Idronefrosi di II grado rene dx

Salve, scrivo per un consulto sulla mia situazione.

Ho 31 anni, a 25 mi sono sottoposto ad un intervento in laparoscopia di colicistectomia.

Qualche mese dopo a causa di forti dolori addominali torno in pronto soccorso e dopo una ecografia mi viene diagnosticata una dilatazione del rene dx, seguono analisi varie, scintigrafie tac con mezzo di contrasto ecc... morale della favola mi viene diagnosticata la sindrome del giunto, idronefrosi di II grado del rene dx ma la funzionalità renale non è compromessa, 50% rene dx e 50% rene sx, mi viene detto che probabilmente ho questa patologia dalla nascita, mi viene consigliato da un urologo la pieloplastica laparoscopica e successiva installazione dello stend a doppio j, ma da un altro urologo mi viene consigliato di tenere sotto controllo la situazione visto che la funzionalità renale è ottima ancora.

Personalmente decido di seguire questo ultimo parere visto che non me la sentivo di sottopormi subito ad un altro intervento finito quello della colicistectomia da qualche mese, Nel mentre sono passati circa 7 anni, mai avuto sintomi, decido di farmi degli esami di controllo, nell'eco addome completo mi viene confermata l'idronefrosi renale dx di II grado e un lieve accenno anche a sx stavolta.

sono in attesa di un appuntamento con l'urologo, voi cosa ne pensate?
qualche consiglio se sottopormi alla pieloplastica laparoscopica oppure posso continuare a monitorare la situazione fin quando non ho sintomi?

grazie del tempo dedicato al mio caso e alle risposte
buona giornata
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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 575 34 7
Buongiorno,
la sindrome del giunto pieloureterale e' una patologia congenita che incomincia spesso a dare problemi al rene intorno a 30-40 anni, puo' essere del tutto asintomatica e quindi un riscontro occasionale, come puo' dare un dolore di tipo gravitavo o più' acuto se complicata da un calcolo o se l'ostacolo al passaggio dell'urina e' maggiore.
Il problema di questa patologia e' che sottopone il rene interessato a lavorare ogni giorno sotto sforzo per una difficolta' funzionale al passaggio di urine, anche senza produrre nessun sintomo evidente per il paziente.
Questo cronico sforzo del rene, in molti anni puo' produrre una perdita parziale o totale della funzione renale. Esistono casi non rari in cui il paziente occasioalemten esegue degli accertamenti che evidenziano un rene completamento muto non funzionante da sindrome del giunto pieloureterale.
Piu' la diagnosi viene eseguita in giovane eta', maggiori sono quindi le indicazioni ad eseguire un intervento correttivo.Considerando la sua eta' di 31 anni e' difficile pensare che il suo rene destro riesca a sopportare senza danni una sindrome del giunto per tanti anni.
Quindi il primo parametro da considerare per decidere se operare una sindrome del giunto , e' dato dalla scintigrafia renale.Se la scintigrafia renale mostra un effetto istruttivo allo svuotamento del rene destro, anche se la ripartizione funzionale dei due reni e' bilanciata, si consiglia eseguire l'intervento.
Un altro parametro da considerare e' l'immagine della pelvi renale alla URO-TC. Se la dilatazione della pelvi e' importante, ci sono piu' rischi che dopo l'intervento, la pelvi rimanga comunque dilatata ed abbia difficolta' a svuotarsi.
Attraverso questi due parametri si arriva a decidere se eseguire l'intervento o no, ricordando che l'intervento e' prevalentemente preventivo e non deve essere eseguito quando il rene ha già' perso parte della sua funzione o la pelvi e' eccessivamente dilatata.
L'intervento trova la sua forma migliore per l'esecuzione nella via robotica che permette asportazioni del giunto e ricostruzioni dell'anastomosi sicuramente piu' precise. E' comunque un intervento gravato da un rischio non trascurabile di recidive.

Un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra
Professore Ordinario Urologia
Chirurgia Robotica
Gruppo multidisciplinare genitourinario
Universita' Sapienza di Roma

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it