Il valore della lettura ad alta voce

alessandra.varotto
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta

Tutti i genitori desiderano che il proprio bambino impari presto e bene a leggere e scrivere. Molti di essi non sanno, però, che il successo scolastico è in gran parte legato al tipo di rapporto che il bambino instaura con la parola ascoltata...

Introduzione

Tutti i genitori desiderano che il proprio bambino impari presto e bene a leggere e scrivere. Molti di essi non sanno, però, che il successo scolastico è in gran parte legato al tipo di rapporto che il bambino instaura, nei primi anni di vita, con la parola ascoltata dalla voce dell’adulto, con le storie che si leggono insieme, nel momento in cui si sfogliano le pagine, si nominano gli oggetti e si commentano le immagini.

L’ambiente educativo, e in primis la famiglia, ha dunque una grande importanza nel favorire un buon incontro con i libri e quindi si raccomanda di arricchire la casa di libri e lasciarli a portata di mano. Inoltre, è bene ricordare che nella vita quotidiana odierna la lettura ha molti ostacoli: televisione, computer, videogiochi propongono passatempi di facile fruizione. La lettura, diversamente, richiede una partecipazione attiva più impegnativa e, per essere ben accettata, deve essere proposta al bambino con gradualità, con affetto e con il piacere della condivisione.

 

Nati per leggere

 

Si è costituita da qualche anno un’associazione denominata “Nati per Leggere”, che riunisce attorno a sé persone apparentemente diverse per “professione”, come i pediatri, gli insegnanti, i genitori e i nonni. Che cosa hanno in comune queste persone? Il loro filo conduttore ha a che fare con l’obiettivo comune dell’Associazione che è essenzialmente quello di favorire una precocissima introduzione dei bambini al mondo della lettura, facendo compiere, in forma adeguata all’età, delle esperienze tali da facilitare l’ interesse per la lettura e per i libri. Le finalità sono quelle di coinvolgerli ad un approccio corretto alla lettura, che si strutturi nel tempo fino a divenire una componenente stabile della loro personalità.

Se andiamo ad approfondire un po’ questo tema, dobbiamo innanzitutto realizzare che il termine “leggere” può assumere sfumature diverse, in altre parole, possono coesistere più forme di lettura.

Un primo significato, molto generale, che diamo al termine “leggere” è quando lo usiamo per riferirci ad oggetti o immagini: possiamo leggere ad esempio il contenuto di una fotografia, il paesaggio di una cartolina, o l’aspetto estetico di un animale. Questo primo tipo di lettura consiste nel passare da una percezione globale ad un’analisi dettagliata degli elementi che sono contenuti nell’insieme, per tornare in seguito ad una percezione più completa e anche più ricca di particolari rispetto a quella precedente.

Il termine “leggere” assume un significato diverso e più ristretto quando è riferito unicamente ad un testo scritto. Anche in questo caso, tuttavia si passa da un’iniziale percezione d’assieme di una pagina scritta all’identificazione del titolo del brano e poi delle singole parole e all’utilizzazione dei vari significati parziali via via evidenziati per la costruzione del significato complessivo di quel brano. Il bambino può compiere quest’ esperienza, sia con l’accompagnamento dell’adulto che gli legge il brano, sia in modo autonomo una volta che apprende a decodificare le parole e a leggere il testo.

 

Bambini e libri: storia dei loro primi incontri

In linea generale, e in estrema sintesi, la “tappa” della lettura autonoma di un testo risulta possibile attorno ai sei anni, periodo in cui il piccolo fa il suo ingresso nella scuola elementare. Le altre esperienze, ovvero la lettura “per immagine” e l’ascolto della lettura compiuta da altri, possono essere precocissime. Si tratta comunque di esperienze che, se praticate in modo adeguato e con una certa frequenza, possono preparare le condizioni favorevoli affinchè l’infante affronti lo “scalino” della lettura autonoma con facilità e interesse.

