Radioterapia intraoperatoria-IORT

filippo.alongi
Prof. Filippo Alongi Radioterapista

La IORT è una tecnica terapeutica, sostitutiva e/o integrativa della radioterapia esterna convenzionale e consiste nel somministrare, durante l’intervento chirurgico, un’unica alta dose di radiazione per eliminare la zona di tessuto tumorale non aggredibile diversamente dal chirurgo o ad alto rischio di infiltrazione microscopica dopo la asportazione tumorale

Generalità

La IORT è una tecnica terapeutica, sostitutiva e/o integrativa della radioterapia esterna convenzionale e consiste nel somministrare, durante l’intervento chirurgico, un’unica alta dose di radiazione per eliminare la zona di tessuto tumorale non aggredibile diversamente dal chirurgo o ad alto rischio di infiltrazione microscopica dopo la asportazione tumorale. La possibilità di utilizzare le radiazioni ionizzanti direttamente in sala operatoria fu prospettata già agli inizi di questo secolo ma l’uso effettivo fu limitato dalla possibilità di servirsi unicamente di radiazioni x o gamma.
Solo a partire dal 1960, grazie agli acceleratori lineari, è stato possibile utilizzare fasci di elettroni accelerati, dotati di alta energia e di omogeneità di dose nel tessuto "bersaglio".Negli ultimi venti anni la radioterapia intraoperatoria è stata utilizzata in tutto il mondo per il trattamento di un gran numero di tumori maligni, mostrandosi efficace e sicura per il controllo locale della neoplasia, dal momento che impedirebbe la ricrescita del tumore nell’area trattata.
In passato, la pratica IORT non poteva essere applicata su larga scala, a causa dei problemi logistici legati al fatto che l'ammalato, sotto anestesia, doveva essere trasportato dalla sala operatoria al bunker di radioterapia, spesso distante e in locali non asettici. Questi problemi vengono oggi superati con l’acceleratore portatile, un acceleratore lineare di elettroni costruito concepito esclusivamente per trattamenti intraoperatori (vedi figura). Un trattamento con l’acceleratore portatile permette di ridurre la fase di sospensione dell’opera del chirurgo necessaria per consentire quella del radioterapista, dalle 2-3 ore richieste dalla IORT "convenzionale" (con acceleratori fissi) a soli 10 minuti, senza che il paziente venga spostato dalla sala operatoria e, dunque, senza che sia sottoposto ad anestesia aggiuntiva. Ciò significa che qualunque ospedale dotato di reparto di chirurgia oncologica potrà offrire ai pazienti i benefici di detta terapia, non essendo necessaria,  come per la IORT tradizionale, una sala operatoria appositamente attrezzata ne' una sala apposita nella sezione di radioterapia.

Razionale biologico e clinico

Compatibilmente allo studio del profilo radiobiologico del tumore da trattare, l’ipofrazionamento estremo con singola seduta intraoperatoria  induce indubbi vantaggi in termini di riduzione del “discomfort”del paziente rappresentato da una drastica riduzione del numero delle sedute di trattamento e delle problematiche organizzative correlate, ma anche di riduzione delle liste di attesa in relazione alla minore durata dei trattamenti per singolo paziente.

Carcinoma della Mammella e IORT:

L’utilizzo della IORT come unica modalità di trattamento complementare dopo intervento chirurgico conservativo si inserisce nella filosofia della PBI (irradiazione parziale della mammella), da considerarsi ancora  modalità in sperimentazione clinica. Il vantaggio principale di questo approccio, consiste nel risolvere l’intero corso di RT adiuvante (25-30 sedute) in un solo atto intraoperatorio, eliminando la fase di completamento successivo con i fasci esterni.
Sulla base del presupposto che la maggior parte delle recidive del carcinoma infiltrante della mammella operata in modo conservativo si verifica in corrispondenza del quadrante originariamente interessato, si sta investigando l’erogazione su tale sede di una singola dose di Radioterapia intraoperatoria con dosi che corrisponderebbero, secondo alcuni modelli matematici di radiobiologia, alla somministrazione dell’intero corso di Radioterapia esterna adiuvante convenzionale. Non ci sono a tutt’oggi ancora dati in letteratura riguardo ai risultati di controllo locale e di tossicità a lungo termine di questa metodica, sebbene i dati iniziali sembrano a favore di una ottima tollerabilità del trattamento da parte delle pazienti.
Tale modalità di irradiazione è da considerarsi ancora “sperimentale” e, pertanto, l’arruolamento delle pazienti, dovrebbe essere limitato all’interno di studi clinici controllati e di Istituti di riferimento nell’ambito oncologico.

 

Data pubblicazione: 04 maggio 2010

Autore

filippo.alongi
Prof. Filippo Alongi Radioterapista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2002 presso Università Di Palermo con lode.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Agrigento tesserino n° 3804.

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