Eritroplachia della mucosa orale
L'eritroplachia è una precancerosa orale ad elevato rischio di degenerazione neoplastica. Appare come una macchia rossa di aspetto vellutato
Quello di eritroplachia è un termine clinico che definisce una placca rossa presente sulla mucosa orale.
L’eritroplachia è una lesione precancerosa intendendo come tale un tessuto alterato nel quale è più probabile che si manifesti una neoplasia maligna (nello specifico la neoplasia maligna di cui stiamo parlando è il carcinoma squamo-cellulare).
L'OMS distingue le precancerosi in potenziali, vere e obbligate.
- Le precancerosi potenziali hanno poca probabilità di degenerare e sono rappresentate principalmente dalle leucoplachie, che si evidenziano clinicamente con una ipercheratosi (macchia bianca) sulla mucosa orale.
- Tra le precancerose vere vi sono la candidosi cronica iperplastica e la papillomatosi orale florida (o leucoplachia verrucosa diffusa).
- L’eritroplachia è una precancerosa obbligata.
Il rischio di trasformazione neoplastica è più alto rispetto a tutte le altre precancerose del cavo orale, in letteratura ci sono dati che parlano di una sua trasformazione maligna tra il 14 e il 50% dei casi ma occorre tener presente che in alcuni studi retrospettivi la percentuale di trasformazione può arrivare al 90%.
Dal punto di vista epidemiologico possiam dire che la prevalenza riportata in letteratura oscilla tra 0.83% e 0.02% e l’ età media di incidenza è superiore rispetto alla leucoplachia, intorno alla sesta e settima decade di vita.
Istologicamente sono evidenti nel 90% dei casi aree di displasia (difetto di maturazione epiteliale) da moderata a severa sino a veri e propri quadri di carcinoma squamo-cellulare in situ o micro-invasivo.
Abuso di tabacco e di alcool sono i principali fattori di rischio.
Clinicamente la lesione si presenta come un’area a superficie liscia omogenea in genere con margini poco definiti (talvolta invece è presente una demarcazione netta dei tessuti alterati rispetto ai tessuti sani limitrofi). Il colorito rosso intenso deriva dall’assottigliamento (atrofia) dell’epitelio che lascia trasparire il sottostante connettivo. Le lesioni tendono ad esser multicentriche e di dimensioni solitamente comprese tra 0,5 - 1,5 cm (talvolta sono più grandi). L'aspetto di superficie è vellulato. Può coinvolgere tutte le sedi ma è più frequente sulle aree del cavo orale ricoperte da mucosa sottile: pavimento orale, ventre e margini linguali, palato molle.
Questa lesione deve essere posta in diagnosi differenziale con altri quadri clinici simili:
- lichen atrofico-erosivo
- lesioni da contatto
- mucositi erosive
- candidosi atrofica
- leucoplachia non omogenea.
Terapia
La terapia consiste nel'asportazione chirurgica seguita da un esame istologico che va sempre e comunque eseguito in quanto alcune aree della lesione potrebbero già manifestare segni di degenerazione neoplastica e potrebbe esser necessario un adeguato ampliamento terapeutico.
Fondamentale è la prevenzione, basata sull'eliminazione dei fattori di rischio (fumo, alcool) e sull'osservazione periodica della mucosa orale in occasione delle visite odontoiatriche, osservazione che consente il precoce riconoscimento di sospette.
Per approfondire:La lingua a cartina geografica o glossite migrante
Fonti Bibliografiche:
- Allegra F, Gennari PU. Le Malattie della mucosa orale. Ciba-Geigy edizioni 1991
- Ficarra G. Manuale di Patologia e Medicina Orale. McGraw – Hill Libri Italia 1998
- Montagna F, Ferronato G, Martinelli F. Patologia orale orientata per problemi: diagnosi differenziale e terapia. Editore Promoass 2000
- Nocini PF. Le lesioni mucose del cavo orale: elementi di diagnosi differenziale. Editore ANDI Servizi srl 2009
- Regezi JA, Sciubba JJ. Patologia Orale, dalla diagnosi alla terapia. 3à edizione. Antonio Delfino Editore 2001