Il bambino rifiuta il papà

Gentilissimi,
sono madre di un meraviglioso bambino di 5 anni, intelligente ed estroverso, con una sorprendente capacità espressiva, e viviamo in casa coi miei genitori e con mia sorella in una seppur non felicissima famiglia , ma allargata da parenti affettuosi e vicini. Il bambino è molto amato e legato; ha diverse figure maschili di riferimento, poco direi purtroppo, il suo papà che ho lasciato 6 mesi dopo la sua nascita perché nonostante tanti sforzi il mio sentimento non è mai decollato,ma ,nonostante le sue ripicche e le sue gravi omissioni, una mia priorità è stata sempre quella di rendere partecipe il papà della vita di suo figlio. La sua rapida sistemazione con una cara ragazza ha favorito questo avvicinamento, ma a mio avviso più formale che di fatto, perché non c’erano visite o cmq conoscenza dell’ambiente del piccolo; sempre in astio con me, si limitava a portare via il bambino per il weekend – abitiamo in 2 paesi della Puglia distanti 100 km circa – con ansie accresciute dai sui continui ritardi, continue minacce e bugie, cancellazioni con pianto inconsolabile del bambino ,ma mai una telefonata o una visita quando il piccolo stava male, telefonate spesso finalizzate solo alla trasferta (2 volte al mese). Gli è stato concesso l’affidamento congiunto per responsabilizzarlo, ma senza grandi risultati.
Da febbraio 09 , il piccolo ,nonostante con noi parli quasi in maniera fantasiosa del suo papà, non vuole + neanche vedere il suo papà, da quando il suo papà lo portò via da scuola materna in lacrime. Da allora ha quasi paura. Inoltre a scuola ha partecipato a una recita tutta improntata sulla famiglia, dove lui faceva la parte di un papà.
Più volte ho parlato col bambino, col timore di ossessionarlo: anche dopo avergli spiegato la storia dei suoi genitori, lui mi ribadisce che questa è la sua casa ,la sua famiglia , che vuole stare con me , la sua mamma. Preferisce la compagnia di chiunque altro a quella del suo papà. Il piccolo lamenta che a casa del suo papà non sta mai con lui, ma con sua moglie. Il piccolo dorme con lei, gioca con lei, fa colazione con lei, lui dorme fino a tarda ora, e anche nel pomeriggio, altrimenti legge il giornale o vede la tv. Naturalmente il papà nega tutto e addossa tutte le responsabilità a presunti e immaginari cattivi consiglieri della mia famiglia. Credo fermamente che dovremmo consultare un esperto, ma purtroppo sono anche impossibilitata a farlo per motivi di salute.
Ringrazio in anticipo quanti vorranno rispondermi.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile signora può esplicitare meglio la sua richiesta di aiuto? il suo era uno sfogo per evidenziare le inadempienze del papà oppure vuole una legitimazione sul fatto che il piccolo si rifiuti di stare con lui? Qunado lei evidenzia la necessità di consultare un esperto che tipo di aiuto si aspetta da questo?
cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentile Dr. De Vincentiis,
la sensazione è che mi sfugga qualcosa in questa situazione. Il fatto è che di punto in bianco non ha voluto più vedere il papà, e ci chiediamo perchè: cosa c'è di nuovo rispetto a prima? Ho cercato di esporre la situazione in maniera completa ma concisa, perchè potesse risultarVi chiaro ciò che io vedo come confuso.
Pertanto , non mi aspetto legittimazione ,ma piuttosto un aiuto su come comprendere la sua situazione psicologica, per aiutarlo. Ho provato a riprodurre nel gioco la sua situazione, e quando il bambino doveva uscire col suo papà , si è rifiutato dicendo che la sua famiglia è quella della mamma, e non voleva lasciarla.
Vorrei soltanto sapere in quale direzione guardare per cercare le cause di questo comportamneto, e magari risolverle.
Spero di essere stata più precisa.
Grazie
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Quindi vorreste che il bambino torni ad accettare il padre e non si rifiuti di stare co lui giusto?

