Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Buonanotte 😘
Io ci sono

Io ci sono 🤗
Mi associo ai fili ritardatari di Mamyblue 🌈 🌈 🌈 🌈 🌈

Oggi l’oncologa mi ha cazziato perché ieri sera ho avuto un’operazione al petto e soprattutto mancanza di aria, come se non riuscissi a respirare. Ha detto che dovevo chiamare subito il 118 o andare in PS, visti i miei problemi. Anche la cardiologa le ha dato ragione.
Quindi domattina impegnativa:
Ore 10 visita dal cardiologo
Ore 11,30 PET
Sono un po’ agitata .. ma ci sta .
Per favore accompagnatemi con dose doppia di fili colorati, domani è venerdì 17 😱😱😱😱
Buona notte a tutti 😘😘

Argomento storytelling. Concordo in pieno con Patri e Ortoressica
Provo a spiegare a parole mie, anche se la seconda volta, la descrizione del dottore è molto dettagliata e semplice.
Medicina Narrativa= noi raccontando le nostre storie, aiutiamo l’un l’altra e aiutiamo a chi è in una fase iniziale (come lo siamo state tutte all’inizio smarrite, impaurite). Ecco perché il dottore chiama il blog un’enciclopedia con migliaia di pagine di medicina narrativa. Anche se tantissime di voi avete imparato cosi tanto, termini, principi attivi, cure ecc in modo eccezionale, anche il raccontare più sempliciotto come il mio, fa parte della medicina narrativa. La medicina non su libri universitari, ma quella narrata da esperienze personali. Per un certo verso, più facile da capire per noi che non siamo medici.
Gruppo di auto mutuo aiuto= il termine piu facile da capire, lo dice la frase stessa. Raccontandoci le proprie esperienze ci aiutiamo a vicenda.
Non credo assolutamente sia proibito parlare di altro, anzi spesso spronato dallo stesso dottore che parla di vacanza o di cuccioli. Alcuni altri esempi: la truffa verso i genitori di Juventina, fuori argomento seno, ma aiuta. La foto della ragazza metastatica in vacanza, bellissima da vedere ed un esempio di vita!! Come la foto mentre si fa la chemio, altro esempio di forza e determinazione! Le conversazioni di cecilia o chi altro con chat gpt, fanno capire che siamo tutte uguali, donne con il mantello di Ironman come Vale_, ma allo stesso tempo fragili e ansiose! Non so rendo l’idea.
Arriviamo all’argomento Storytelling, il più complicato, l’ho scoperto qui grazie a dott. catania
Le storie raccontate per abbindolare e attirare attenzione. Forse il termine abbindolare è un po esagerato, ma a me aiuta a capire. Se si cerca su google il termine storytelling , si trovano spiegazioni come la messa in scena (teatro) o l’uso in marketing. Avete presente quella pubblicità, quella che sembra giusta al caso tuo, attira la tua attenzione sul prodotto, e poi si ripete ogni due minuti (tipo su YouTube) parlando solo di quel prodotto, e di te chi se ne fotte perché ormai hai la testa smartellata solo di quel argomento. Tu hai aperto YouTube per sentire musica e rilassarti, ma la pubblicità parla di se, e tu ad ogni canzone, vedi almeno 4 volte la pubblicità, due prima, e due appena finita la canzone, prima della successiva. Adesso facciamo che quel prodotto è una persona, che come la pubblicità, con azioni ripetitive sembra che sta pensando al tuo benessere, ma in realtà ha attirato l’attenzione su di sé. Se fosse una pubblicità la soluzione è facile. Io spengo. Quando si tratta di persone, entrano in mezzo vari meccanismi: sensi di colpa, impotenza, ma sto giudicando un innocente? Aggiungiamo il fatto che questo blog è pieno di persone fragili su alcuni aspetti. Come dico io, abbiamo visto la nostra data di scadenza. Vuoi che non tentiamo di salvare un anima in pena? Siamo rimaste qui tutte, perché questa cosa di salvare il prossimo è bellissima. Tutte vogliamo ricambiare, e ci fa anche stare bene, quindi NON DOBBIAMO SMETTERE MAI DI AIUTARE, ma devi aiutare chi davvero vuole essere aiutato. Come capirlo? Boh non è semplice, però come abbiamo imparato sul tumore, impariamo anche questo. Quello che ho notato io, che chi ha subito davvero, tende ad aiutare non ad attirare attenzione. L’ho notato in me e in tante di voi. Soprattutto quelle ragazze con una storia bella tosta alle spalle o che stanno continuando ad affrontarla, non parlano troppo della parte brutta, perché in fondo fa soffrire anche loro (anche me), ma trovano la forza per aiutare. Parlare di “parte brutta” non intendo non raccontare accaduti, l’ho fatto io stessa ieri con Sara

Grazie Savi, ora è più chiaro anche per me. Essendo da molti anni in questo blog di dinamiche così ne ho viste tantissime, anche quando il blog sembrava morto e sepolto, ma non lo era.

Io ci sono
Felice notte e felici sogni