali, per me il rispetto e la lealtà sono molto importanti.

Da quasi 1 anno, però, mi sento un'incoerente e soprattutto non più degna di essere una sorta di paladina del rispetto e della lealtà, da quando un ragazzo fidanzato ha iniziato a corteggiarmi ed io non sono rimasta indifferente.

Non ho mai avuto un fidanzato.
Io e questo ragazzo ci piacevamo entrambi, lui mi ha baciata (è stato il mio primo bacio) ma da subito gli ho detto che non mi avrebbe dovuto cercare per via della sua situazione sentimentale.

Nonostante tutto lui non ha smesso di cercarmi.
Ci scambiavamo solamente dei messaggi, nessuna relazione e nessun contatto fisico tra noi dopo quell'unico bacio.

Lui mi contattava ogni giorno ed io rispondevo.
Nonostante gli ripetessi sempre la stessa cosa, non riuscivo a mettere un freno a queste conversazioni perché il suo continuo cercarmi mi faceva sentire una donna desiderata e non ero mai stata corteggiata prima.

È capitato che qualche volta mi abbia offerto un passaggio per tornare a casa e che io abbia accettato. Puntualmente, seppure io provavo dei sentimenti forti per questa persona gli ripetevo sempre che la sua situazione mi bloccava.
Lui, infatti, avrebbe voluto che mi lasciassi andare, avrebbe voluto che anche io lo iniziassi a cercare come faceva lui. Invece no.
A differenza sua non lo cercavo mai perché pensavo al fatto che fosse impegnato e che tra i due, quella che doveva mantenere un certo autocontrollo affinché questa situazione potesse chiarirsi, ero io.

Sentendomi cercata, avevo però iniziato a sperare che lui potesse far pace con i suoi pensieri e chiudere la sua relazione.
Tuttavia lui, vedendo che da parte mia non c'era voglia di "collaborare" decide di non scrivermi più, scegliendo ovviamente di restare con la fidanzata.

Oramai sono passati mesi da questa situazione.
Non c'è stata una storia o una relazione clandestina, solo un bacio rubato, che non ho rifiutato e uno scambio di messaggi che è durato meno di un mese, forse per via delle mie insistenze.
Eppure, io mi sento uno schifo da quasi un anno. Come se non valessi più come donna perché, alla fin fine, io ero pur sempre complice di questa situazione poiché se non avessi voluto, avrei semplicemente potuto bloccare questo ragazzo e invece non è stato così.
Dunque un'ipocrita per tutti quei valori che ho sempre decantato e che ho sempre pensato facessero parte di me. Mi sento una persona cattiva se solo penso al fatto che avrei voluto che lui si lasciasse.

Scusatemi per lo sfogo, ma è da mesi che non penso ad altro e difficilmente riesco a studiare. Ho bisogno di sapere se ho avuto un comportamento sbagliato o se sono stata una poco di buono.

La mia etica e quel senso di lealtà che ho sempre avuto, mi stanno facendo impazzire.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
....o bisogno di sapere se ho avuto un comportamento sbagliato o se sono stata una poco di buono....
né l'uno Nè l'atro, "semplicemente" è entrata in conflitto con la sua etica o meglio ciò che lei ritiene sia etico e ha sviluppato, probabilmente, una dinamica ossessiva. e su qusta che deve lavorare non sulla correttezza o meno del suo comportamento che non ha nulla di particolarmente grave.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore e come potrei migliorare questa mia ossessione, questo mio voler essere sempre perfetta?
Perché mi rendo conto che, determinate dinamiche che non sono assolutamente gravi possa averle ingigantite.
Sarà per l'età o per l'inesperienza.
Ma comunque mi rendo conto che da parte mia c'è questa voglia di voler apparire sempre corretta nel mio rispetto e in quello altrui.