Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Corretto?
Magari possiamo fare noi delle ricerche per dare a Fede più contatti possibili?
Le comunità terapeutiche per minori con questo tipo di disturbo esistono. Ma per dare consigli bisogna essere addentro e conoscere bene ciò che si consiglia. In che città vivono? Inoltre se, come lei dice, erano ben seguiti da una struttura privata perché non farsi aiutare da quella stessa struttura?
alerai, pepeli Sono i pensieri che abbiamo tutte...gli scenari catastrofici che ci dipingiamo tutte....e a volte gli altri ci prendono in giro...perché forse sono più lucidi di noi e capiscono che le nostre sono solo paranoie create dalla nostra mente.....dobbiamo solo allontanare questi pensieri ed essee più serene
È abbastanza incredibile ciò che sostiene il medico di base di tua madre in merito a vid e bisfonati.
Non voglio credere che a lungo andare possano arrivare a provocare l'artrosi!
Boh...non so che dire...se non che io mi fiderei maggiormente di un endocrinologo....
Fili colorati x la tua mamma 🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈
Io ho visita e moc lunedì e chiederò ’. Anche perché lui è l’endocrinologo pure di mia mamma.
Sono abbastanza perplessa. Io nn credevo che il calcio potesse depositarsi nn nelle ossa ma calcificare i tendini… oppure far venire calcoli renali. Nessuno, ci ha mai parlato di questi possibili effetti collaterali.
Grazie dok, grazie rfs per le risposte.
Facci sapere che ti dice xchè sono curiosa anch'io a questo punto.
🫂💞🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈

Ma io nn credo sia una cosa che può decidere Fede, dovrebbe essere un trasferimento interno, da ospedale a comunità.
Un po’ come i centri che ospitano gli adolescenti con importanti disturbi alimentari ( Piancavallo). Ma anche per quelli purtroppo so che ci sono mesi/ anni di attesa 😞
Ciao a tutte, ho più o meno in mente come funziona la situazione delle comunità terapeutiche minorili in Lombardia, lavoro nel settore: senza sapere la diagnosi (che per ovvie ragioni giustamente non viene divulgata) si rischia di non trovare la struttura giusta. Ci sono comunità con diversa "intensità" (anche in relazione alla cura farmacologica che fa) e anche socio-sanitarie per disturbi specifici e all'età.
Inoltre, ho letto male nei post scorsi oppure c'è anche un decreto?
Questo potrebbe voler dire (ma dipende da cosa c'è scritto) che il collocamento comunitario in comunità terapeutica è indicato e "seguito" dai Servizi Sociali e dall'UONPIA di riferimento, anche se c'è un centro privato coinvolto, perchè l'inserimento è in convenzione con ATS.
Questo non toglie che si possa fare una ricerca, o che non si possano cercare soluzioni private (ma il costo è vertiginoso...) ma potrebbe non essere risolutivo se c'è (o dovrebbe esserci) un progetto più ampio che debba stare nella cornice data dall'Autorità Giudiziaria.
Per altro, ci sono anche molte comunità che accolgono solo su invio diretto da parte dell'UONPIA.
Non so se può essere d'aiuto a Fede, perchè sono qui da poco, ed è una questione assolutamente molto, molto privata e delicata, ma se volesse condividere quale dettaglio in più.. insomma, sono a disposizione.
A braccio, posso suggerire di capire se c'è qualcun altro "responsabile" (c'è un affidamento all'Ente? Un incarico forte dei Servizi socio-sanitari?) che permetta di chiedere (via mail? via pec se non si riceve risposta? in forma scritta, comunque) all'operatore o eventualmente al responsabile di Servizio chiarimenti su tutto quello che risulta non chiaro (e non perchè Fede è confusa, ma perchè la situazione lo è).
Anche perché i collocamenti comunitari di questo tipo coinvolgono appunto più di un Servizio e questo aumenta le difficoltà di comunicazione, il triste tema del "chi deve fare cosa" e dei rimbalzi tra Servizi.
So anche molto bene che nessuno può far sentire Fede meno sola, come mamma di una ragazza così in difficoltà... e voglio dirle che è una persona formidabile per essere sempre al suo fianco, nonostante il dolore e la sofferenza.
