A come alopecia

L'alopecia, uno dei problemi più sentiti in psiconcologia durante le cure chemio e radioterapiche

La perdita dei capelli, è una tra le più temute tossicità legate ai trattamenti sia chemio che radioterapici.

Tale problematica espone i pazienti ad un notevole impatto psicologico.

Perchè cadono i capelli durante le cure?

Le cellule implicate nella crescita dei capelli, hanno un’elevata attività mitotica (di divisione cellulare), costituendo quindi un bersaglio dei chemioterapici che agiscono sulle fasi del ciclo cellulare della sintesi del DNA e della mitosi.
L’alopecia da chemioterapici può essere più o meno grave a seconda che venga o meno danneggiato il bulbo (in questo caso sarà completa), o il trattamento colpisca invece solo lo stelo (capelli più fragili che tendono allo sfoltimento).

Terapia

La terapia è fondamentalmente di tipo psicologico, ed è gestita solitamente dagli psiconcologi, figure professionali importanti per i pazienti oncologici.

Compito degli oncologi è quella di informare anzitempo i pazienti del rischio di caduta dei capelli, ma è altresì necessario ribadire al paziente che l’alopecia da chemioterapia è sempre reversibile.

Essa inizia circa 2-3 settimane dopo l’inizio della terapia e può risolversi anche durante la terapia (fenomeno spiegato dal fatto che una parte dei capelli era in fase di quiescenza).

L’ipotermia del cuoio capelluto (utilizzando termocuffie o borse di ghiaccio), causando vasocostrizione, impedisce al farmaco di arrivare a livello del cuoio capelluto, seppur i risultati non sono del tutto soddisfacenti. Tale tecnica proponibile per chemioterapici che vengono infusi rapidamente ed a rapida clearance plamatica (adriamicina, epirubicina, actinomicina D, mecloretamina, vinblastina), è controindicata in caso di neoplasie ematologiche, linfoma cutaneo a cellule T e tumori solidi ad alto rischio di metastatizzazione alla teca cranica.

I farmaci alopecizzanti sono indicati nella tabella riportata sotto, divisi tra i più ed i meno frequenti; va tenuto conto che la percentuale di alopecizzazione aumenta nelle associazioni chemioterapiche che utilizzazo i suddetti farmaci.

Data pubblicazione: 08 settembre 2010

Autore

a.dangelo
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1994 presso MESSINA.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Messina tesserino n° 7556.

Professionista con oltre 30 anni di esperienza in oncologia medica, attualmente Medico Dirigente Aiuto presso l’Istituto Oncologico del Mediterraneo. Specializzato in terapie oncologiche avanzate, ha conseguito master in Cure Palliative, Terapia del Dolore e Management Sanitario. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e relatore in congressi nazionali e internazionali, è riconosciuto per il contributo nella gestione multidisciplinare dei tumori e nell’emergenza sanitaria e volontariato.

Processo di validazione e Peer Review da parte dei Referenti Scientifici

Questo articolo è stato meticolosamente validato per la sua accuratezza scientifica e la sua conformità ai più elevati standard editoriali, in seguito a una rigorosa revisione paritaria (peer review) condotta dai referenti specialisti in ambito oncologico della Redazione Scientifica di Medicitalia.

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