Prima infanzia (0-3 anni)

Durante i primi anni di vita i bambini sono normalmente sotto la cura della famiglia. Chi può allora fare presente ai genitori l’importanza del compiere precocemente con i propri figli tali esperienze di lettura? La persona che loro incontrano più spesso è indubbiamente il pediatra ed è lui che i genitori riferiscono con fiducia, pronti a catturare utili consigli per il bambino. Un pediatra che sia sensibile anche su questo tema e sia consapevole dell’importanza di queste esperienze precoci di lettura ad alta voce. Non si dimentichi, tuttavia, che per la fascia 0-3 sono presenti anche figure di accompagnamento nei servizi di nido e innovativi per l’infanzia (per la Regione Veneto: nido integrato, nido famiglia, centro infanzia) che spesso lavorano in partnership con i pediatri e il bibliotecario di quartiere.

La scuola materna

Indubbiamente, un momento significativo nello sviluppo del bambino è quello del passaggio dalla lettura iconica (o dall’ascolto di una storia), alla lettura del testo compiuta autonomamente. Si tratta di uno “scalino” difficile - che avviene mediamente attorno ai 5-6 anni - il cui superamento implica il passaggio di una serie di difficoltà.

Passare dal mondo dei “simboli” al mondo dei “segni”. In altre parole, il compito del bambino (e, ovviamente, del suo caregiver) è di divenire capace di tradurre le immagini e i suoni che presentano associazioni con la realtà e rinviano direttamente ad essa (vedi il caso della parola “filo” che viene vissuta come “sottile”) al mondo delle parole stampate, nelle quali le parole sentite e le immagini viste trovano il corrispondente di una convenzione scritta.

Imparare ad usare la “memoria di lavoro”. Ad esempio un bambino che legge la parola “tavolo” deve divenire capace di scandire le lettere che compongono tale parola, riuscendo a tenere a mente la lettera “T” quando legge la successiva lettera “A” e così via finchè arriva al completamento della parola.

Conoscere come si pronunciano le lettere e le parole che sta leggendo. Solo quando il bambino impara a scandire le lettere e la parola verbalmente, questa potrà poi veicolare il significato ad essa riferito.

Alla luce di ciò possiamo comprendere meglio come alcuni bambini affrontano lo scalino della lettura autonoma con fatica e sviluppino un atteggiamento ostile verso questa tappa dell’apprendimento.

 

Educazione alla lettura: una guida per genitori e futuri lettori

 

La promozione della lettura in infanzia assolve importanti prerequisiti a livello affettivo-emotivo e cognitivo.

• Rispetto il requisito del primo tipo, l’esperienza precoce della lettura assolve alla funzione di sviluppare un atteggiamento di interesse e di “amicizia” per il libro, il testo e le immagini che esso contiene. Tale atteggiamento si struttura nel tempo se l’adulto presenta la lettura come un momento magico, ad esempio nella fase che precede l’addormentamento. L’approccio accogliente con cui l’adulto tiene in mano il libro, la sua voce calda, la bella storia da cui vengono estratte parole e immagini, lasciano nel bambino una “traccia” indelebile che giorno dopo giorno si sedimenta e da origine ad una disposizione stabile e ricca a lievvlo affettivo. Ecco allora che questa capacità dell’adulto di dare voce a semplici righe di testo, potrà sembrargli come un’abilità straordinaria che vorrà acquisire, prima o poi. Questo atteggiamento di “amicizia” con il libro e la lettura iconica può poi rinvigorsi quando al figlio verranno regalati i primi libri-gioco verso i due-tre anni.

• Rispetto i pre-requisiti di ordine cognitivo, più sono le parole che il bimbo ha udito dalla voce dell’adulto ed è stato capace di cogliere nel significato (grazie al suo aiuto) e più sarà capace a compiere il processo mentale che lo porterà alla lettura autonoma. Questo perché una volta che compie l’operazione del decifrare una parola scritta che già conosce (perché già sentita oralmente), avendo già decodificato le prime lettere sarà più facilitato a completarla autonomamente. Il bambino potrà essere facilitato nel completare la lettura di una storia, utilizzando le parole che già conosce perché le ha già sentite e questo favorisce le ulteriori decifrazioni e aumenta la motivazione a continuare la lettura.

