Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Forum RFS: come stimare il rischio individuale di tumore al seno (modelli Gail/NSABP), fattori di rischio e indicazioni per una sorveglianza attiva e personalizzata.
Dada 62 Fiduciaria
Creamy:
Ho letto lasagne e sono subito arrivata!!Raga...non lo dovrei dire io
ma....sono venute super! Ora le porziono e le metto in freezer! In attesa di qualche affamato
Nessun Dpcm potrà fermarmi
...Bacio tesorina!❤
Ma quanto mangi?
Ahò! Fermatiiiiiiiii
Creamy
linda:
ora sto ancora a letto che me gira il pavimento..me gira un occhio..sapesse come me gira er il resto
Mi dispiace Linda, ma con tanta pazienza, sopporta un altro po' per arrivare al traguardo! Noi ti tiriamo in cordata! Superabbraccio!!
Nina74 che pasticcio con le polpette!! Ridiamoci su che è meglio, dai che il cucciolone starà bene!!
salvocatania:
la bara dimenticata in una RSA tra i rifiuti della Doc che amarezza!
Annina Fiduciaria
doc ho visto la foto e l articolo. É talmente inaccettabile che l unica cosa che riesco a sperare è che sia una fake. Ma so già che non sarà così
linda
juveeeeentinaaaaa grande!!!! abbraccia il tuo papà per meeeee
Creamy
Didi fiduciaria:
Io questa mattina ho solo 37 che non è febbre diciamo che va bene ma non benissimoDidi vedrai che è solo una freddata, tanti fili colorati!
salvocatania:
..poi piano piano iniziano ad avvicinarsi all'obiettivo sempre indifferenti.....e alla fine finiscono entrambe sui panni puliti pronti per essere stirati
Anche Rosellina profumera' di diamante!!
- Modificato da Creamy
EliMila
Franc.64:
Ciao Elimila, è normale qualche acciacco in chemio, ma fai bene a segnalarlo!Ciao Franc! Si si lo so, e so che tante di voi hanno ben più acciacchi di me!
È solo un pò una rottura.
Grazie!
Dada 62 Fiduciaria
Didi
Leggo che oggi va meglio!
❤
Un'infreddatura...capita con questa stagione..
Leggo che oggi va meglio!
❤Un'infreddatura...capita con questa stagione..
Dada 62 Fiduciaria
EliMila:
Ciao Franc! Si si lo so, e so che tante di voi hanno ben più acciacchi di me!È solo un pò una rottura.
Grazie!
Resisti tesoro!❤E vedrai che starai meglio con il passare delle ore
Francesca fiduciaria
Eccomi RFS
non potevo farvi mancare oggi il secondo capitolo del mio libro.
Buona domenica a tutti.
Francesca
Francesca fiduciaria
CAPITOLO SECONDO
7 Febbraio 2013
Piove o forse nevica e c'è il sole, non ricordo più.
Sono seduta su una sedia nell'anticamera della sala parto e arriva la mia ginecologa.
Si siede e mi dice ancora due parole, prima del cesareo, mi spiega ancora che con la salpingectomia finirò in menopausa e ci sarà un grande scompiglio ormonale, dalla gravidanza alla menopausa chirurgica, quindi lo sconvolgimento sarà fisico ed anche psicologico.
Io penso che non mi succederà. Dico, soltanto: "Ho paura!"
Lei mi risponde: "Anch'io!"
Mi fa un po' impressione che la mia ginecologa, che è la forza personificata mi dica così.
Comunque cosa dire del mio parto? Che il cesareo non è il tipo di parto che volevo, che questa malattia ha bussato alla mia porta in un momento sbagliatissimo, che nella vita si deve essere pronti un po' a tutto, ma questa cosa mi lascia molto amaro in bocca. Con tempismo perfetto il giorno dell'ago aspirato sono andata dalla genetista a ritirare la risposta alla domanda di donazione cordonale dedicata. Essendo portatrice di BRCA1 non posso donare il mio cordone ad altri, ma siccome io sono testarda come un mulo mi sono informata e grazie alla mia onco e alla genetista ho potuto richiedere una donazione destinata alla mia famiglia. Qualcosa di buono l'ho fatto. Spero che non serva, ma se serve c'è. Comunque il cesareo dura 10 minuti, Giovanni nasce all'una e dieci, lo vedo per un attimo e mi sembra uguale a Tommaso, però Tommi è stato più fortunato, ha avuto un benvenuto un po' diverso, io lo guardo e gli dico: "Sei proprio bello!", poi lo portano via. Ora è il momento di togliere l'ovaio, le tube e scaravoltare il mio utero per vedere se c'è qualcosa. Ho la nausea, l'anestesista mi accarezza la testa e mi tiene la mano, la mia gine si affaccia e sorride contenta, dice che è tutto a posto, sorrido anch'io.
