Jet Lag possibilità di profilassi e terapia

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Dr. Antonio Rufo Medico aeronautico, Medico di medicina generale, Medico di base

Questa sindrome colpisce prevalentemente personale aviatorio, turisti e passegeri che attraversando diversi fusi orari, alterano determinati ritmi biologici mettendoli furi sincronia

Definizione

Il personale aviatorio, turisti e passeggeri con il rapido trasferimento attraverso aree geografiche del globo aventi differenti fusi orari, dà luogo alla cosiddetta “disritmia circadiana”, comunemente conosciuta come “jet-lag” o “jet-sindrome”. Per comprendere meglio questa sindrome bisogna introdurre il concetto dei ritmi circadiani che equivalgono a dei ritmi quotidiani che, sincronizzati con il ciclo di 24 ore luce-buio, governano i sistemi corporei fisiologici e psicologici il cosiddetto orologio biologico. Che cosa significa ritmi quotidiani ad esempio fare colazione alle ore 07:00 pranzo alle ore 13:00 cena alle ore 20:00. Quando si attraversano diversi fusi orari, può succede che quando sono le ore 07:00 dal luogo di partenza, nel luogo di destinazione possono essere le ore 13:00 pertanto invece di fare colazione, si va a pranzo.

Causa

Il rapido cambiamento di fusi orari, altera un determinato o determinati ritmi biologici e mettendoli fuori sincronia, pertanto è necessaria una nuova regolazione di tali ritmi con l’instaurarsi di una vera e propria desincronizzazione.

Fattori condizionanti il tempo di risincronizzazione

In linea di massima, dopo un volo trans meridiano una persona si adatta alla nuova zona oraria aggiornando il proprio sistema circadiano al nuovo fuso orario e risincronizzando così il suo ritmo circadiano. L’entità degli effetti psicosomatici e il tempo occorrente per la risincronizzazione sono differenti per ogni sistema fisiologico individuale e per i diversi popoli. Essi dipendono anche da un gran numero di altri fattori che comprendono la durata e la direzione del volo, la capacità individuale (introversione o estroversione), l’età, l’attività e interazione sociale, la dieta, l’entità dei sincronizzatori ambientali della zona di destinazione, l’eventuale uso di farmaci crono biotici. Il fattore principale che regola il tempo di risincronizzazione è ovviamente il numero di fusi orari attraversati durante il volo. Si stima che per riadattarsi al nuovo ambiente occorre un giorno per ogni fuso orario attraversato. Vi è un considerevole slittamento di fase se sono attraversati 10 fusi orari, e ancora maggiore è l’influenza sul tempo occorrente per la risincronizzazione.

Sintomatologia

L’alterazione del fisiologico ritmo sonno/veglia, anche altri fattori stressanti quali le lunghe spesso snervanti attese aeroportuali in ambienti affollati, il cambio delle abitudini alimentari, le variazioni ambientali di umidità, di pressione atmosferica e di pressione parziale di ossigeno per il condizionamento di bordo, le brusche variazioni climatiche nei lunghi viaggi transcontinentali. Sono tutte queste variazioni ambientali che nel loro complesso provocano quella generalizzata e mal definibile sensazione di malessere di disagio e un calo della performance individuale, in una situazione soggettiva in cui alle irregolarità del sonno si associano spesso anche disturbi della capacità, concentrativa e attentiva, dell’appetito e della normale funzionalità dell’alvo.

Possibilità di profilassi e terapia

Dal punto di vista terapeutico-preventivo si può dire che non sussiste tuttora una cura specifica per debellare la jet-lag; si possono solo dare alcuni consigli generici per minimizzare il disagio che essa provoca, dato che vi è in questo caso una spiccata variabilità nella suscettibilità individuale. E’ consigliabile in generale affrontare il viaggio in uno stato psico-fisico ottimale nel senso ad esempio di lasciare affari in sospeso dal luogo di partenza, dal punto di vista dietetico è consigliabile bere molta acqua invece di the caffè e succhi di frutta, inoltre è consigliabile fare qualche esercizio di stretching in volo.
All’uopo è stato suggerito l’uso programmato di farmaci cronobiotici (ipnotici quali il nitrasepam o il chinalbarbitone sodico o, secondo i casi, stimolanti come gli anfetaminici; ecc.): farmaci tutti che accelerano la risincronizzazione ma, potendo dare effetti collaterali, vanno usati solo su prescrizione medica.
Si afferma in taluni ambienti medici che una prima colazione ad alto contenuto proteico e un pranzo povero di proteine e ricco di glicidi faciliterebbero la risincronizzazione dei ritmi circadiani dopo uno slittamento orario con avanzamento di fase, mediante la sintesi di catecolamine dai protidi e la sintesi di serotonina dai carboidrati.
Le catecolamine funzionano, infatti, come mediatori chimici nell’organismo che in ultima analisi portano al rilascio di substrati energetici, mentre la serotonina è un neurotrasmettitore che induce sonnolenza e ipotensione arteriosa.