in questa sede si potrebbero fare solo ipotesi che andrebbero confermate o meno in sede specialistica. Lei ha esordito su questo sito evidenziando tutte le pecche del padre. E'proprio sicura che queste lamentele in qualche modo non vengano percepite dal bambino? Non occorre che queste vengano espresse esplicitamente, anche atteggiamenti attraverso il corpo, sospiri, mugugni ecc, quando si parla del padre o quando questi è presente possono esere pecetipiti dal bambino ed assorbiti. Oppure discorsi intercettati in ambito famigliare possono fortemente influenzare le reazioni del piccolo.
I bambini percepiscono tutto e ragiscono di conseguenza.
cordialmente
[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Sì, io e il suo papà vogliamo che torni a accettarlo.
E sicuramente le ipotesi ,in detta sede, possono acutizzare la mia osservazione in dette direzioni.
Con grande attenzione da parte nostra , cerchiamo di fare attenzione anche a atteggiamenti del corpo, anzi lo incoraggiamo verso il papà. Cmq , la mia famiglia non ha cambiato atteggiamneto , ma lui si: mi chiedo se avesse ipoteticamente ascoltato i nostri discorsi o simili, perchè l'ha fatto solo adesso? mi chiedo potrebbe aver influito il discorso sulla famiglia condotto a scuola?
anche dalle suoi discorsi, mi dice che vorrebbe che il suo papà vivesse , non nella ns casa,perchè sa che non potrebbe, ma qui , nel ns paese. Non so' se è solo una scusa per parare i suoi intenti...
Nonostante l'età , è furbetto e logico
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Gentile signora,
la prima questione che appare evidente dai suoi scritti è il forte legame che ancora esiste tra lei e il papà del piccolo, pur se improntato sulla rabbia. E' abbastanza fisiologico che per un certo periodo dopo la separazione rimangano molto vive alcune dinamiche di questo tipo, ma da quello che ha scritto sono trascorsi circa 5 anni, e ormai il tempo comincia a diventare un po' tanto.

I bambini, soprattutto se così piccoli, non sono così facilmente manipolabili semplicemente dai discorsi degli adulti, ma concordo con la suggestione già espressa dal collega: anche se certi argomenti non si affrontano esplicitamente, loro sono molto bravi a cogliere le più piccole sfumature emotive degli adulti che hanno attorno.

Inoltre, non credo che possano essere i parenti (e soprattuto la madre!) a poter aiutare o osservare determinate dinamiche del bambino attraverso il proporre dei giochi simbolici. Per trarre certi tipi di deduzione ci vogliono non solo le capacità (teoriche e pratiche, che può avere solo uno specialista), ma anche un rapporto di un certo tipo con il piccolo, il che implica anche una situazione clinica precisa.

La vostra situazione familiare è di un certo tipo, e sia voi grandi, sia il bambino non potete far altro che prenderne atto e affrontarla per come è; e poi potete cercare di migliorarla fin dove è possibile.

Suo figlio ha il diritto di avere un padre (e viceversa), e soprattutto il fatto che in questo periodo lo stia in qualche modo rifiutando (qualunque sia la causa, certamente non così facile da scoprire), questo è indice di malessere. Suo figlio ha bisogno del papà, di conoscerlo per come è e di imparare ad interagire con lui.

Certo, in una situazione simile a lei come madre viene richiesto un grande sforzo, ma pensi che comunque si tratta del bene del suo bambino.

Vista la sua preoccupazione, io cercherei di capire con il papà come muovervi, immaginando di rivolgervi a uno specialista dell'età evolutiva che possa esplorare lo stato emotivo del bambino e valutare se e come aiutarlo. Questo potrebbe essere utile anche per voi adulti: dato che per far valutare un minorenne ci vuole l'autorizzazione di entrambi i genitori, questo può essere un buono spunto simbolico (al di là, quindi delle pure norme di legge) per prendere atto entrambi della preoccupazione per il piccolo, che in questo momento dovrebbe comunque tenervi uniti, al di là di ogni recriminizazione di altra natura.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Devo precisare che le priorità che ha evidenziato la dottoressa Cacioppo, sono le mie , motivo per cui sono qui a chiedere il Vs consulto e davvero spero anche io che questa situazione porti a un rapporto realmente disteso fra me e il suo papà.
Sapevo di dover consultare uno psicologo , capisco la Vs posizione di non poterVi sbilanciare ,ma davvero non ho trovato nelle Vs gentili risposte una ipotesi alternativa a quelle già preventivate.
Avevo piuttosto pensato a un distacco affettivo con suo padre , proprio perchè mancante di un "rapporto vero".
Da adulta mi chiedo, basta perche qualcuno si senta amato per 1 telefonata alla settimana di 5 minuti??
Basta davvero così poco per poter sentire "il bene di papà" ??
Purtroppo nessuno di Voi ha avanzato questa ipotesi,neanche alla lontana ,e cioè la mancanza di legame , un legame che non può essere solo di sangue; se ho elencato le mancanze del padre non era per rivendicare inutili ragioni o per sfogare una presumibile rabbia , ma per facilitare diverse conclusioni da quelle elencate. Ma capisco anche che in questa sede possa risultare anche azzardato.
Grazie mille e buon lavoro
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile signora questa ipotesi non è da scartare, ma questa per essere giusta avrebbe dovuto far si che il bambino non avesse MAI avuto un vero rapporto nemmeno in passato al punto tale da non aver mai sentito il suo bisogno. E' successo questo?
Perchè se questo distacco è avvento dopo un legame iniziale in cui il piccolo ha cercato il padre per qualche periodo allora tale ipotesi è da riconsiderare.
saluti