La mia gine si chiama come mia mamma.
E' stata un po' la mamma dei miei figli quando erano nel grembo e ogni volta che la vedo penso a questo e mi commuovo sempre un po'.
Viene a trovarmi il giorno dopo, io sono in una stanza da sola, sono grata di questa cosa, prima di tutto perché quando ho partorito Tommi, ero in stanza con una ragazza che aveva dato alla luce una bellissima bambina ma ..... raffreddata, ma dico io: "Si può nascere con il raffreddore? E in pieno giugno poi?" c'era un caldo boia e non si poteva aprire la finestra per via della neonata raffreddata. Mi ricordo che la notte sono andata a dormire in corridoio. Sono contenta di essere in stanza da sola anche perché in questo momento la felicità degli altri mi disturba, vedo passare nei corridoi le neomamme e penso a quanto sono fortunate loro e che da domani avranno a che fare soltanto con pianti, risvegli notturni, pannolini che magari non sanno ancora mettere perché è il loro primo figlio e andranno in crisi forse perché il bambino non avrà fatto la cacca. Io invece.... Io con cosa avrò a che fare? Che cosa mi aspetta? Certamente un neonato da conoscere, da "imparare", ma soprattutto dovrò vedermela con il fantasma che mi perseguita e mi rincorre da tutta una vita: il cancro.
Nessuna felicità piena per me, mi devo rassegnare è così da tutta la vita.
Mi rivedo: lo sguardo perso per i corridoi, sono e mi sento sola.
Sono intollerante verso la crisi isterica di una madre che piange perché il bambino sarò trattenuto per qualche giorno in neonatologia, soltanto per ittero.
Mi rinchiudo nella mia stanza e sono contenta di essere sola anche se lo sono con i miei dubbi, le mie angosce, le mie paure. Vorrei avere qui qualcuno che non c'è.
Cerco di riposarmi, la notte chiedo alle ostetriche di prendermi il bambino, sono gentili, discrete, mi dicono che tutto andrà bene. Io mi scuso, dico che devo riposarmi, devo essere in forze per l'operazione.
Il bambino non è la mia prima preoccupazione.
Ancora un ricordo.
Paola che si china su di me, mi guarda negli occhi e dice: "Francesca, ti sei salvata la vita!"
Io la guardo e penso: "Aspetta a dirlo. Com'è la situazione non si sa e forse sono già morta, e questa qui ancora viva è la mia speranza."
Anche Paola è incinta, lei un pochino dopo di me. Dovevamo partorire nello stesso mese.
"Francesca, tutto è andato bene, Giovanni è prematuro ma sta bene. Ti sembra poco questo?
Lo troverai assurdo ma in questo momento c'è una parte di me che sta invidiando una parte di te." Capisco, molto bene cosa intende.
Dopo qualche giorno e precisamente dopo la neonatologia mi rendo conto che ha ragione. In neonatologia Giovanni rimane sotto osservazione per qualche giorno, viene ricoverato lì perché è prematuro ed ha un po' di ittero.
È nella stanza 1, alcuni neonati non possono nemmeno essere presi in braccio e i genitori possono soltanto guardarli dal vetro, non è concesso toccarli. Un padre mi colpisce, entra e rimane in piedi vicino alla navicella spaziale del figlio, chiede quando potrà prenderlo in braccio, le infermiere ripetono con dolcezza che non si può ancora, dicono di sedersi vicino e di abbracciare la culla, di parlare al bambino, ma questo padre rimane in piedi a leggere la cartella, a chiedere perché gli è successo questa cosa, sarà forse perché la madre ha fumato durante la gravidanza? Forse perché ha preso delle pasticche? Penso che è paralizzato dalla paura, esattamente come me, nessuno meglio di me può capire. Penso che la vita, a volte ti mette alla prova duramente, penso che lavorare qui dentro è come stare dentro ad una navicella spaziale, penso che le neonatologhe sono proprio brave e che io qui dentro impazzirei. Penso che io e Ale, alla fine dei conti, siamo proprio fortunati.
