Incapacità di esprimersi.. e distruzione del Transfert

Ex utente
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Da qualche mese leggo tanto sul mondo della psicoterapia e psicoanalisi, dopo aver contattato uno spicoterapeuta/psicoanalista e avergli espresso il mio problema: la rabbia. Sento questo sentimento fortemente predominante nei confronti di qualsiasi altra emozione. Ho inizialmente pensato che potesse dipendere dalla morte "violenta" di mia mamma, ma forse può dipendere da un mio sentimento di delusione, scaturito da tutto un carico di pesi che nel corso degli anni mi sono ritrovata a dover sostenere. Sto ancora cercando di capirlo.

Il problema su cui vorrei un altro parere è che mi sento sempre poco capace di esprimere quello che penso e che provo al mio psicoterapeuta: provo a farlo e lo faccio, ma quello che mi viene fuori sono forme di pensiero mal strutturate, poco scorrevoli, ripetitive, di contenuti banali, di modi lontani anni luce dal mio relazionarmi con gli altri. Delle volte mi sento davvero interdetta a livello espressivo e questo è frustrante, deludente. Ho paura che prima o poi (se non lo ha già fatto) ci possa vedere in me una qualche patologia. E ogni volta che penso di aver fatto un passo in più, ogni volta che credo andrà meglio, ecco che mi sento ancora paralizzata di fronte a quella domanda del "cosa non va nella mia vita".

Sono tentata di mollare le sedute, di provare a cambiare psicoanalista, ma credo che non riuscirei più a riprendere un percorso simile da zero e con un'altra persona. Gli ho accennato questa cosa e ci siamo riservati di continuare e vedere come va fra un po' di tempo. Inoltre (cosa che però non gli ho confessato), quando ho letto del "transfert" e ho creduto di riconoscerlo anche nel il mio rapporto con lui, non l'ho accettato, ho fatto di tutto per demolirlo, perché le ho ritenute solo false percezioni, e questo ha solo peggiorato la situazione, perchè ha privato questo rapporto terapeutico di quell' affetto che avevo avvertito nelle ultime sedute e che pare sia un fattore favorevole ai fini delal terapia.

Ma è davvero possibile essere capaci di distruggere un transfert? Io credo di essere stata in grado di farlo.

E come faccio a superare questa mia incapacità espressiva con lui?

Grazie a priori per eventuali riflessioni in risposta

- Modificato da Ex utente
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Ascolta il punto nn e' l'incapacita`a comunicare Il punto e' parlare con chi vuoi parlare e non parlare con chi nn vuoi parlare Nn esiste nessun Demiurgo che lancia il lampo su di Te..Aaaaaa NON SI PARLA AGLI SCONOSCIUTI!E ti arriva l'aggressione.Tu sei l'oggetto ignoto su cui insiste la Volonta'di di Potenza?I cicli di allarme hanno costruito un oggetto immaginario chiamato SuperIo.Il SuperIo nn esiste.Esisti Tu.Punto.Ed esiste una comunicazione che dasein cioè qua costruisce un altro quando e' in una posizione sociale avvantaggiata(grado).Quella posizione fa si che tu sia un oggetto ignoto e Lui Volonta'di Potenza(Distruttiva).Quando questo modo di comunicare e' continuo appena vedi qualcuno di importante dentro senti la scossa e ti blocchi.Spero di averti chiarito sinteticamente il problema.

Ex utente
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Gentile "utente", la ringrazio per la sua risposta, concisa e ben articolata. Credevo che avrei dovuto concedermi una settimana di ferie per poter dare un senso all' esposizione del suo pensiero, ma, per fortuna, oggi possiamo tutti attingere ai grandi ambiti del sapere grazie a questa enorme finestra sul mondo che è il Web, per cui mi è bastato fare due ricerche per capire cosa intendesse con il termine di "Volontà di Potenza".

Se non altro, ha solleticato la mia curiosità e già questo mi ha arricchita di qualcos'altro.

Può darsi che lei abbia ragione, seppur ho qualche dubbio al riguardo, in quanto questo percorso psicoanalitico non mi è stato imposto, l' ho intrapreso di mia iniziativa, così come ho scelto io la persona che "ad impatto" mi ha ispirato un maggiore senso di fiducia rispetto ad altri "profili".

Il suo contributo sarebbe stato per me ancor più esaustivo se fosse stato arricchito anche di un consiglio. Ma lo posso dedurre leggendo fra le righe.

Ad ogni modo, la ringrazio per il suo tempo, perché di sicuro la sua risposta mi fa riflettere.

Cordialmente

C.

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