Negli ultimi anni si è tentata di utilizzare l’azione ipnoinducente della melatonina, noto ormone prodotto dalla ghiandola pineale e dalle cellule specifiche del sistema apud che, avendo proprietà crono biotiche, esercita un effetto diretto sulla ritmicità circadiana, facilitando il riadattamento e diminuendo i disturbi dovuti ai voli trans meridiani protratti anche per 12 fusi orari.
La produzione di melatonina è regolata dal ciclo giorno  notte, la luce colpisce la retina, lo stimolo nervoso raggiunge il nucleo ipotalamico soprachiasmatico e quindi la ghiandola pineale inibendo la melatonina. Fisiologicamente l’organismo alla luce produce melatonina per 10 pg/ml circa e di notte fino a 120 pg/ml circa e viene metabolizzato a livello epatico. Negli U.S.A. la melatonina non è stata approvata come sostanza terapeuticamente attiva dalla FOOD AND DRUG ADMINISTRATION e quindi non esiste una standardizzazione posologica né la modalità d’uso.

Sperimentalmente si è visto che l’assunzione di melatonina da parte dei passeggeri ha migliorato la qualità del sonno e diminuito il tempo necessario per risincronizzare il ritmo circadiano; al contrario agli equipaggi degli aerei e in generale ai lavoratori che operano nelle ore notturne ha alterato il ritmo circadiano determinando danni considerevoli alla salute psicofisica con riduzione del livello di attenzione, volontà e capacità di discernere. Inoltre l’associazione con farmaci può modificare l’assorbimento della melatonina e pertanto è sconsigliata al personale aeronautico poiché comporta un grave rischio per la sicurezza del volo.

La melatonina è ricercata a livello plasmatico mediante RIA e HPLC. Può anche essere utile l’uso di benzodiazepine o di altri farmaci a blanda azione ipnotica, da assumere nelle prime notti dopo il viaggio aereo qualora l’insonnia si prolunghi. Possiamo aggiungere che, oltre ai farmaci sopraindicati, un altro prodotto omeopatico non commercializzato in italia,  è stato riferito che in conformità a studi condotti dalla bio-farmaceutica / farmacocinetica dell’Howard university Washington D.C. circa il 75% dei passeggeri cui è stato somministrato tale prodotto, ha riferito di trovare un certo giovamento da questo prodotto. Esso non ha controindicazione per gestanti bambini e anziani, in base alle disposizioni dell’ Omeopathic Pharmacopolia of U.S.A”.

E’ commercializzata da scatole da 32 compresse da 340 mg, la somministrazione consigliata dalla casa produttrice è la seguente: una compressa alla partenza, in volo una compressa ogni due ore e una all’atterraggio (compresi gli scali intermedi ossia a ogni scalo una compressa). Il prodotto è formato da cinque componenti fondamentali: 1) Arnica (estratto da arnica montana) utile per alleviare stati di tensione e fatica mentale, 2) Bellis Perennis utile per alleviare dolori muscolari e tensione nervosa. 3) camomilla (estratto da camomilla germanica) utile per alleviare stress mentali insonnia disorientamento e irritabilità. 4) Ipecacuana utile come reidratante 5) Lycopodium utile per alleviare stati di ansietà e apprensione. Altri eccipienti sono sorbitolo, magnesio stearato ecc.

Altri consigli pratici che possono darsi per ridurre il disagio dopo un lungo volo transmeridiano sono i seguenti: fare una buona dormita la notte precedente la partenza; bere molta acqua, rinunciare al caffè o altre bevande contenenti caffeina; utilizzare durante il viaggio calzature comode per prevenire e ridurre l’edema degli arti inferiori per la prolungata stazione seduta (specie in classe economica, ove di solito i sedili sono ravvicinati); non andare a letto per dormire subito dopo l’arrivo a destinazione; cercare di sincronizzarsi rapidamente con l’ora locale utilizzando i sincronizzatori esterni (orario dei pasti ed esposizione alla luce del giorno o ‘bright light therapy).

Si tratta comunque di avvertenze che possono –ripetersi- contribuire a ridurre l’entità e la durata del disagio ma non eliminarlo completamente, dipendendo sempre il tempo di recupero completo essenzialmente dal numero di fusi orari attraversati e dalla direzione del volo. Negli U.S.A. stanno testando un nuovo prodotto il tasimelteone, un principio attivo che regola i livelli della melatonina nel sangue favorendo il sonno. Questo studio è stato condotto dalla Brigham and Women’s Hospital di Boston su 450 persone tenute sveglie 5 ore più a lungo del normale. La compressa ha dimostrato che è in grado di favorire il sonno riducendo i tempi per addormentarsi. Lo studio inoltre è ancora in corso in quanto ci si deve assicurare che questa compressa sia in grado di migliorare le performance quando si è svegli e quindi liberarsi dell’effetto sedativo prodotta nella notte.


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Data pubblicazione: 06 giugno 2010