Altro proverbio di mia mamma: "Al monte di Pietà ognuno la sua croce prende e porta a cà!"
La mia croce è dentro di me, ma dopo quattro giorni porto a casa anche il bambino.
Tommi lo accarezza, lo vuole prendere in braccio, è dolce e un po' spaesato.
Io prego che il seno si sgonfi il più velocemente possibile, sono passati cinque giorni ed è ora di farsi visitare dall'oncologa. Sono speranzosa che il crollo ormonale abbia fermato e fatto regredire il tumore e invece....NO!
Perché il mio non è un ormonale, è un triplo negativo e corre. E' aumentato di volume.
Si deve cambiare strada, la mia onco dice che non si può aspettare l'operazione, si deve intervenire con la cura. Io dico che se non c'è alternativa....
Io che fino a quel momento sono stata abbastanza calma, sono PAZZA di dolore e muoio di paura!!!
855. Dr. Salvo Catania il 18/06/2013 ha scritto:
Sappiamo tutti, e questo è lo scopo principale di questo blog, che il cancro porta con sé un'altra malattia, seppur invisibile: la paura.
Chi ne è colpito teme la ripetizione della malattia e la sofferenza fisica, anche se questa è a buona prognosi e vive la sensazione di precarietà nonostante tutte le rassicurazioni legata all'incognita del futuro che impedisce di attivare preziose risorse personali, fondamentali nel processo di cura.
Ho la fortuna di vivere a Milano dove Attivecomeprima ( www.attivecomeprima.org ) ha creato in quaranta anni di lavoro un proprio metodo di sostegno psicologico di gruppo articolato in tre tappe fondamentali (riprogettiamo l'esistenza, Decido di vivere, La terapia degli affetti), coinvolgendo anche i familiari.
I pazienti, come si cerca per certi versi qui, nel nostro blog vengono aiutati ad esprimere pensieri e sentimenti legati alla malattia e alla vita che il cancro ha fatto emergere.
Il rapporto anche con il medico abbandona i canoni della medicina paternalistica con un approccio diverso (Medicina della Condivisione).
L'obiettivo è quello di trovare il coraggio di guardare in faccia la paura per non RAFFORZARLA NELLO STRENUO TENTATIVO DI EVITARLA, come sta accadendo a Lei.
Il cambiamento dell'atteggiamento mentale può così trasformare il sentimento di impotenza e fragilità in una nuova consapevolezza di poter essere parte attiva della propria realtà, comunque essa sia.
Perché
* La paura del pericolo può diventare più pericolosa del pericolo stesso. Ad esempio, Giulia, la sua ex-malattia è a prognosi buona, ma Lei la sta vivendo come se fosse a prognosi pessima, nonostante tutte le rassicurazioni che ha avuto.
* La paura può diventare una seconda malattia che, a differenza del cancro, è CONTAGIOSA (familiari e amici). Gli ambulatori dove si fa terapia o si è in attesa di esami e controlli sono pieni di donne che contagiano con questa seconda malattia le altre donne.
Fa bene Francesca, credo sia stata lei a scriverlo, ad aspettare il suo turno con le cuffie e la musica ad alto volume.
*Tentando di respingere la paura, disperdiamo l'energia che potrebbe essere incanalata per tollerare meglio gli effetti collaterali delle terapie e utilizzata per vivere una vita più piena ed autentica.
7 Febbraio 2013
Piove o forse nevica e c'è il sole, non ricordo più.
Sono seduta su una sedia nell'anticamera della sala parto e arriva la mia ginecologa.
Si siede e mi dice ancora due parole, prima del cesareo, mi spiega ancora che con la salpingectomia finirò in menopausa e ci sarà un grande scompiglio ormonale, dalla gravidanza alla menopausa chirurgica, quindi lo sconvolgimento sarà fisico ed anche psicologico.
Io penso che non mi succederà. Dico, soltanto: "Ho paura!"
Lei mi risponde: "Anch'io!"
Mi fa un po' impressione che la mia ginecologa, che è la forza personificata mi dica così.