Analizzando la situazione di un genitore (o di un educatore d’infanzia) che si raccoglie intorno al bambino per leggere un libro, egli può aiutare ad apprendere parole nuove, che si fissano nella memoria del piccolo grazie al fatto che lui prova piacere nel riguardare l’immagine o risentire la parola evocata. E il contributo è tanto più efficace se l’adulto di riferimento, alterna il raccontare con il leggere. Il “raccontare” permette di stringere un legame più diretto con il bambino perché l’adulto tende ad usare le parole che il suo ascoltatore già conosce. Il “leggere”, invece, gli offre l’occasione di pronunciare parole nuove e saperle spiegare, magari con l’uso di parole più semplici ma senza interrompere il ritmo della narrazione.

 

Materiali per la didattica 0-6 anni e non solo

Per favorire il passaggio dalla lettura iconica (e ascolto da parte di un adulto) alla lettura autonoma di un testo scritto, l’educatore potrebbe offrire dei materiali in cui le immagini (conosciute) siano abbinate ad un testo scritto (non conosciuto). Un esempio di questo tipo è costituito dal fumetto, in cui le parole stampate “escono” da un personaggio disegnato. Un’altra situazione è rappresentata dalle scene di una storia che riportano vicino brevi descrizioni sotto forma di testo. Una terza possibilità è quella dei “racconti-rebus” che sono dei brevi testi che mescolano le parole alle immagini e funzionano analogalmente ai rebus che leggono gli adulti ma sono fatti in modo più semplice. Quest’ultima tipologia di materiale è particolarmente indicato per i bambini più grandi.

Quando il piccolo ha raggiunto lo “scalino” dei sei anni probabilmente ha imparato la lettura autonoma di un testo scritto. Ciò non vuoldire che il genitore ha esaurito il suo compito di guida alla lettura e può lasciare il mandato alla scuola. Resta infatti, ancora un compito importante che è quello di favorire il passaggio dalla fase di lettore principiante a quella di lettore “esperto”. Mentre il primo step è quello di un bambino impegnato a sillabare, scandendo lettere e poi parole, il bambino esperto è quello che riconosce con facilità le parole, perché ha imparato a distinguerle e a comprenderne il significato.

Come si arriva allo scalino del lettore esperto? A livello psicologico, il riconoscimento a prima vista di una parola avviene dopo che si ha avuto altre occasioni di incontrare la stessa parola. Ecco che nella mente si formerà un “sedimento”, in altre parole uno “schema” visivo e verbale della parola che verrà successivamente organizzata in una stringa di lettere ordinate, secondo una certa unità stabile e totale. Perché si strutturino tali schemi è essenziale che il bambino legga con costanza e in modo ripetuto. In tal senso si avvia un processo virtuoso: più legge e più diventa esperto delle parole e del linguaggio scritto.

La promozione della lettura ad alta voce è un compito che può impegnare genitori ed educatori dalla nascita fino alla preadoscenza e oltre. I libri saranno adattati ovviamente all’età di riferimento e dovranno essere tali da rendere coinvolgente e gratificante questa esperienza, nella misura in cui si potranno anche condividere e discutere i contenuti del testo.

 

In conclusione, l’articolo mette in luce come la lettura sia una delle attività fondamentali dello sviluppo del genere umano. Si tratta di un’esperienza che può assumere varie forme e in cui genitori ed educatori possono ricoprire una funzione rilevante.

 

Approfondimenti bibliografici

 

  • Petter G. (2007), , Rizzoli, Milano.
  • Valentino Merletti R. (2000), , Mondadori, Milano.
  • Valentino Merletti R. (2001), Mondadori, Milano.
  • Sito internet: www.natiperleggere.it

 

 

Data pubblicazione: 26 ottobre 2012

Autore

alessandra.varotto
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta

Laureata in Psicologia nel 2009 presso UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PADOVA.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Veneto tesserino n° 7550.

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