La separazione: un problema di elaborazione

La separazione è un problema attuale a cui molte persone giungono dopo un percorso travagliato. purtroppo quando vi sono dei figli tutto diviene più complicato. ma vi è una soluzione: elaborare assieme a loro ciò che sta avvenendo, ciò che sta mutando e la nuova vita in arrivo.

Viviamo in un’epoca in cui assistiamo a delle trasformazioni che stanno mettendo in crisi i convalidati punti di riferimento, ciò vale per le separazioni familiari, che dopo anni di grandi battaglie, sono diventate una soluzione prevista.

La separazione sta raggiungendo un incremento notevole, divenendo un tema di riflessione culturale. E’ un distacco che può essere accompagnato da angoscia per il timore di perdere la persona amata ritenuta indispensabile per soddisfare il proprio bisogno di protezione o cura.

Balint afferma che è una reiterazione dell’angoscia primaria, secondo M. Klein è una ripresa dell’angoscia depressiva o persecutoria per difendersi dalla quale si ha bisogno della presenza di un’altra persona o come difesa contro il timore di perdere il contatto con l’oggetto interno capace di proteggere o contro il timore di non riuscire a padroneggiare una crescente tensione pulsionale interna [1].

I matrimoni si sciolgono in odio, si vivono grandi scontri, con litigi e rancori

Spezzare il patto coniugale rappresenta una scelta esistenziale molto importante da affrontare, in special modo se vi è la prole.

Difatti i figli, ai quali viene meno l’unità del nucleo familiare, subiscono le decisioni dei “grandi”, che spesso non riescono a capire o ad elaborare e a volte subiscono un trauma.

Un trauma che non si genera dalla separazione, ma dal modo inadeguato in cui gli adulti affrontano questo evento, sia tra di loro che con i bambini stessi.

Annullare un nucleo familiare, rompere una famiglia, muta molti rapporti sociali.

Diviene importante intraprendere un iter di elaborazione e riflessione con esperti [2], per evitare di chiudersi in un dolore troppo forte, per elaborare la rabbia nei confronti dell’altro sesso, per evitare di fare del male ai figli, per risolvere le questioni economiche [3].

L’elaborazione è un termine che è stato impiegato da Freud in tre accezioni, che hanno in comune il concetto di lavoro applicato ad operazioni intrapsichiche:
elaborazione psichica, ovvero un lavoro compiuto dall’apparato psichico nel tentativo di dominare le pulsioni il cui accumulo potrebbe divenire patogeno;
elaborazione secondaria è un tentativo di coerentizzazione del sogno già elaborato dai meccanismi di spostamento, condensazione e raffigurazione ed elaborazione analitica o terapeutica, ovvero un processo in cui l’analizzato assimila un’interpretazione veicolando in un nuovo sistema di associazioni un nucleo psichico isolato, sottraendosi così all’influenza dei meccanismi ripetitivi.

A volte capita che si assiste a casi in cui un figlio deve fare da padre o da madre ad uno dei propri genitori.

Spesso viene a mancare la figura generazionale fondamentale per un sano sviluppo psico- emotivo del bambino. Inoltre i bimbi non devono sentirsi soli in questo processo di ricostruzione di una nuova vita, bisogna dargli voce ed ascoltare loro, ed i loro silenzi.

È tramite il sapere di essere ascoltati che riescono ad uscire dalle loro sofferenze.

Lo stile relazionale trasmesso dai genitori diviene il patrimonio che conduce le nuove generazioni verso esistenze appaganti o vite frustrate.

Quando un bambino non viene ascoltato e non si sente capito, può accadere che arrivi a deduzioni sbagliate, quando viene sgridato può pensare che la famiglia si sia distrutta a causa dei suoi comportamenti.

Il padre e la madre devono condividere con il proprio figlio sia la sofferenza che le decisioni, nel modo più adeguato all’età evolutiva del piccolo che hanno di fronte.

La famiglia ricomposta diviene una possibilità di riscatto per tutti gli individui coinvolti nella separazione.

Diviene fondamentale, per tutti i membri, ricominciare con fiducia.

Anche gli adolescenti possono rientrare positivamente nella nuova vita, tramite un iter di elaborazione in cui sono stati coinvolti dai genitori, riescono a collocarsi da soli in un’esistenza più felice.

Bibliografia

  1. Teoria Kleiniana.
  2. Psicoterapeuti, mediatori familiari ed avvocati.
  3. Di solito dopo la separazione i bambini vivono con la madre ed il padre deve contribuire economicamente alla gestione del figlio versando mensilmente un assegno proporzionato al loro reddito.

Altri riferimenti

  1. Bion W. R. “Apprendere dall’esperienza”, Armando, Roma, 1973.
  2. Brazelton Berry T. “I bisogni irrinunciabili dei bambini”, Raffaello Cortina, Milano, 2001.
  3. Cigoli V. “Intrecci familiari”, Raffaello Cortina, Milano, 1997.
  4. Cigoli V., Galimberti C., Mombelli M., “Il legame disperante. Il divorzio come dramma di genitori e figli”, Raffaello Cortina, Milano, 1988.
  5. Cirillo S. “Cattivi genitori”, Raffaello Cortina, Milano, 2005.
  6. Dicks H. “Tensioni coniugali”, Borla, Roma, 1992.
  7. Freud S. “Studi sull’isteria”, in “Opere”, Boringhieri, Torino, 1967, vol. I.
  8. Freud S. “Ricordare, ripetere e rielaborare”, in “Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi”, in “Opere”, Boringhieri, Torino, 1975, vol. VII.
  9. Klein M. “Scritti”, Boringhieri, Torino, 1978.
  10. Meltzer D. Harris M. “Il ruolo educativo della famiglia, un modello psicoanalitico dei processi di apprendimento”, Centro Scientifico Editore, Torino, 1986.
  11. Quidoz D. “Le parole che toccano”, Borla, Roma, 2004.
  12. Vegetti Finzi S. “il romanzo della famiglia”, Mondatori, Milano, 1992.
Data pubblicazione: 15 novembre 2010

Autore

alessia.micoli
Dr.ssa Alessia Micoli Psicologo

Laureata in Psicologia nel 2000 presso università degli studi di Roma "La Sapienza".
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio tesserino n° 10257.

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