Comunque cosa dire del mio parto? Che il cesareo non è il tipo di parto che volevo, che questa malattia ha bussato alla mia porta in un momento sbagliatissimo, che nella vita si deve essere pronti un po' a tutto, ma questa cosa mi lascia molto amaro in bocca. Con tempismo perfetto il giorno dell'ago aspirato sono andata dalla genetista a ritirare la risposta alla domanda di donazione cordonale dedicata. Essendo portatrice di BRCA1 non posso donare il mio cordone ad altri, ma siccome io sono testarda come un mulo mi sono informata e grazie alla mia onco e alla genetista ho potuto richiedere una donazione destinata alla mia famiglia. Qualcosa di buono l'ho fatto. Spero che non serva, ma se serve c'è. Comunque il cesareo dura 10 minuti, Giovanni nasce all'una e dieci, lo vedo per un attimo e mi sembra uguale a Tommaso, però Tommi è stato più fortunato, ha avuto un benvenuto un po' diverso, io lo guardo e gli dico: "Sei proprio bello!", poi lo portano via. Ora è il momento di togliere l'ovaio, le tube e scaravoltare il mio utero per vedere se c'è qualcosa. Ho la nausea, l'anestesista mi accarezza la testa e mi tiene la mano, la mia gine si affaccia e sorride contenta, dice che è tutto a posto, sorrido anch'io.
La mia gine si chiama come mia mamma.
E' stata un po' la mamma dei miei figli quando erano nel grembo e ogni volta che la vedo penso a questo e mi commuovo sempre un po'.
Viene a trovarmi il giorno dopo, io sono in una stanza da sola, sono grata di questa cosa, prima di tutto perché quando ho partorito Tommi, ero in stanza con una ragazza che aveva dato alla luce una bellissima bambina ma ..... raffreddata, ma dico io: "Si può nascere con il raffreddore? E in pieno giugno poi?" c'era un caldo boia e non si poteva aprire la finestra per via della neonata raffreddata. Mi ricordo che la notte sono andata a dormire in corridoio. Sono contenta di essere in stanza da sola anche perché in questo momento la felicità degli altri mi disturba, vedo passare nei corridoi le neomamme e penso a quanto sono fortunate loro e che da domani avranno a che fare soltanto con pianti, risvegli notturni, pannolini che magari non sanno ancora mettere perché è il loro primo figlio e andranno in crisi forse perché il bambino non avrà fatto la cacca. Io invece.... Io con cosa avrò a che fare? Che cosa mi aspetta? Certamente un neonato da conoscere, da "imparare", ma soprattutto dovrò vedermela con il fantasma che mi perseguita e mi rincorre da tutta una vita: il cancro.
Nessuna felicità piena per me, mi devo rassegnare è così da tutta la vita.
Mi rivedo: lo sguardo perso per i corridoi, sono e mi sento sola.
Sono intollerante verso la crisi isterica di una madre che piange perché il bambino sarò trattenuto per qualche giorno in neonatologia, soltanto per ittero.
Mi rinchiudo nella mia stanza e sono contenta di essere sola anche se lo sono con i miei dubbi, le mie angosce, le mie paure. Vorrei avere qui qualcuno che non c'è.
Cerco di riposarmi, la notte chiedo alle ostetriche di prendermi il bambino, sono gentili, discrete, mi dicono che tutto andrà bene. Io mi scuso, dico che devo riposarmi, devo essere in forze per l'operazione.
Il bambino non è la mia prima preoccupazione.
Ancora un ricordo.
Paola che si china su di me, mi guarda negli occhi e dice: "Francesca, ti sei salvata la vita!"
Io la guardo e penso: "Aspetta a dirlo. Com'è la situazione non si sa e forse sono già morta, e questa qui ancora viva è la mia speranza."
Anche Paola è incinta, lei un pochino dopo di me. Dovevamo partorire nello stesso mese.
"Francesca, tutto è andato bene, Giovanni è prematuro ma sta bene. Ti sembra poco questo?
Lo troverai assurdo ma in questo momento c'è una parte di me che sta invidiando una parte di te." Capisco, molto bene cosa intende.
Dopo qualche giorno e precisamente dopo la neonatologia mi rendo conto che ha ragione. In neonatologia Giovanni rimane sotto osservazione per qualche giorno, viene ricoverato lì perché è prematuro ed ha un po' di ittero.
È nella stanza 1, alcuni neonati non possono nemmeno essere presi in braccio e i genitori possono soltanto guardarli dal vetro, non è concesso toccarli. Un padre mi colpisce, entra e rimane in piedi vicino alla navicella spaziale del figlio, chiede quando potrà prenderlo in braccio, le infermiere ripetono con dolcezza che non si può ancora, dicono di sedersi vicino e di abbracciare la culla, di parlare al bambino, ma questo padre rimane in piedi a leggere la cartella, a chiedere perché gli è successo questa cosa, sarà forse perché la madre ha fumato durante la gravidanza? Forse perché ha preso delle pasticche? Penso che è paralizzato dalla paura, esattamente come me, nessuno meglio di me può capire. Penso che la vita, a volte ti mette alla prova duramente, penso che lavorare qui dentro è come stare dentro ad una navicella spaziale, penso che le neonatologhe sono proprio brave e che io qui dentro impazzirei. Penso che io e Ale, alla fine dei conti, siamo proprio fortunati.