E niente... mi spiace tantissimo per lei, mi spiace non poter essere più aiuto di così... ma comunque ci sono, sono qui per Fede.
Un abbraccio
Esattamente. Anche perché il trasferimento o segnalazione deve partire dalla struttura che ce l’ha in cura.
io ho scarsa dimestichezza con questo tipo di problematiche , penso che ci sia un percorso “pubblico” (c’è stata un’ingiunzione urgente del giudice , ci sono assistenti sociali che se ne occupano) il percorso privato è servito ad avere una diagnosi e ad istaurare una terapia, rivelatasi poi, allo stato dei fatti, poco efficace.
Nel mio riassunto Ho dimenticato di mettere in risalto il sostanziale rifiuto di curarsi da parte della ragazza
Purtroppo le malattie mentali sono peggiori , a mio parere, di quelle fisiche
Buonasera a tutti,
Ieri ho purtroppo avuto il referto dell'istologico e il mio linfonodo sentinella è risultato positivo.Dovrò sottopormi ad una dissezione ascellare con la tecnica dell'anastomosi linfatico-venosa. Sono molto frustrata perché speravo che la neoadiuvante avesse dato il colpo di grazia così non è stato.Adesso i miei timori sono legati al rischio di linfedema. C'è qualcuna di voi che ha affrontato questa situazione?
Vorrei porre la questione al dr SalvoCatania , ieri ho allegato il referto che immagino le sia sfuggito. Dei tre linfonodi esaminati solo il sentinella è risultato positivo, gli altri due confermati negativi. Confrontandomi con la mia chirurga senologa ho saputo che il k67 è sceso all'1%. La mia domanda è questa, se i due linfonodi vicini al sentinella sono negativi c'è un'alta possibilità che gli altri siano negativi? Mi sto aggrappando a questo dati per sperare che le cellule cancerose non si siano diffuse altrove.
Quanto è efficace la tecnica dell'anastomosi linfatico-venosa nello scongiurare il linfedema?
Grazie
Questo potrebbe voler dire (ma dipende da cosa c'è scritto) che il collocamento comunitario in comunità terapeutica è indicato e "seguito" dai Servizi Sociali e dall'UONPIA di riferimento, anche se c'è un centro privato coinvolto, perchè l'inserimento è in convenzione con ATS.
Questo non toglie che si possa fare una ricerca, o che non si possano cercare soluzioni private (ma il costo è vertiginoso...) ma potrebbe non essere risolutivo se c'è (o dovrebbe esserci) un progetto più ampio che debba stare nella cornice data dall'Autorità Giudiziaria.
Per altro, ci sono anche molte comunità che accolgono solo su invio diretto da parte dell'UONPIA.
Hai colto bene il senso del discorso… d’altra parte se lavori nel settore è logico. Come ho scritto prima c’è una ingiunzione urgente del giudice e ci sono di mezzo gli assistenti sociali.
Io ci sono ❤️
Non è questione di essere lucidi, ma di prospettiva…..quando sei tu che ti ammali di cancro tutto cambia, in questi anni ho sempre avuto a che fare con questa malattia (come tutti credo), solo che è più “facile” dire agli altri è piccolo dai lo hai preso in tempo ecc…. Ma quando si tratta te è diverso….anche rispetto a quando capita alle persone che ami…..mio padre 23 anni fa si ammalò di tumore alla prostata, piccolino fu operato, tutto bene e poi cura ormonale, ma da lì in poi ha vissuto sempre nella paura che tornasse, ogni piccolo problema era il tumore che era tornato da qualche parte…..però era un fumatore incallito, mangiava tutti i giorni insaccati e non aveva cambiato le sue abitudini…..io l’ho sempre visto come esagerato, gli dicevo sempre, ritieniti fortunato che non te lo sei beccato ai polmoni……
Ora che sono dalla parte opposta, mi rendo conto che la mente nel momento in cui la parola Cancro entra a far parte della TUA vita, tutto cambia…..e non è che non fossi in ansia o preoccupata per mio padre…..ma la sensazione la paura è diversa……altra cosa, è quando si parla di figli e della loro salute, li si tratta proprio di TERRORE almeno per me.
E comunque oggi al super facevo più o meno i tuoi stessi pensieri pepeli
Condoglianze

😔😔😔già