Altro proverbio di mia mamma: "Al monte di Pietà ognuno la sua croce prende e porta a cà!"
La mia croce è dentro di me, ma dopo quattro giorni porto a casa anche il bambino.
Tommi lo accarezza, lo vuole prendere in braccio, è dolce e un po' spaesato.
Io prego che il seno si sgonfi il più velocemente possibile, sono passati cinque giorni ed è ora di farsi visitare dall'oncologa. Sono speranzosa che il crollo ormonale abbia fermato e fatto regredire il tumore e invece....NO!
Perché il mio non è un ormonale, è un triplo negativo e corre. E' aumentato di volume.
Si deve cambiare strada, la mia onco dice che non si può aspettare l'operazione, si deve intervenire con la cura. Io dico che se non c'è alternativa....
Io che fino a quel momento sono stata abbastanza calma, sono PAZZA di dolore e muoio di paura!!!
855. Dr. Salvo Catania il 18/06/2013 ha scritto:
Sappiamo tutti, e questo è lo scopo principale di questo blog, che il cancro porta con sé un'altra malattia, seppur invisibile: la paura.
Chi ne è colpito teme la ripetizione della malattia e la sofferenza fisica, anche se questa è a buona prognosi e vive la sensazione di precarietà nonostante tutte le rassicurazioni legata all'incognita del futuro che impedisce di attivare preziose risorse personali, fondamentali nel processo di cura.
Ho la fortuna di vivere a Milano dove Attivecomeprima ( www.attivecomeprima.org ) ha creato in quaranta anni di lavoro un proprio metodo di sostegno psicologico di gruppo articolato in tre tappe fondamentali (riprogettiamo l'esistenza, Decido di vivere, La terapia degli affetti), coinvolgendo anche i familiari.
I pazienti, come si cerca per certi versi qui, nel nostro blog vengono aiutati ad esprimere pensieri e sentimenti legati alla malattia e alla vita che il cancro ha fatto emergere.
Il rapporto anche con il medico abbandona i canoni della medicina paternalistica con un approccio diverso (Medicina della Condivisione).
L'obiettivo è quello di trovare il coraggio di guardare in faccia la paura per non RAFFORZARLA NELLO STRENUO TENTATIVO DI EVITARLA, come sta accadendo a Lei.
Il cambiamento dell'atteggiamento mentale può così trasformare il sentimento di impotenza e fragilità in una nuova consapevolezza di poter essere parte attiva della propria realtà, comunque essa sia.
Perché
* La paura del pericolo può diventare più pericolosa del pericolo stesso. Ad esempio, Giulia, la sua ex-malattia è a prognosi buona, ma Lei la sta vivendo come se fosse a prognosi pessima, nonostante tutte le rassicurazioni che ha avuto.
* La paura può diventare una seconda malattia che, a differenza del cancro, è CONTAGIOSA (familiari e amici). Gli ambulatori dove si fa terapia o si è in attesa di esami e controlli sono pieni di donne che contagiano con questa seconda malattia le altre donne.
Fa bene Francesca, credo sia stata lei a scriverlo, ad aspettare il suo turno con le cuffie e la musica ad alto volume.
*Tentando di respingere la paura, disperdiamo l'energia che potrebbe essere incanalata per tollerare meglio gli effetti collaterali delle terapie e utilizzata per vivere una vita più piena ed autentica.
Ex utente
Grazie Francesca
Nina74
[ Francesca fiduciara
Grazie Francesca
- Modificato da Nina74
Nina74
Juventina
Mizzica, io non ho il micronde, non sapevo che addirittura possono esplodere le cose dentro
Juventina:
... nn sai quanta roba ho colato o mi è esplosa dentro Mizzica, io non ho il micronde, non sapevo che addirittura possono esplodere le cose dentro
Annina Fiduciaria
Francesca fiduciaria grazie
Annina Fiduciaria
Didi fiduciaria
Tesoro ho letto che stai meglio
bacini
Tesoro ho letto che stai meglio
bacini